Se parli con un giovane descamicados del suo verbo, sembra quasi si stia in mezzo ad un carillon d’attesa e di festa per lo scoccare della mezzanotte e l’avvento di un nuovo anno, una nuova era (che di tante già ne abbiamo viste), Lello Russo candidato sindaco, dopo nemmeno 27 mesi dal trono reso vuoto dai gingilli lessicali di un papirologo venuto da Marano coi paramenti romani a voltare pagina, riducendola in verità in brandelli, non sapendone niente di politica e amministrazione.
E menomale che l’ha capito anche Eduardo Riccio, ex vicesindaco di una masnada di scappati di casa, che pesavano il loro quid politico con le capacità che avevano di intrattenere rapporti perpendicolari con Roma, la Roma degli attici mozzafiato decantata dall’ ei fù plenipotenziario Luigi Di Maio e che ha ben saputo conservare per lui, alla faccia di Grillo e Conte. Ma la sua caduta negli abissi della politica, di conseguenza, come un effetto-domino ha fatto caracollare nell’imbarazzo i suoi cani da riporto pomiglianesi, col risultato di una lacerazione lenta e pericolosa per la città. Allora ben vengano i carillon per un uomo che conosce vizi e vezzi del suo popolo, sa accarezzarli e bastonarli, sa strappargli un amichevole risata come una intemerata da padre della patria.
Lello Russo ha fatto sapere che prenderà la decisione di voler fare il candidato sindaco quando glielo chiederanno e se la sua famiglia è d’accordo: un trattato di politichese chiaro, pulito, nitido. Ad occhio e croce accetterà! Ma il capolavoro costruito con l’esperienza politica è l’essersi arrivati a questo stadio, ieratico nel suo studio ricolmo di libri. Godere della stima, della fiducia e anche del timore dei suoi giudizi per i questuanti che vengono da destra, sinistra e centro é una qualità che Musil avrebbe considerato nel suo “L’uomo senza qualità”. Per Lello Russo non esistono nemici in politica ma avversari di turno, l’importante è avere una squadra, a forgiarla ci pensa lui.
E quindi si ritrova a difendere Riccio dalle grinfie del Pd napoletano di questo Berlinguer mancato di Sarracino davanti che vuole il suo scalpo. Perché lo difende? Perché Riccio gli ha portato lo scalpo di Del Mastro. È una roulette russa la politica pomiglianese in cui oggi la pistola è in mano ad uno solo. Manca l’ufficialità e forse a giorni arriva e cambieranno magari anche tanti spostamenti di chi ha pensato di fare qualcos’altro. Ma è difficile mettersi di traverso ad uomo che ti assassina con un calembour dal palco.
Perché è un’animale da palco e sa fare le campagne elettorali. Siamo dell’idea che una volta messo nero su bianco, inizieranno smottamenti a destra e nelle liste collegate, magari qualche candidato farà marcia indietro. È il rito cruento delle liste. Si tenterà di vincere al primo turno anche se è difficile con tante liste in campo (alcune spariranno) Noi ci auguriamo che “finalmente” nel corso della sua ultima candidatura (mai dire mai) faccia una cosa che gli manca nel suo ricco palmares: fare una classe politica che cammini con le proprie gambe. A buon rendere.
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