Giulio di Donato nasce a Calvizzano il 26 aprile 1947; dopo l'esperienza nel Consiglio Comunale di Calvizzano, suo paese natale e a Napoli dove fu nominato dapprima Assessore ed in seguito Vicesindaco tra il 1975 ed il 1983, è stato eletto Deputato della Repubblica per tre legislature (IX legislatura, X legislatura e XI legislatuta) dal 1983 al 1994 nelle file del Partito Socialista Italiano, ricoprendo anche la carica di vicesegretario del partito di Bettino Craxi dal 1989 al 1993; questi anni sono caratterizzati dall'alleanza tra Bettino Craxi, Giulio Andreotti ed Arnaldo Forlani che fu definita CAF.
L'esponente della Democrazia Cristiana Paolo Cirino Pomicino (aderente alla corrente Andreottiana e Ministro del Bilancio tra il 1989 e il 1992), l'esponente del Partito Liberale Italiano Francesco De Lorenzo (Ministro della Sanità tra il 1989 e il 1993) e l'esponente del Partito Socialista Italiano nell'era Craxiana Giulio Di Donato vennero definiti come I viceré e da alcuni descritti come i "veri padroni di Napoli per oltre un decennio"
Dopo essere ritornato nella scena politica all'interno de La Rosa nel Pugno, nel maggio 2007 ha aderito a Forza Italia (ed in seguito al Popolo delle Libertà), mentre il 12 settembre 2009 è stato eletto segretario regionale dell'UDEUR in Campania. Dal 2011 al 2014 è stato Consigliere d'Amministrazione del Teatro Stabile di Napoli
Già da un po' Di Donato milita in Italia Viva, il partito di Matteo Renzi.
Nell’imminenza delle elezioni legislative abbiamo posto a Di Donato alcune domande.
On. Di Donato, già da tempo ha scelto Italia Viva. Da ex socialista trova similitudini all’interno di questa compagine?
Si c’è identità di vedute. L’Italia ha bisogno di un riformismo liberal socialista come quello che si affermò con Craxi. E oggi le proposte della Conferenza programmatica socialista di Rimini sono attualissime. Eravamo di trent’anni in anticipo sui tempi. Oggi con Renzi e Italia viva c’è piena sintonia.
Ricorda il discorso sui bisogni e meriti di Martelli? Italia Viva ha impostato la sua esistenza su questo?
Grillini e Salvini hanno trasformato l’Italia in un paese di sussidi. Altro che meriti e bisogni; becera demagogia, assistenzialismo, clientelismo di massa, spesa improduttiva, abusi, frodi e mortificazione del lavoro, dell’impegno, della responsabilità e della legalità.
Quanto varrebbe un cervello come Renzi nella Prima Repubblica?
Renzi è l’unico leader politico che ha sfidato populismo e sovranismi vari. È stato un buon presidente del consiglio, il suo governo ha operato bene. Ed anche la sua riforma costituzionale era giusta. Forse gestita malema giusta nei contenuti. E contro tutti ha imposto Draghi alla guida del governo. Impresa straordinaria. Il “sistema” lo ha liquidato con una incredibile violenza perché lo ha vissuto come una “anomalia”, così come accadde con noi. Naturalmente ci sono anche gli errori, i suoi (come anche i nostri), che tuttavia sono di gran lunga inferiori ai meriti.
Renzi e Calenda sono vicini. Entrambi hanno un carattere narciso. Dove possono arrivare?
Renzi e Calenda devono mettere da parte il loro narcisismo e fare un accordo senza incertezze perché per entrambe e per il Paese questa del terzo polo è una straordinaria occasione. La politica è fatta di protagonismo ma anche di passi indietro. Ed i secondi sono quelli che caratterizzano i leader. Renzi ha annunciato il suo. Insieme Calenda, Renzi, Gelmini, Carfagna, Pizzarotti, l’associazionismo diffuso e tutti gli orfani di una politica seria e concreta, possono arrivare e superare il 10% e questo riporterebbe alla guida del paese serietà e competenza, affidabilità e responsabilità.
Come mai un socialista di razza sposa il Centro?
Il terzo polo non è il centro. C’è una destra, è vero, fatta antieuropeismo, filoputinismo, avanspettacolo berlusconiano, salvinismo tossico, qualche rigurgito neofascista. Ma la sinistra invece quale sarebbe? Quella che vuole mettere insieme Calenda e Fratoianni? Quella di Letta o quella di Bonaccini? Quella del Pd che fa propria l’agenda Draghi ma poi raccatta gli estremismi più inconcludenti? O peggio i residui del grillismo? No, la sinistra riformista ispirata ad un socialismo liberale adatto ai tempi di cui hanno bisogno l’Italia e l’Ue è proprio il terzo polo.
Testata Giornalistica con iscrizione registro stampa n. cronol. 1591/2022 del 24/05/2022 RG n. 888/2022 Tribunale di Nola