Felice Iossa, Il Laboratorio è caduto rovinosamente a testimonianza che il progetto era debole alla base. E ora che succede?
Il progetto era debolissimo, si capiva che prima o dopo sarebbe fallito e sarebbe andato incontro ad una sconfitta politica enorme. Non si può calare dall’alto nessun candidato a sindaco. Del resto la stessa coalizione di Lello Russo aveva vinto ma ha perso sul candidato sindaco per una serie di circostanze. Adesso a Pomigliano, dopo questa sconfitta del Pd e dei 5 Stelle, la situazione è rovente. La crisi fatta da Eduardo Riccio senza passare per il suo partito e senza un dibattito in consiglio comunale, è sembrata più una fuga che una crisi, che pure andava fatta perché le cose non andavano bene. E’ sotto gli occhi di tutti che cos’era diventata Pomigliano. Dunque, non è in discussione la crisi ma il metodo. Poi ci sono manifesti, dichiarazioni del capo dei vigili, lettere alla Procura della Repubblica: tutto questo rendono l’aria della città irrespirabile. Sembra una guerra fredda tra fazioni e la situazione è molto complicata.
Oggi è il tempo delle liste, delle alleanze e della scelta del candidato a sindaco. Lei si è fatto promotore delle primarie
Già due anni e mezzo fa io avevo la strada maestra che era quella delle primarie, ma nessuno le vuole, ma è il modo più intelligente per rendere partecipe la città, il cittadino diviene protagonista di una scelta, anche perché non c’è più politica a Pomigliano. Allora dobbiamo creare una grande coalizione per dare stabilità all’azione amministrativa, riparare i guasti che sono stati fatti e proiettare Pomigliano in una nuova visione recuperando innanzitutto il rapporto con le fabbriche. Una volta fatto il contenitore, un’alleanza vasta, dobbiamo premiare le migliori energie e scegliere il candidato sindaco che non è assolutamente facile.
Lei ha sussurrato il nome di Lello Russo quale riserva di Stato
Si, lui deve diventare in questa fase un costruttore politico di pace, non l’uomo che divide. Lui è protagonista della vita politica di Pomigliano, ha fatto il sindaco per oltre 25 anni e con l’esperienza che ha, è un uomo indispensabile per ricostruire un tessuto democratico all’altezza della città. Ma lui il sindaco non vuole farlo. Se non si trova un modo di stare assieme, sarà la città che arriverà a lui. Non sarà semplice, tutti devono essere disponibili a fare un passo indietro nell’interesse della città.
Ma secondo lei gli altri aspiranti alla carica sono disposti a mettersi di lato?
Devono farlo nell’interesse della città. Il cittadino non è affatto stupido, guarda con attenzione quello che sta accadendo, vuole capire, e quindi bisogna essere trasparenti al massimo, dire a verità, tutti devono essere consapevoli che è venuto il momento di fare l’interesse della città, diradare questa nuvola su Pomigliano di speculazione edilizia, di affari camorristici. Pomigliano è una città virtuosa, fatta di gente che lavora con onestà, è stata sempre un esempio per tutta la Regione Campania. Nelle fondamenta di questa città c’è il sangue dei lavoratori, ci sono le lotte operaie che nessuno può calpestare e perciò dobbiamo ripristinare la dignità e il decoro di Pomigliano
Chi sarà il prossimo sindaco di Pomigliano ha un compito abbastanza oneroso. Dopo il Covid e la crisi Pomigliano non ha una vocazione.
Pomigliano ha bisogno di trovare una nuova identità che è stata offesa e calpestata in questi anni. Ha bisogno di risolvere un problema enorme col mondo dell’industria perché dobbiamo proiettarla nel futuro. Leonardo è in ripresa forte, Stellantis promette bene, abbiamo il mercato dell’auto elettrica. Bisogna affrontare il problema della viabilità, della vivibilità e della questione ambientale. Proiettare Pomigliano verso il terziario produttivo è un’impresa, saper spendere i fondi del PNNR è fondamentale per costruire quelle infrastrutture che servono a catturare investimenti per la trasformazione urbana. C’è da fare un grandissimo lavoro. Per questo progetto riformatore c’è bisogno di stabilità politica e di un sindaco forte dotato di grande personalità e ricostruire la politica a Pomigliano. C’è bisogno che i partiti tornino a fare politica che sfornino classe dirigente, bisogno ricreare le fondamenta della politica e della democrazia. Pomigliano ha dato all’Italia dirigenti regionali e nazionali ai partiti.
Mi permetta di dire che c’è bisogno anche di una filiera istituzionale per non chiudersi nel proprio fortino
Sono d’accordo con lei, bisogna entrare nella logica di essere una città metropolitana, bisogna avere rapporti coi vertici e non isolarsi
Probabilmente nel centrosinistra si candiderà Eduardo Riccio. E’ una candidatura forte?
Eduardo Riccio è una figura importante per il disegno che io propongo, è stato fino ad oggi il segretario dell’unico partito organizzato che esiste in città. Ha sbagliato il metodo della crisi come dicevo prima non l’obiettivo. Io stesso più volte l’ho sollecitato a fare la crisi. Eduardo Riccio, Lello Russo, tutti devono partecipare a costruire questa nuova area politica, questa nuova maggioranza e da questo perimetro politico deve uscire la figura del sindaco, altrimenti poi c’è la riserva dello Stato.
Lei vede assieme Lello Russo ed Eduardo Riccio?
Si, e con loro Azione, Italia Viva, i Riformisti, il Pd, una vasta coalizione per dare stabilità a Pomigliano. Non mi dispiacerebbe vedere una divisione con un centrodestra dall’altro lato. Nessuno deve dimenticare che al governo c’è la Meloni ma sul territorio c’è poca consistenza, ma ricordatevi che Berlusconi e Grillo prendevano voti dal cielo e se sul territorio inizia a venire la Meloni e i suoi ministri può diventare un problema se tutto il centrosinistra e le forze civiche sono divise. Mi appello a loro: Mettete da parte i particolari e i vostri interessi, coalizzatevi per creare un fronte repubblicano, democratico, progressista e liberale.
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