Assessore Chiara Marciani, quali sono le difficoltà principali nella costruzione del lavoro a Napoli?
Più che difficoltà dipende dall'approccio. Quello che noi stiamo cercando di fare è di utilizzare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, immaginando anche un percorso individualizzato per ogni persona perchè un unico progetto che possa venire incontro a tanti disoccupati è difficile realizzarlo. Abbiamo iniziato con dei tirocinii che speriamo possano essere traamutati in contratti più stabili, stiamo immaginando dei percorsi di apprendistato. Tanti piccoli tasselli con l'aiuto degli imprenditori per cercare di dare opportunità di lavoro. Siamo consapevoli delle criticità ma crediamo che stiamo facendo un buon lavoro.
- Cosa pensa del Reddito di cittadinanza? Le fa specie che a Napoli i percettori sono maggiori di tutto il Centronord?
Napoli rappresentà una tipicità per quota elevata di numero dei percetttori del reddito di cittadinanza.La legge ci impone di impiegare almeno 1/3 di tutti i percettori in lavori di utilità collettivà. A Napoli ci sono 110mila percettori, dare quest'opportunità a 33mila di loro è impossibile; siamo riusciti ad impiegarne circa 1500 con progetti nel verde, poi con un progetto che partirà a breve "Tienimi per mano", dove i percettori staranno davanti alle scuole sollevando dal compito i vigili urbani. Poi abbiamo voluto fare un'altra cosa: c'è una manifestazione d'interesse sempre aperta in cui tutte le associazioni del terzo settore, tutti gli enti pubblici della nostra città possono ospitare i percettori del reddito per progetti sociali. Già alcuni di iessi sono stati chiamati.
- C’è un rapporto Svimez che disegna una scuola a doppio binario: un Nord che va, un Sud che scende. Quale classe dirigente stiamo consegnando al Paese?
C'è una valutazione generale da fare alla base: siamo partitti con un lavoro grande, cioè lo svecchiamento della classe dirigente. Oltre ai dirigenti, assumeremo tanti funzionari, e questo è molto importante. Se lei pensa che le famiglie in Campania che decidevano di iscrivere i figli ad un corso di formazione, non lo potevano fare utilizzando la piattaforma che in genere si utilizza per iscrivere i figli alle scuole. Fino a due o tre anni fa questi corsi di formazione non esistevano neppure. Il lavoro che stiamo facendo è quello di dare maggiori opportunità ai giovani che hanno abbandonato la scuola attraverso questi percorsi che sono più vicini al mondo del lavoro
- Lei incontra tante madri. Di cosa sono preoccupate per i loro figli?
La pandemia non ha aiutato, i giovani ora vivono in momento molto complicato, la socializzazione si è resa più difficile, il lavoro che stiamo provando a fare è quella di creare spazi di socializzazione. Questa non è la panacea ma un tassello. Ma non è solo questo: il lavoro è fondamentale. C'è sicuramente anche i tema della violenza fra i giovani ma non è solo un nostro fenomeno. Come Comune si è creata una nuova cabina di regia che si occupa di infanzia e di adolescenza con la presenza di Paolo Siani. Ma io credo molto sul supporto del Forum dei giovani che avremo a breve che può essere un modo efficace per ascoltare la voce dei giovani in maniera trasversale su quelle che sono anche scelte strategiche per l'amministrazione.
- Quanto hanno da dare i figli di Napoli alla loro terra?
Attraverso un format che abbiamo creato alla fine dell'anno scorso, NextGeneratioNa, abbiamo fatto emergere i talenti della nostra città. Spesso la narrazione parla di storie negative della nostra città senza valorizzare i talenti di questa terra. Ci sarà una base B di questo progetto, quello di sostenere questi talenti nel portare avanti le loro doti.
- Lo sport può cambiare il destino di un uomo? Ha una storia da raccontare?
Lo sport può essere un valido alleato, ci sono tanti esempi dati dalla cronaca. Non solo la sport ma tanti tasselli possono modificare un'esistenza. Per esempio noi stiamo puntando anche sui viaggi, un Erasmus per giovani hanno voglia di condividere se stessi con altre culture.
- È d’accordo a parlare di sesso e di diritti civili nelle scuole?
Noi il 1 dicembre abbiamo invitato 500 ragazzi in cui abbiamo parlato malattie sessualmente trasmissibili. I casi di sifilide tra i giovani sono aumentati a dismisura e quindi è importante parlarne e rendere consapevoli i nostri giovani. Epoi è giusto far capire loro quella che può essere una giusta relazione sentimentale
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