Visite
VISITE

Stare in galera dopo la pandemia: l'indagine

24 agosto 2022

Stare in galera dopo la pandemia: l'indagine


Gli oltre due anni trascorsi hanno segnato duramente la vita di tutti. Una condizione che, come abbiamo avuto modo di raccontare, è stata particolarmente difficile per chi ha vissuto questo periodo dentro le carceri.

A distanza di alcuni mesi, quale sia la situazione nelle carceri italiane ed europee nella fase post pandemica è una domanda che rimane sottotraccia nel dibattito pubblico. Come purtroppo accade spesso su questo tema, le questioni legate alla vita dei detenuti riemergono solo in occasione di proteste o fatti di cronaca, come quelli avvenuti di recente nel carcere di Cremona.


Attraverso i dati disponibili, raccolti dalle istituzioni pubbliche e anche dalle associazioni attive sul tema, abbiamo provato ad approfondire meglio, concentrandoci su 2 aspetti. La questione del sovraffollamento, che sembra tornare centrale con la fine dell’emergenza. In secondo luogo, le morti in carcere, in particolare i casi di suicidio. Un problema da non sottovalutare visto l’impatto della crisi pandemica sulle condizioni dei carcerati e anche dal punto di vista della salute mentale.


Alla vigilia della pandemia, erano 10 gli stati Ue caratterizzati da sovraffollamento delle carceri. Tra questi, l’Italia spiccava come uno dei sistemi penitenziari europei più problematici. Il dato italiano era infatti il secondo peggiore in Ue, con circa 120 detenuti ogni 100 posti disponibili. Una quota superata negativamente solo da Cipro (134,6 su 100), mentre il paese con il minor numero di detenuti effettivi rispetto ai posti disponibili all’inizio del 2020 era la Germania (69 su 100).


La pandemia ha completamente sconvolto tale assetto, data l’incompatibilità tra una situazione di sovraffollamento e le politiche di contenimento del contagio. Ciò ha portato i diversi paesi europei ad adottare un mix di misure: talvolta deflattive, per ridurre il numero di detenuti tra i reati meno gravi, più spesso restrittive, come la sospensione dei colloqui e degli ingressi esterni di persone con cui i detenuti svolgevano attività lavorative, educative, formative e ricreative. Tali misure, come sottolineato dalle associazioni per la tutela dei diritti dei detenuti, sono state molto spesso di natura emergenziale, contribuendo al peggioramento della condizione di vita in carcere.


In Italia, una misura deflattiva è stata applicata nei casi di pene inferiori ai 18 mesi (anche come periodo residuo di una sentenza più lunga). Il decreto legge 18/2020 ha infatti previsto il trasferimento in strutture di assistenza e cura o direttamente presso l’abitazione del detenuto, con una serie di esclusioni, ad esempio per motivi disciplinari e di pericolosità sociale. In conseguenza di questa misura, il tasso di occupazione degli istituti penitenziari è diminuito rapidamente. Passando dai 120 detenuti ogni 100 posti rilevati a febbraio 2020 a 114 nel mese successivo, per poi scendere ulteriormente sotto quota 110.Su questa quota, compresa tra 105 e 108, si è attestata per tutti i mesi successivi, fino ad arrivare alla cifra attuale: i 107,7 detenuti ogni 100 posti rilevati alla fine dello scorso maggio.


Una riduzione del sovraffollamento che però non è esente da diverse criticità. In primo luogo, perché nel confronto europeo l'Italia resta - anche dopo le misure adottate - uno dei paesi dell'Unione in cui il problema rimane più cogente. Nell'ultimo rapporto annuale Space I - il documento prodotto dal consiglio d'Europa per confrontare la condizione carceraria nei diversi paesi - l'Italia compare ai primi posti in Ue per tasso di affollamento.


Analizzando l'andamento in valori assoluti, infatti, si nota come dagli oltre 60mila detenuti del dicembre 2019 si sia scesi a 53mila l'anno successivo. In seguito il dato sembra essere tornato a crescere, seppur lentamente. Il 31 dicembre dell'anno scorso le persone in carcere (comprese quelle in semilibertà) erano 54.134. Sei mesi dopo sono oltre 600 in più. Erano infatti 54.771 il 31 maggio scorso, ovvero il 2,1% in più rispetto allo stesso mese del 2021 e il 2,7% in più del maggio 2020.


Variazioni ancora apparentemente limitate, ma che delineano una tendenza chiara, coerente con quanto segnalato dalle organizzazioni per i diritti dei detenuti.

Tali variazioni dovranno continuare ad essere monitorate, in primo luogo in relazione all'evoluzione dei contagi nei prossimi mesi. In generale, a prescindere dalla pandemia, perché il sovraffollamento è un indicatore importante per la qualità della vita negli istituti penitenziari.

La detenzione è già di per sé una condizione problematica e drammatica, tanto per l'esperienza della vita in carcere, quanto per le gravi difficoltà di reinserimento nella società una volta usciti. Il sovraffollamento in questo senso forza i detenuti a condividere uno spazio più ristretto, peggiorandone ulteriormente la qualità della vita.


Pochi dati mettono il luce il disagio delle carceri come quello dei suicidi, un dramma che coinvolge sia i detenuti che gli agenti di custodia. Nei suoi rapporti annuali, il consiglio d'Europa ha più volte classificato il nostro paese tra quelli dove l'incidenza del fenomeno dei suicidi risulta più elevata rispetto alla media. È stato così negli anni precedenti il Coronavirus (2018, 2019), ma la tendenza si è purtroppo confermata nel corso dell'emergenza.


Nel 2020, primo anno di pandemia, il dato nazionale non solo si è confermato tra i più elevati a livello Ue. Ha anche registrato un nuovo picco nella serie storica degli ultimi anni, superando i 60 suicidi annui. Una soglia superata in precedenza nel 2018 (61 suicidi anche in quell'anno), nel 2011 (63), nel 2001 (69) e nel 1993 (61).


I 57 suicidi in carcere avvenuti nel 2021 segnalano una situazione ancora preoccupante nelle carceri italiane, nella fase di uscita dall'emergenza Covid.Se si confronta il numero di suicidi con la popolazione carceraria, negli ultimi anni il rapporto ha quasi sempre superato i 10 suicidi ogni 10mila detenuti mediamente presenti. Così nel 2018 (10,4 casi ogni 10mila detenuti), nel 2020 (11) e nello scorso anno.



Share

Tutti gli articoli

21 febbraio 2025
"Per quanto si possa prendere d’esempio qualcuno, ho sempre creduto che si impari solo dagli sbagli che tu stesso commetti".
Autore: Marianna Marra 12 febbraio 2025
"Succede che quando inizi a frequentare un mondo, diverso da quello che hai vissuto fino a quel momento, non capisci più dove stia la verità. Letteralmente".
shrek, shrek the musical, graziano galatone,
Autore: Marianna Marra 17 gennaio 2025
shrek, shrekthemusical, fiona, ciuchino, graziano galatone, musical, notredame de paris, frollo, febo, esmeralda, quasimodo, cocciante, i promessi sposi, renzo e lucia.
Autore: Anna Poerio 10 gennaio 2025
La miniserie “Leopardi. Il poeta dell’infinito” è stata liberamente ispirata alla vita del grande poeta, tuttavia, sarebbe stato opportuno non trascurare alcuni elementi che avrebbero potuto arricchirla. Nel film vediamo Poerio proferire solo poche parole; le uniche di rilievo sono quelle con cui prende le difese del Leopardi, offeso dal Tommaseo, definendolo giustamente il più grande poeta del tempo. Nelle poche scene in cui appare il poeta napoletano, egli è sempre silente, sembra quasi un personaggio ininfluente, cosa che non gli rende giustizia, in quanto a Firenze il Poerio era preso molto in considerazione e godeva di notevole rispetto e ammirazione.
Autore: Felice Massimo De Falco 31 dicembre 2024
Micaeala Ottomano: "S ono percepita come un’aliena e devo riconoscere che trovo molto più osteggiante il comportamento dei colleghi uomini rispetto a quello delle donne, con le quali la competizione e’ molto più sana. La maggior parte degli uomini in Italia non ama la donna in carriera, poiché rappresenta un problema, l’uomo vuole competere con un uomo e non con una donna che spesso percepisce, inconsciamente, come una minaccia al suo ego. Il nostro Paese è più che impregnato di patriarcato, da Sud a Nord è sempre più frequente che sia l’uomo a decidere le regole in società. Basti pensare alle piccole questioni giornaliere, se hai un uomo accanto tutti ti mostrano maggior rispetto, farsi valere da sole per noi donne e’ difficilissimo. Ora con Giorgia Meloni premier la situazione e’ in miglioramento ma sono molti, troppi i suoi detrattori; ovvero quelli che non vogliono riconoscere le sue straordinarie capacità solo perché è donna: una stortura del nostro tempo".
Autore: Mario Sorrentino 24 dicembre 2024
Nelle mani di Dickens, il Natale torna ad essere un tempo per riunirsi con la famiglia, celebrare lo spirito di generosità e festeggiare allegramente.Soprattutto, il periodo natalizio è un’opportunità per sintonizzarsi su una frequenza più alta e per prestare le nostre voci al ritornello che canta uno dei brani più antichi e migliori di tutti: la canzone del potere redentore dell’amore. E oltre al fuoco acceso di un focolare, è soprattutto al calore che abbiamo dentro che penso. Un calore che si alimenta con le cose semplici, essenziali, autentiche. Un sorriso, uno sguardo, un abbraccio. Quelle che fanno emergere il nostro lato migliore. Le cose che ci fanno volere più bene a noi stessi, da Seneca,”si vis amari ama”. Penso agli occhi di chi ci guarda con amore, di chi ci incoraggia sempre, di chi alzando un calice, cercando il nostro bicchiere, brinda ancora alla vita.
Autore: Felice Massimo De Falco 24 dicembre 2024
In un’intervista approfondita al Prof. Andrea Spiri, storico e docente alla facoltà di Scienze politiche alla LUISS di Roma, sono emerse riflessioni significative sul legame culturale tra il Partito Socialista Italiano (Psi) e la destra italiana, con particolare attenzione alla figura di Bettino Craxi e alle sue eredità nel contesto politico attuale, rappresentato da Giorgia Meloni. Per Spiri, oggi, il riformismo di Giorgia Meloni presenta alcune affinità con il pensiero di Craxi. Entrambi condividono l’idea di un riformismo che risponde a una realtà in evoluzione, ponendo l’accento sull’autonomia e sul primato della politica.
intervista a Sabrina Musco di Marianna Marra
Autore: Marianna Marra 11 dicembre 2024
Nella seconda parte dell'intervista a Sabrina Musco si parla di Arkane, Fika, disabilità, strutture turistiche di ricezione, sharenting, decorazioni natalizie, viaggi, albero di natale, content creator, travel writer, cotswolds, inghilterra, blogger, fashion, moda, styling, marianna marra, strutto & parrucco, rubrica, emozioni, makeup, cucina, costume, gioielli, svezia, lapponia, natale, aurora boreale, telese terme, napoli, milano, blogging.
Autore: Marianna Marra 3 dicembre 2024
Sabrina Musco: “I numeri sono importanti e molto per il tipo di lavoro che faccio perché ciò che un’azienda ‘acquista’ durante una sponsorizzazione è il legame che si ha con le persone che si seguono. Grandissimi numeri non vuol dire per forza ottimi risultati, ma è normale che i numeri siano anche di influenza per un’azienda che ti sceglie (oppure no) credo che l’aspetto fondamentale sia non guardare ‘solo’ ai numeri”.
Autore: Felice Massimo De Falco 3 dicembre 2024
In un’epoca caratterizzata da rapidità e oblio, emerge una domanda cruciale: stiamo davvero costruendo una società che non lascerà tracce nel futuro? Questa riflessione proviene da un’analisi profonda della nostra cultura contemporanea, che “sembra abbandonare le proprie eredità, sia culturali che storiche”. É il tema a cui risponde Marcello Veneziani, scrittore e filosofo, nel suo nuovo libro “Senza eredi, Ritratti di maestri veri, presunti e controversi in un'epoca che li cancella”, edito da Marsilio.
Altri post
Share by: