Il neem o nim, o anche in un'altra accezione denominato margosa, è un olio derivante dalla spremitura dei frutti di una pianta autoctona dell'India, le cui virtù sono conosciute dalla medicina indiana da secoli, tanto da essere soprannominato, la "farmacia del villaggio", in quanto utilizzato dai popoli indiani contro febbri, infezioni, dolori e addirittura come collutorio contro le infezioni dentali. Azadiracta indica, il nome botanico dell'albero di neem, ha iniziato ad essere studiato con più attenzione, dalla fine degli anni 60, quando uno studioso di botanica recatosi in missione in Sudan, notò che la gran parte della varietà di insetti e locuste presenti nella zona non colpivano la pianta del neem. Da allora il neem ha trovato uso nella fitofarmacia veterinaria, ma anche a uso umano , la quale produce un fitofarmaco a base di estratti di limonoidi del neem efficace contro pulci, zanzare, nematodi, funghi. Il ruolo degli estratti di azadiracta indica (esistono nella pianta ben 35 composti biologicamente attivi) è a tutt'oggi oggetto di studi in molti campi della scienza medica e botanica che spaziano dal suo possibile potenziale di oncosoppressore, in quanto indurrebbe apoptosi nelle cellule tumorali, ad un possibile impiego come diserbante naturale a basso rischio biologico come alternativa più sicura agli insetticidi e pesticidi di più largo uso nella pratica agricola. Il composto biologico che sembrerebbe promettere questi risultati e l'azadiractina contenuta nei semi e nelle foglie della pianta. Quello che è ancora da appurare è il rischio biologico derivante dal suo utilizzo e il suo potenziale tossico sugli organismi non bersaglio. Esistono in letteratura ancora pochi studi peer-review che ci diano una confortante certezza sull'uso sicuro e affidabile su larga scala di questo prodotto.
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