Sostammo in quel bar almeno un paio d’ore… mi chiese tantissime cose. Soprattutto come ero stata e come avevo preso quella situazione. A quel punto mi sciolsi e fui sincera. Gli dissi che c’ero rimasta davvero male e che lo avevo inquadrato come il solito bullo bamboccio figlio di famiglia. Forse esagerai ma lui scoppiò in una grossa risata. Mi prese la mano e me la baciò.
Non appena lui mi sfiorava il mio corpo sussultava. Era come se non avessimo avuto nessuno intorno. Piano piano cominciai ad essere a mio agio. A rilassare i miei nervi. Non mi sembrava ancora vero di essere in un bar a Milano con Claudio. Ero rilassata ormai ma mi sentivo confusa. Confusa da quelle dichiarazioni. Confusa perché lui stava piombando lì nella mia vita e veniva a prendermi e a portarmi via… in chissà quale storia, in chissà quale vita. Ma allo stesso tempo amavo quello stato di confusione.
Ad un certo punto mi comunicò che avrebbe dovuto girare per comprare dei pantaloni e delle camicie… mi chiese appunto di accompagnarlo. Ci divertimmo in giro tutto il pomeriggio. Fu una giornata spensierata. Lo consigliavo nello scegliere gli abiti. Questo ti piace? Come mi sta? Lo prendo? Tra un acquisto e l’altro si fece l’ora per un aperitivo. Decisi di portarlo al Gam. Rimase entusiasta.
Continuava a parlare, a tenermi la mano, a baciarmi delicatamente… Non potevo evitare di osservarlo e di pensare… immaginarci insieme… lo ascoltavo e mi sembrava di conoscerlo da anni. Ma la verità era semplicemente che non avevo conosciuto nessuno dal quale… insomma, dal quale mi sentissi attratta, oltre Claudio ovviamente, anche se una parte di me sognava le ginocchia tremanti, il cuore in gola, le farfalle nello stomaco, le notti insonni. Ho sempre pensato che se ci credi la persona giusta esiste. O forse se ci credi fai di una persona quella giusta. Almeno per un po’
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