In Campania lavorano in modo regolare meno di 2 milioni di persone. Circa il 20% dei campani invece è disoccupato. Percepiscono attualmente il RDR oltre 900.000 persone. Di queste, a quasi 3 anni dall’attivazione del programma, hanno trovato occupazione soltanto pochissimi, spesso in modo casuale.
Accanto a tante persone che hanno diritto ad un sostegno e che vogliono veramente lavorare, si annidano infatti delinquenti e parassiti che approfittano di un sistema che non funziona per percepire, senza fare nulla, un sussidio che può arrivare a superare i 1000 euro al mese.
Insomma, un fiume di denaro sprecato e che fa rabbia ai tantissimi campani onesti, molti dei quali in condizioni di grave difficoltà economica.
Noi pensiamo che questo strumento, in particolare al Sud, vada conservato perchè è giusto dare un sostegno a chi ha bisogno, ancora di più se ha famiglia e voglia di darsi da fare. Quindi - contrariamente alle sciocchezze che si raccontano in giro da parte delle sinistre che, specie dalle nostre parti, sperano così di togliere voti alla Lega e al centrodestra - lo dico chiaro e tondo: il reddito di cittadinanza col governo di centrodestra che nascerà dopo le elezioni del 25 settembre non verrà eliminato. Al contrario, verrà reso finalmente utile a garantire lavoro stabile, regolare, ben retribuito e dignitoso per quelli che lo vogliono.
Innanzitutto partiamo dalle “politiche attive”. Se oggi cerchi un posto di lavoro chi è in grado di trovartelo? E a quali condizioni? Se lo cerchi da solo trovi spesso sfruttatori che ti offrono una miseria senza garanzie. Se vai nei Centri per l’impiego non sanno andare oltre il farti riempire dei moduli e poi tutto finisce li. Noi invece pensiamo che bisogna collocare nei Centri dell’impiego, estesi alla rete degli operatori professionali privati, figure competenti che sappiano come aiutare le persone a trovare il lavoro perché conoscono le esigenze delle imprese. Un pò come succede per esempio in Germania dove queste strutture funzionano veramente e accompagnano davvero i cittadini sino al loro inserimento nel mondo del lavoro. La seconda misura da fare - e anche questa è scritta nero su bianco nel nostro programma elettorale - è quella di abbassare il costo del lavoro, riducendo le tasse e i contributi. Ovviamente questi soldi non devono restare nelle tasche degli imprenditori, ma devono servire ad alzare gli stipendi dei lavoratori. Infatti, in questi anni, il potere di acquisto reale in Italia dei salari è diminuito di vari punti percentuali. Voi direte, ma tutto questo che c’entra col reddito di cittadinanza?
C’entra molto, perchè, senza queste condizioni di sistema, resterebbe solo una pannicello caldo per chi riesce ad ottenerlo senza però fornire stabilità alle persone. E cioè proprio la prima esigenza che tutti noi, in particolare i giovani, vogliamo per il nostro futuro. Ovviamente, per far questo, dobbiamo togliere da mezzo chi se ne approfitta e percepisce il reddito pur non avendone diritto. E cosi noi pensiamo che una quota parte del Rdc debba andare ai singoli sotto forma di ‘voucher lavoro’ che ciascun percettore potrà tradurre in salario lavorando presso le imprese private disponibili ad utilizzare il suo lavoro. Istituiamo un monte ore, che potrebbe essere di 30/40 ore mensili, pagato al lavoratore nella stessa misura dei voucher, ma che per le imprese non avrà alcun costo. Per accedere, le imprese - eliminati i limiti burocratici che oggi impediscono ai voucher di funzionare - dovranno semplicemente iscriversi nelle piattaforme informatiche che già sono in uso ai Centri per l’impiego. Il lavoratore interessato avrà diritto di scegliere dove andare e potrà proporsi alle singole imprese, che conoscerà semplicemente accedendo alla piattaforma, ma non potrà rifiutarsi irragionevolmente di accettare l’offerta (che potrebbe ricevere persino attraverso un messaggio sul cellulare).
Ma, se si rifiuterà senza valido motivo, perderà, per quel mese, la quota parte di reddito e, alla terza volta, verrà cancellato definitivamente dall’elenco dei percettori di rdc.
Se invece l’impresa deciderà di assumere quel lavoratore che ha collaborato con lei stipulando un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato (o comunque non inferiore alla durata del rdc spettante al percettore), percepirà, a titolo di incentivo mensile e sotto forma di credito di imposta, l’intero importo del sussidio che il lavoratore avrebbe ricevuto (ricordiamo che il rdc dura 18 mesi, ma di fatto viene prorogato in assenza di offerte di lavoro).
Insomma, noi immaginiamo sistema, semplice ed efficace, che:
E ci prendiamo la responsabilità di lanciare questa proposta perché sappiamo che può funzionare, ma anche perché - proprio qui in Campania - ha già funzionato.
Quando il Centrodestra ha governato la Campania, lanciammo la prima fase del programma “Garanzia Giovani”. Decidemmo di finanziare, senza alcun costo a carico delle imprese, tirocini di inserimento. Nell’unico anno in cui abbiamo gestito il programma - prima che cominciasse la stagione di De Luca e del suo “sistema Salerno” - sono stati avviati in in Campania circa 40.000 tirocini di giovani sino ai 29 anni. Ebbene, nella regione con il più basso tasso d’occupazione giovanile, una buona parte di quei tirocini si sono trasformati in contratti di lavoro stabile. E tanti di quei giovani oggi sono stabilmente inseriti nel mondo del lavoro.
Noi pensiamo a loro e a questo modello di politica. E diciamo invece basta ai finti disoccupati in Ferrari, ai camorristi che fanno la spesa con la carta del reddito, agli sfaticati che, coi soldi delle tasse dei cittadini, sfottono i lavoratori coi video su TikTok.
Il patto sociale tra governo e cittadini regge se i cittadini comprendono di essere trattati in modo giusto ed uguale e se sanno di ricevere benefici in cambio della disponibilità a collaborare e a cooperare per il benessere proprio e della comunità.
E’ tempo di un’Italia giusta con gli italiani, un’Italia al fianco dei lavoratori e delle imprese, un’Italia pronta a dare una mano a chi ha bisogno e lo merita, ma che non accetta più di strizzare l’occhio ai furbi, che punisce chi imbroglia e tutela i cittadini con diritti certi e chiari.
Severino Nappi
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