Sanremo c’è. E poco conta se la longevità della kermesse rivela l’età della saggezza, giunto alla 73^ edizione: anche quest’anno il pubblico premia il Festival con ascolti record: 10 milioni e 757 mila spettatori e 62,4% di share, la prima serata viene catalogata come trionfo assoluto. Un po’ meno della scorsa edizione(la prima serata registrò 10.911.000 spettatori) ma qualcosina in più di share(pari al 54% di Sanremo 2022), e c’è già chi attribuisce meriti: la presenza di Chiara Ferragni, il monologo di Chiara, gli outfit della Ferragni.
Ma nulla di più ideologicamente scorretto: il merito, ancora una volta, è di una straordinaria kermesse musicale messa su da Amadeus che, con la sua esperienza in tema sanremese ha costruito il team perfetto per la conduzione del Festival, anche grazie alla presenza della giovane imprenditrice digitale che sine dubio avrà trascinato con se i numeri stratosferici di follower dai social. In teoria, ma in pratica sorge un’ evidenza differente: se è vero che oltre 28 milioni di internauti amano la Ferragni è anche vero che una gran parte di loro non ama Sanremo. E lo dimostrano commenti, opinioni, sondaggi: c’è chi addirittura lo snobba, relegandolo ad un momento di aggregazione tipicamente paesana e senza attribuirvi prestigio, mentre poi si scoprono accaniti telespettatori della tv “spazzatura” come reality show o intrattenimento di valore affine.
A mio dire, sembrerebbe che il momento sanremese venga utilizzato da noi altri quale capro espiatorio, di ribellione nei confronti della società, di un rifiuto netto, deciso ed anche motivato, nel dover seguire un tradizionale appuntamento musicale che, diversamente, lo consideriamo imposto. Vorrei concludere con questa espressione: “C’è chi guarda Sanremo e chi mente” perché in fondo, la magia del Festival conquista tutti, oltre ogni ragionevole disprezzo.
Maria Parente
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