Sul finire della Legislatura sono stati definiti anche gli interventi con l’adozione di decreti attuativi in materia di processo civile e di strumenti allo stesso alternativi.
Sinteticamente il provvedimento:
potenzia gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie (c.d. ADR – Alternative Dispute Resolution) da esperire anche con modalità telematiche, incentivando la mediazione civile e commerciale;
interviene sulla disciplina dell'arbitrato prevedendo tra le altre anche l’inserimento delle norme in tema di arbitrato societario all’interno del codice di procedura civile;
reca una serie di modifiche al processo civile di primo, al fine di migliorare l'efficienza della giustizia civile;
interviene sulla disciplina del giudizio d’appello potenziando il filtro di ammissibilità e semplificando la fase istruttoria del procedimento;
introduce la possibilità, per il giudice di merito, di proporre il c.d. “rinvio pregiudiziale”, ossia di sottoporre direttamente alla Corte la risoluzione di una questione di mero diritto, sulla quale il giudice abbia già sollevato il contraddittorio delle parti, purchè sia questione del tutto nuova, di particolare importanza, suscettibile di presentarsi in numerosi giudizi e fonte di gravi difficoltà interpretative;
modifica la disciplina del processo esecutivo valorizzando le misure di coercizione indiretta di cui all’art. 614 bis c.p.c. (c.d. astreintes), e prevedendo, con riguardo alle espropriazioni immobiliari la possibilità per il debitore di vendere direttamente l’immobile pignorato, ad un prezzo non inferiore a quello base indicato nella perizia di stima; introduce misure di riordino e implementazione delle disposizioni sul processo civile telematico;
interviene sulla disciplina dell'Ufficio per il processo, prevedendo tra le altre l'istituzione di strutture organizzative analoghe ad esso anche presso la Corte di Cassazione e presso la Procura generale presso la Cassazione;
introduce un rito unico, applicabile a tutti i procedimenti relativi allo stato delle persone, ai minorenni e alle famiglie,
prevede l'istituzione del Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie.
La riforma della giustizia civile e il contesto europeo.
Nel settore della giustizia, il Consiglio europeo, nelle sue annuali Raccomandazioni ha costantemente sollecitato l'Italia a "ridurre la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio", nonché ad "aumentare l'efficacia della prevenzione e repressione della corruzione riducendo la durata dei processi penali e attuando il nuovo quadro anticorruzione" (cfr. Raccomandazioni del 2017-2019).
La Commissione Europea, nella Relazione per Paese relativa all'Italia 2020 (cd. Country Report 2020) del 26 febbraio 2020, rileva come l'Italia abbia compiuto progressi solo limitati nel dare attuazione alle sopra citate Raccomandazioni. In particolare nel settore civile, viene contestata all'Italia la perdurante scarsa efficienza del sistema giudiziario civile, con particolare riguardo all'utilizzo tuttora limitato del filtro di inammissibilità per gli appelli, che incide sulla durata dei processi, alla necessità di potenziare gli organici e alle differenze tra i tribunali per quanto riguarda l'efficacia della gestione dei procedimenti.
Da ultimo, nelle Raccomandazioni specifiche all'Italia del 20 luglio 2020 il Consiglio europeo ha nuovamente invitato l'Italia ad adottare provvedimenti volti a "migliorare l'efficienza del sistema giudiziario".
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) presentato dal Governo alla Commissione europea il 30 aprile 2021, individuando nella lentezza nella realizzazione di alcune riforme strutturali, un limite al potenziale di crescita dell'Italia, contiene alcune specifiche misure che intervengono sul sistema giudiziario.
La riforma del sistema giudiziario, incentrata sull'obiettivo della riduzione del tempo del giudizio, è inserita dal PNRR tra le c.d. riforme orizzontali, o di contesto, che consistono in innovazioni strutturali dell'ordinamento, tali da interessare, in modo trasversale, tutti i settori di intervento del Piano. Per realizzare questa finalità, il Piano prevede - oltre a riforme ordinamentali, da realizzare ricorrendo allo strumento della delega legislativa - anche il potenziamento delle risorse umane e delle dotazioni strumentali e tecnologiche dell'intero sistema giudiziario, al quale sono destinati specifici investimenti.
Per ridurre la durata dei giudizi, il Piano si prefigge i seguenti obiettivi:
portare a piena attuazione l'Ufficio del processo, introdotto in via sperimentale dal d.l. n. 90 del 2014;
rafforzare la capacità amministrativa del sistema, per valorizzare le risorse umane, integrare il personale delle cancellerie, e sopperire alla carenza di professionalità tecniche, diverse da quelle di natura giuridica, essenziali per attuare e monitorare i risultati dell'innovazione organizzativa;
potenziare le infrastrutture digitali con la revisione e diffusione dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali e di trasmissione di atti e provvedimenti;
garantire al sistema giustizia strutture edilizie efficienti e moderne;
contrastare la recidiva dei reati potenziando gli strumenti di rieducazione e
di reinserimento sociale dei detenuti.
Per raggiungere tali obiettivi il Governo individua una serie di ambiti di
intervento prioritari, fra i quali proprio la riforma del processo civile Il PNRR prevede 3 filoni di intervento:
anzitutto, un potenziamento degli strumenti alternativi al processo per la risoluzione delle controversie, rafforzando le garanzie di imparzialità, per quello che concerne l'arbitrato; estendendo l'ambito di applicazione della negoziazione assistita e estendendo l'applicabilità dell'istituto della mediazione;
quindi un intervento selettivo sul processo civile volto a concentrare maggiormente, per quanto possibile, le attività tipiche della fase preparatoria ed introduttiva; sopprimere le udienze potenzialmente superflue e ridurre i casi nei quali il tribunale è chiamato a giudicare in composizione collegiale; ridefinire meglio la fase decisoria, con riferimento a tutti i gradi di giudizio;
interventi sul processo esecutivo e sui procedimenti speciali volti a garantire la semplificazione delle forme e dei tempi del processo esecutivo con particolare riguardo al settore dell'esecuzione immobiliare, dell'espropriazione presso terzi e delle misure di coercizione indiretta.
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