Il primo trimestre ha visto una ripartenza del Pil sopra le attese (+0,5%) e questo porta la variazione acquisita per il 2023 a +0,8%. Ciò grazie a servizi e industria (sebbene quest'ultima solo grazie al trascinamento da dicembre scorso) che include le costruzioni. Lo sostiene il nella Congiuntura Flash di aprile il Centro studi di Confindustria per il quale è andato "bene l'export, anche se in un contesto internazionale meno favorevole"."
Il calo del prezzo del gas alimenta la fiducia in Italia, oltre a favorire la riduzione dell'inflazione, che però sarà lenta e continuerà a frenare i consumi. L'inflazione italiana prosegue il calo però resta alta (+7,6% annuo a marzo, +11,8% a ottobre), prosegue Confindustria. La variazione dei prezzi energetici (+10,8%) è ora più bassa di quella degli alimentari (+12,9%). Infatti, le materie prime con i maggiori rincari sono quelle alimentari: a marzo restano al +55% rispetto al 2019, mentre il prezzo del gas è relativamente basso (43 euro/mwh in aprile) e quello del petrolio sale poco (86 dollari al barile). La dinamica dei prezzi al consumo al netto di tali due componenti è elevata (+4,8%), per la trasmissione dei rincari dell'energia anche agli altri beni e servizi.
Sul fronte dei tassi d'interesse, il costo del credito per le imprese italiane è salito a 3,55% a febbraio (da 1,18% a fine 2021) e a marzo la quota di imprese industriali che ottiene credito solo a condizioni più onerose è al 44,3% (da 7,3%), osserva Confindustria per la quale la stretta segue il rialzo dei tassi di riferimento: quello Bce è arrivato al 3,50% a marzo (da zero) e secondo i future ci sarà un ultimo rialzo entro l'estate, poi un taglio nel 2024; il Btp italiano si è stabilizzato negli ultimi mesi su un aumento di oltre 3 punti (4,13% in aprile, da 0,97%).
La produzione industriale a febbraio ha subito un'altra flessione (-0,2%), dopo che a gennaio era diminuita di -0,5%; la variazione acquisita per il 1 trimestre è di poco positiva (+0,1%), grazie alla buona eredità di dicembre. I dati qualitativi dipingono uno scenario complesso: il Pmi a marzo, pur frenando, è rimasto in area di espansione (51,1 da 52,0), ma la fiducia delle imprese è di nuovo calata in aprile, con la flessione di ordini e di attese sulla produzione. In espansione invece i servizi.
Bene il turismo in Italia, che è molto sopra i valori del 2019 (a febbraio +8,3% in termini di spesa dei viaggiatori stranieri). Ottime le indicazioni sui servizi: a marzo il PMI è balzato, indicando più crescita (55,7 da 51,6) e la fiducia delle imprese in aprile ha proseguito il suo recupero.
In frenata i consumi che nel 4 trimestre 2022 hanno pagato l'impennata dei prezzi che ha eroso il reddito delle famiglie (-3,7% reale): ne è derivato un calo dei consumi (-1,6%), in particolare alimentari (-5,3%). La domanda è rimasta fiacca a inizio 2023: le vendite al dettaglio di beni si sono ridotte a febbraio (-0,9%; -1,8% gli alimentari). L'indicatore Icc a marzo conferma il "taglio" agli alimentari (-3,9% annuo), pur registrando una crescita dei consumi totali (+1,1%), coerente con la risalita della fiducia (105,5 ad aprile, da 100,9 a gennaio) e con un mercato del lavoro che resta solido (a febbraio +10mila occupati, +0,3% nel 1 bimestre).
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