Ho sempre ritenuto che avere due genitori dello stesso sesso non fosse mai stata una novità introdotta dal terzo millennio. Nei secoli passati molti bambini sono cresciuti in ambito familiare solo con mamme, nonne e zie perché magari gli uomini erano lontani in guerra, il più delle volte morti, oppure per lavoro o altre vicissitudini che hanno portato i figli a non averli mai conosciuti.
Ho sempre ritenuto che avere due genitori dello stesso sesso non fosse mai stata una novità introdotta dal terzo millennio. Nei secoli passati molti bambini sono cresciuti in ambito familiare solo con mamme, nonne e zie perché magari gli uomini erano lontani in guerra, il più delle volte morti, oppure per lavoro o altre vicissitudini che hanno portato i figli a non averli mai conosciuti.
Tutto è nato nella Prefettura di Milano che ha chiesto al Comune di interrompere le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia. La sospensione delle registrazioni è dovuta a seguito di una specifica richiesta al ministero dell'Interno. Di conseguenza, molti sindaci italiani, specialmente di sinistra, ma non solo, si sono opposti a questa scelta del governo. La stretta del prefetto, decisa su indicazione del ministero dell’Interno, recepisce la sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del 30 dicembre, in cui i supremi giudici avevano stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe. Il 19 gennaio il ministero dell’Interno, in una circolare diretta ai prefetti, ha sottolineato lo stop della Cassazione alle trascrizioni dei certificati dei figli di due padri nati all’estero con maternità surrogata e li ha sollecitati a «fare analoga comunicazione» ai sindaci.
Lo stop riguarda i nuovi atti di nascita. Il sindaco Beppe Sala aveva ricominciato a registrare certificati anagrafici con due genitori dello stesso sesso a luglio scorso, spiegando in occasione del Pride che interveniva perché Parlamento e governo non avevano colmato il vuoto di legge sulle famiglie omosessuali, nonostante le ripetute sollecitazioni della Corte costituzionale. Un atto figlio dell’assenza di legislatura sul tema, ha detto spesso Sala, e anche frutto di un’attenzione ai diritti che Milano ha sempre manifestato dalla giunta arancione di Giuliano Pisapia.
Nella circolare emanata dal prefetto di Milano si sollecita ad interrompere i riconoscimenti dei figli di due madri nati in Italia riservandosi di dare indicazioni su quelli nati all’estero sempre da due donne, trasmettendo, inoltre le indicazioni del governo sui bambini nati con la surrogata all’estero. In particolare, si legge: “È stato effettuato, da parte di questa Prefettura, un approfondimento – quanto a casi rilevati e a orientamenti amministrativi e giurisprudenziali – relativo alle iscrizioni e alle trascrizioni degli atti di nascita, riportanti dati di genitori dello stesso sesso”.
E ancora: “alla luce del divieto per le coppie composte da soggetti dello stesso sesso di accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita, il solo genitore che abbia un legame biologico con il nato può essere menzionato nell’atto di nascita che viene formato in Italia. Parimenti esclusa è la trascrizione di atti di nascita formati all’estero riconducibili alla fattispecie della maternità surrogata”. Quindi, secondo il prefetto, il divieto vale anche per i figli nati all’estero da coppie lesbiche, ma “in ragione dell’assenza di indicazioni normative” ha chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato in merito.
Mentre la sentenza della Cassazione dava indicazione di riconoscere con l’adozione in casi particolare i figli di due padri nati con la surrogata all’estero, la giurisprudenza è più incerta sul caso dei figli di due madri nati in Italia grazie alla fecondazione eterologa fatta all’estero. La Cassazione si è pronunciata sette volte contro il riconoscimento alla nascita, ma non a Sezioni Unite (quindi con meno «forza» giuridica), la Corte Costituzionale ha chiesto al legislatore di introdurre un riconoscimento tempestivo, mentre nove tra Tribunali e Corti d’Appello hanno autorizzato i riconoscimenti alla nascita. Proprio sulla base di questa incertezza giuridica alcuni sindaci, tra cui Sala, hanno continuato i riconoscimenti alla nascita. La Cassazione invece finora ha sempre autorizzato la trascrizione immediata dei figli di due lesbiche nati all’estero.
Dopo gli annunci singoli delle scorse settimane, il numero dei primi cittadini che scelgono di disobbedire alla decisione dell’esecutivo di non riconoscere i figli delle coppie omosessuali nati all’estero cresce ancora, coinvolgendo in particolare quelli delle grandi città del nostro Paese: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari. E, in una dichiarazione congiunta, affermano con forza la volontà di proseguire nella trascrizione di questi bambini all’anagrafe del paese di residenza.
Secondo Emma Bonino, ex ministra degli Esteri ed ex commissaria Ue “Per il Parlamento europeo è una emergenza civile, una violazione dei diritti, non consentire la registrazione all'anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali”, e, infatti, ha promosso, con +Europa e Radicali Italiani, la campagna “Sindaco trascrivi”. Ora si dice certa che “la Commissione Ue si muoverà sulla stessa strada dell'Europarlamento e chiederà che non ci siano discriminazioni tra bambini di serie A e di serie B”. Ai sindaci chiede: “Siete incoraggiati anche dall'Europa a fare le registrazioni: è un passo avanti”. Di fatto, il Parlamento Ue dice al governo italiano: badate, state creando bambini di serie A e B. Vi piaccia o no, non potete fare finta di niente. I bambini non hanno responsabilità su come sono nati, dove e perché. È una emergenza di civiltà quella segnalata dall'Europa. Quanto accade in Italia con lo stop alla registrazione è una violazione dei diritti, tanto più grave in quanto colpisce i bambini”.
I sindaci di Roma, Torino, Milano, Napoli, Bari, Firenze e Bologna hanno chiesto un incontro urgente con il governo e dichiarato di voler proseguire la trascrizione degli atti di nascita dei bambini nati da famiglie omogenitoriali.
Ovviamente la soluzione definitiva non potrà che essere normativa, con una legge che consenta, sempre nell’ambito del rispetto dei diritti e dei doveri sanciti dalla Costituzione, la possibilità a chi decide di avere e crescere figli di farlo con amore, rispetto e dignità.
di Giovanni Passariello
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