C’è qualcosa che riesci, con difficoltà, a perdonare agli altri?
sTRUtto & parruCCO
Ideata e a cura di Marianna Marra
Rubrica emozionale a 360 gradi
Make-up Cucina Styling
Benvenuti e bentrovati su sTRUtto & parruCCO
Oggi e questa volta lo ripeto, consentitemi, con un pizzico di malinconia, ho l'onore e il piacere di ospitare Michele Magnani Global Senior Artist di M.A.C Cosmetics, nella mia rubrica, per il quarto e ultimo appuntamento di questo interessante cammino, passeggiato insieme mano nella mano.
Michele il nostro viaggio sta per giungere a termine, abbiamo chiacchierato a lungo: di autostima, concetto del sé, validazione emotiva dello studente, massificazione del make-up, “Bulimia da click”, riqualificazione al lavoro per i detenuti nelle carceri, di etica e di estetica, di epoche e fiaba, di iniziative benefiche e social mission, di ricordi felici, di appartenenza attraverso il cibo e di integrazione di diverse culture attraverso l’artigianato. Abbiamo ricordato anche la tua partecipazione all’evento VOGUE FORCES OF FASHION dove si è discusso, insieme alla giornalista Susanna Owusu, del ruolo che svolge il make-up nell'originare e contribuire a una visione creativa.
- Oggi, vorrei parlare di accettazione e perdono. Che significato ha per te la parola perdono?
“Il perdono per me è fondamentale, perché vuol dire riconoscere l’umanità dell’altra persona. Penso che dietro al concetto del dover perdonare qualcun altro ci sia un'aspettativa, troppo alta, che avevi nei confronti di quella persona; vuol dire che non ti sei fermato, abbastanza tempo, per cercare di capirne i limiti, poi le cattiverie sono un’altra cosa. Il perdono però c’è sempre, perché bisogna andare avanti, cambiare strada”.
- Quanto è importante invece, secondo te, il valore del perdono, inteso come capacità di autoguarigione, per piacersi e per piacere? E quanto ad oggi Michele si piace?
“Il mio rapporto con Michele è un rapporto di odio (poco), e amore (tanto) perché tollero in me anche le debolezze, mi perdono molto più frequentemente di quanto, forse, dovrei ma sono molto indulgente con le mie fragilità. Mi perdono per le mie mancanze cercando, però, non di trovare, soltanto, l’attenuante; sì sono così, ma posso essere anche altro e quindi, cerco di sforzarmi, di migliorare in quello che posso. Il perdonarsi significa accettarsi. Non dobbiamo rispondere alle aspettative degli altri né assecondare chi ci vorrebbe diversi, e soprattutto, perfetti. L’essere imperfetti ci rende unici. L’essere indulgenti con noi stessi è salvifico, è indispensabile per vivere meglio anche con chi ci circonda. Vivere una vita onesta, senza maschere e volendosi bene è, secondo me, il segreto per accettarsi e farsi accettare”.
- C’è qualcosa che riesci, con difficoltà, a perdonare agli altri?
“La superficialità che riscontro, a volte, nelle persone nel dare frettolosamente giudizi che possono ferire molto, non me; mi riferisco piuttosto a quando sono in mezzo alla gente e noto questa facile propensione alla colpevolizzazione. La cosa però che mi ferisce è la disonestà nei rapporti”.
- Se potessi lavorare su un aspetto di te che puoi cambiare, su cosa lavoreresti?
“Lo devo ancora scoprire, ho portato a compimento un buon percorso, dove mi sono fatto già abbastanza male; il bello del futuro sarà lo scoprire le altre parti sulle quali dovrò lavorare, per cercare di migliorarmi, un pochino per volta”.
- Cosa credi ti differenzi dai tuoi competitor ?
“Non lo so, ognuno di noi ha il proprio stile, la propria sensibilità, il proprio modo di essere, la propria esperienza di vita, per cui io sono Michele, gli altri sono altri. Ci sono tante persone che mi ispirano, altre che guardo con curiosità”.
- Se potessi fare tua una caratteristica/un’attitudine di un collega che apprezzi quale sarebbe?
“Ci sono dei trucchi che mi stupiscono e che suscitano in me ammirazione. Mi portano a domandarmi: cosa avrà ispirato l'esecutore? Riuscendo a farmi scattare, un meccanismo capace di stimolare la mia fantasia e la mia curiosità, e di conseguenza, grande gratitudine”.
- Se potessi invece fare dono di una tua caratteristica/attitudine ad un collega, per arricchirlo nel suo bagaglio personale, quale sarebbe?
“No, non so se di una cosa mia potrebbero farsene qualcosa gli altri, non te lo dico per falsa modestia, non so che cosa potrebbe servire loro; ognuno di noi è se stesso, diversamente tutto quello che ci siamo detti perderebbe di significato”.
- Qual è l’aspetto che trovi più faticoso del tuo lavoro e quale quello più piacevole?
“È cercare di trovare sempre nuove idee, nutrire la propria creatività cercando di trovare nuovi stimoli, nuove chiavi di lettura che possano parlare, anche, a generazioni diverse ed essere trasversali, intergenerazionali ecco questa, forse, è la parte, non più faticosa, ma impegnativa. E poi sicuramente i ritmi, che sono molto intensi”.
- C'è nella tua vita qualcosa che hai faticato a lasciare andare o non sei ancora in grado di lasciare andare e di cui vorresti parlarci?
“Sicuramente ho fatto fatica, molta, a lasciare andare i miei genitori e mia nipote, mia nipote sì”.
- Cosa hai piacere invece di tenere con te? A cosa non vuoi e non sapresti mai rinunciare del tuo modo di essere?
“A essere semplicemente Michele Magnani, non potrei essere qualcun altro, sarei una caricatura di me stesso, per cui ecco, con i pregi e i difetti, di quello che comunque la vita mi ha regalato, sono io”.
Sei reduce dall’ultima
Milano Fashion Week: da più di
30 anni
la
MAC è impegnata, al fianco dei più
grandi designer, durante la Milano Fashion week con una forza lavoro di circa
600 make-up artist all’opera. Nell'ultima Milano Fashion Week MAC ha affiancato, in qualità di
sponsor ufficiale, per citarne alcuni, il noto brand
Luisa Beccaria e Avavav dove, in collaborazione con
adidas Originals, avete realizzato,
sotto la tua direzione come
Key Make-up Artist, con il
MAC PRO TEAM (per lo shooting e lo show), un
body painting che ha richiesto circa
6 ore e
3 giorni
di
lavoro;
esecuzione, da te affidata, a
Roberta Betti e
Andres Felipe Cardona. Un bellissimo lavoro di squadra che ha visto rinascere, a colpi di make-up, l’iconica felpa con le tipiche
tre
strisce
sulla manica, che da sempre, e senza mai perdere appeal, continua a vestire tutte le generazioni. In questa foto la troviamo indossata, in versione
top crop, da
Jennie Kim, icona
della
musica K-pop.
- A proposito di Fashion Week
Sapresti indicarci Il prodotto make-up must have di questa ultima Milano Fashion Week?
“Il prodotto star, dell’ultima Fashion Week, è stato il nuovo studio radiance 24h luminus lift concealer, lo abbiamo usato su basi che sono moonlight skin, il trend della stagione; è stato utilizzato, quasi sempre, soltanto esclusivamente il correttore oppure è stato abbinato allo studio radiance foundation. Questi sono stati i prodotti super star e che contengono l’80% di attivi Skin Care all’interno, nutrono la pelle, coprono e hanno degli ingredienti pazzeschi”.
-C’è sempre una maggiore attenzione, da parte dei consumatori, nel prediligere cosmetici che sappiano tutelare, in primis, la salute della pelle. Ne consegue una maggiore attenzione da parte dei produttori alla formulazione. So che in casa MAC è nata, relativamente da poco, una nuova linea skin care. Ci parleresti della linea Hyper Real Radiant Canvas Skin Care?
“La linea Hyper Real Skin Care è la nuova frontiera della tecnologia, perché contiene degli ingredienti premium, che vanno a ricreare una base perfetta come tela/pelle, questo se parliamo di Skin Care routine e poi sono, anche, basi make-up meravigliose perché non vanno a interagire con gli altri ingredienti e in più, sia la linea skin care, che la nuova linea studio radiance o ancora, gli studio fix (i nuovi fondotinta) che sono stati riformulati, vanno a prolungare, i benefici della skin care per 24 h”.
- C’è qualcuno a cui ti piacerebbe dire grazie?
“Che domanda difficile, a troppe persone dovrei dire grazie: alla mia famiglia per avermi supportato in tutto e per tutto, a mia nipote che non c’è più, a Gianluca, che c’è, e che fa parte del mio quotidiano, e che mi ha ribilanciato quelli che sono gli equilibri e le priorità, alla mia amica del cuore, a una mia amica, che purtroppo, non c’è più da 14 anni, a troppe persone, sarebbe un elenco lunghissimo; a tante persone che mi hanno regalato molte cose diverse, e tutte, sono state di valore. Per questo è molto complicato dirti un nome”.
In un mondo che si caratterizza per la fugacità dei rapporti interpersonali e per ritmi di lavoro e di vita sempre più serrati. In questo nostro spazio, mi piacerebbe, potessimo salutarci con la lentezza necessaria a far fiorire le cose belle, avendo cura, di offrirti il giusto tempo per salutare i nostri lettori veicolando un messaggio a cui tieni particolarmente.
- Cosa vorresti dire loro?
“Due cose, la prima è racchiusa in una frase che ho letto, su una t-shirt, quando nel 1992 ho vissuto, per 7 mesi, in Australia e lì, ovviamente, a Natale è estate, e che dice : “La vita è troppo breve per non credere in Babbo Natale”, e questo, è un messaggio che vorrei dare a tutti. Non dobbiamo mai smettere di sognare e di leggere il sogno, come opportunità, per alleggerire il peso del quotidiano.
Poi un’altra è, senza voler essere patetico o paternalistico: “È meglio dire una volta in più, se lo pensiamo, ti voglio bene di una in meno”. E questo te lo dico alla luce di chi, purtroppo, ha perso tante persone lungo il proprio cammino”.
Grazie a Michele Magnani per averci pregiato della sua professionalità, umanità, verità e garbatezza. La scelta di voler suddividere, in più tappe, questa intervista non è stata certamente casuale; ha racchiuso il mio desiderio di non voler rinunciare a parti di essa. Quest'ultima, infatti, ha rappresentato per me, un vero e proprio viaggio di introspezione non “soltanto” con un noto professionista di settore stimato a livello mondiale, ma un’opportunità per conoscere, più da vicino, la persona in una stream of consciouness su tematiche, a mio avviso, importanti che ritengo strettamente correlate al concetto di centratura e di bellezza intesa, prima di tutto, come benessere psicofisico.
Grazie, soprattutto, a Michele Magnani per aver avuto il coraggio di esporsi mettendosi a nudo, accettando di concedersi e di concedermi questa intervista per nulla convenzionale e fuori dalla più probabile, e schematica, comfort zone; rilasciatami per “caso”, ma forse non a caso, nel giorno del mio compleanno. Non poteva farmi dono più grande.
Se vi siete persi le interviste precedenti a Michele Magnani vi basterà cliccare qui per la prima parte qui per la seconda parte e qui per la terza parte.
Dalla mia Rubrica sTRUtto & parruCCo per oggi è tutto. Come sempre grazie per essere stati in mia compagnia, da Michele Magnani, Global Senior Artist MAC Cosmetics, e da me un caro saluto.
Vi ricordo che potete seguirmi anche sulla mia pagina instagram.
Noi ci rivediamo martedì 3 Dicembre per spacchettare decorazioni Natalizie insieme a Sabrina Musco. Restate con noi, sarà un’intervista al profumo di cannella, di fika e molto altro…
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