Finalmente il popolo italiano potrà esprimersi sul tema dei temi che da quasi trent’anni tiene stretto in una morsa mortale il nostro paese, La Giustizia!
Sia ben chiaro i cinque quesiti referendari non hanno nulla a che vedere con una campagna anti magistrati ma anzi se dovessero vincere come ci auguriamo cinque si sarà il trionfo della magistratura stessa e della gran parte di essa cioè quella vera e non politicizzata che tra mille difficoltà gestisce questo delicato settore della vita quotidiana.
Ma quali sono questi quesiti che il 12 giugno gli italiani si troveranno sulla scheda referendaria?
1) Abrogazione della Legge Severino; la legge è stata applicata prevalentemente contro sindaci ed amministratori locali i quali sono stati sospesi, costretti alle dimissioni, con danni irreversibili nei casi, frequenti, di assoluzione. Se vince il SI viene abrogato il decreto e si cancella così l’automatismo delle sanzioni, restituendo ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici.
2) Limitazione della custodia cautelare: Se vince il SI , eliminando la possibilità di procedere con il carcere preventivo per il rischio di “reiterazione del medesimo reato”, la custodia cautelare si applicherà solo ai reati più gravi e si eviterà che migliaia di innocenti finiscano dietro le sbarre senza che abbiano commesso alcun reato. Resta in vigore, invece, la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi.
3) Separazione delle funzioni tra PM e giudici: Se vince il SI , oggi tra i magistrati che accusano e quelli che giudicano non vi è alcuna differenza. Nel corso della carriera gli stessi magistrati possono passare più volte dalle funzioni giudicanti a quelle inquirenti e viceversa. Ruoli interscambiabili e porte girevoli tra le funzioni di chi formula e sostiene l’accusa e chi invece deve giudicare.
Tutto ciò indebolisce la indispensabile distinzione tra le funzioni, appanna fino ad annullare la terzietà del giudice, rafforza lo spirito corporativo tra le due figure e compromette un sano e fisiologico antagonismo tra poteri, vero presidio di efficienza e di equilibrio dal sistema democratico. Nelle grandi democrazie i PM hanno carriere nettamente separate da quelle dei giudici. Se vince il SI il magistrato dovrà scegliere dall’inizio della carriera, la funzione che intende svolgere o fa il PM o il giudice e dovrà mantenere quel ruolo durante tutta la sua carriera.
4) Valutazione di professionalità e competenza del magistrato: Se vince il SI, viene riconosciuto anche ai membri “laici”, cioè avvocati e giuristi, di partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati.
5) Elezione del CSM e sua riforma: Se vince il SI si tornerebbe alla legge originale del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del CSM presentando semplicemente la propria candidatura.
Avremmo così votazioni che mettono al centro il magistrato e le sue qualità personali e professionali, il merito, non gli interessi delle correnti o il loro orientamento politico.
Andare a votare per chi è socialista liberale e democratico in questo scenario è un imperativo categorico votare 5 si una scelta obbligata per liberare l’Italia dallo squilibrio enorme creatosi tra il potere giudiziario e gli altri poteri dello Stato, uno squilibrio che ha origini non lontane e che ormai ha reso questo Paese instabile e privo di una vera competitività economica (Palamara docet!).
Testata Giornalistica con iscrizione registro stampa n. cronol. 1591/2022 del 24/05/2022 RG n. 888/2022 Tribunale di Nola