Laura è la protagonista assoluta del libro autobiografico Laura coraggio.
A lei e per lei ho dedicato il libro che è un inno di forza, fede e coraggio dinanzi all'accettazione e al superamento della parola disabilità.
Laura è l'arma del mio coraggio.
È un adolescente di quasi 19 anni ed io la trovo bellissima: non per i suoi capelli lunghi neri come l'ebano, non per i suoi occhi profondi e penetranti, non per le sue labbra sottili e quel neo che le sovrasta il labbro superiore sinistro alla Cindy Crawford, nemmeno per quel particolare naso aquilino egiziano che le sta a pennello.
Laura è bellissima perché nella sua peculiarità e nella sua tipicità dello spettro dell'autismo, ha una spiccata memoria soprattutto per le lingue straniere e la sua curiosità legata e cognomi delle persone non italiane, la porta ad essere particolarmente attraente ai miei occhi perché non riesco ancora a comprendere come possa ricordare a memoria tutti i nomi cognomi delle persone straniere che incontra lungo il suo cammino.
Laura è bellissima per come si relaziona con gli altri in un rapporto distaccato di non complicità e di apparente interesse, coglie il particolare e l'essenziale in un discorso complesso e soprattutto riesce accogliere la particolarità di un elemento che a noi tante volte sfugge.
Laura è bellissima per tutte le volte che presta attenzione ad un discorso e ne coglie la sintesi in modo particolare senza tergiversare le parole e senza preamboli, preconcetti e pregiudizi.
Laura è bellissima perché nelle azioni con i coetanei o le altre figure di riferimento non è mai prevenuta e soprattutto e senza veli, non finge e non recita ruoli.
Laura è nata il 13 settembre del 2003 in un tiepido mattino intorno alle 13 ed è il frutto di un amore mai esistito perché ho sempre avuto la sensazione che suo padre mi abbia sposato per un senso di dovere perché sono rimasta incinta poco prima del matrimonio e non perché mi amasse veramente. Laura è nata dopo qualche ora di travaglio indotto ma è stato poi necessario ricorrere al taglio cesareo con un posto operatorio di semplice ripresa. È cresciuta bella come una rosa e forte come una guerriera: un evento intorno ai cinque anni, ha cambiato la vita di Laura, il suo cammino, il suo futuro, ridisegnando le mie aspettative e annullando tutti i miei sogni.
I sogni appunto erano esclusivamente miei come le aspettative che in realtà ho poi cambiato e rimodulato da quel momento in poi: Laura da quel momento in poi è rinata in una nuova dimensione, un nuovo approccio e nuovi orizzonti.
Laura ha seguito tantissimi approcci terapeutici, incontrato moltissimi specialisti, si è confrontata con tantissime realtà sugli ospedali tra l'ospedale pediatrico Mayer e lo stella Maris, ha pianto durante i prelievi e si è disperata durante gli esami diagnostici, ha riso per i corridoi insieme agli altri bambini e ha condiviso spazi, gioie e dolori di quei luoghi così freddi e talvolta irrazionali in cui si impara a convivere con la sofferenza e con il dolore.
Paradossalmente in cui corridoi freddi e asettici, privi di ogni emozione e di ogni sensazione, arriva un momento in cui si diventa impenetrabile il dolore perché fa parte della tua quotidianità ed è come se non ci facessi più caso: ma è proprio in quel momento che si assiste alla metamorfosi.
Si assiste al cambiamento, si assiste all'evoluzione, si assiste ad una nuova Laura che giorno dopo giorno, mi stupisce della sua forza e del suo coraggio e di tutte le strategie che mette in atto per diventare una donna migliore nonostante il suo autismo tante volte limita la quotidianità nelle relazioni tra i pari: Laura è bellissima, lo è giorno dopo giorno, quando riesce ad ottenere traguardi e a raggiungere obiettivi sempre più importanti, è bellissima tutte le volte che vince sui limiti legati al suo autismo e riesce ad essere un insegnamento di vita per me e per tutti coloro che tante volte provano ad arrendersi dinanzi alle difficoltà.
Se avessi potuto scegliere nella vita una figlia migliore, non avrei potuto che scegliere una figlia come la mia Laura di cui sono meravigliosamente orgogliosa e fiera di ogni suo piccolo traguardo.
Per lei e per i ragazzi come lei sto portando avanti un importante battaglia amministrativa e legale affinché venga riconosciuto l'autismo dell'età adulta come status giuridico: Laura è e resta una donna con lo spettro dell'autismo e non è assolutamente una paziente psichiatrica, utente della salute mentale delle Asl di appartenenza!
Non mi va e non mi scende proprio giù leggere sulla sua cartella clinica: paziente psichiatrica!
Laura non lo è. Tutte le persone con autismo non sono pazienti psichiatrici e va restituito il diritto di un riconoscimento in merito alla parola dignità della persona.
Per la dignità di Laura e per tutti i ragazzi come lei, uomini e donne di domani che ho dato voce ad un'importante battaglia e sono sicura che alla fine di questo lungo tunnel vedrò la luce!
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