- Transizione ecologica: come possono concorrere le banche a questo obiettivo?
Offrendo le proprie competenze per i progetti migliori. Noi siamo attivi in molto settori, da quello dell’automotive all’aerospaziale, dalla ricerca all’università da protagonisti sia per spingere nel verso dell’innovazione che per favorire tutti quei progetti che possono farci andare verso il futuro con un pianeta migliore, più ricco e vivibile. Le banche, se vogliono, possono avere un ruolo di primo piano anche in questo.
- Il Napoli, con tutte le scaramanzie del caso, vincerà il suo storico terzo scudetto. Quale motore sociale ed economico si accenserebbe per i napoletani?
Il turismo sportivo in molte parti d’Europa ha grande rilievo e Napoli sta pian piano diventando una capitale. Penso ai campionati di nuoto che anche grazie a noi hanno portato a Napoli la Pellegrini e tanti campioni alle Universiadi negli anni scorsi e certamente il calcio con il mito di Maradona e i nuovi dei del calcio che si sono affacciati in città in questo periodo possono rappresentare un volano di sviluppo importante ma bisogna organizzare bene un museo del calcio così come le visite allo stadio o i tour dedicati al Pibe de oro che oggi sono lasciati troppo all’improvvisazione. Mi sembra che questa possa essere una grande occasione di occupazione per Napoli oltre che una straordinaria occasione sportiva.
- Dott. Manzo dai dati Svimez esce un’Italia a due velocità, soprattutto per la scuola. Gli sforzi di voi alfieri di un Sud produttivo perché sono vani?
In primo luogo non direi che i nostri sforzi sono vani, anzi. Oggi per colmare il gap Nord Sud ci vorrebbero 100 miliardi (fonte Svimez) ma noi siamo convinti che con la forza delle tante idee progetto in campo siamo già pronti a essere la nuova locomotiva del paese con le aziende innovative. Per esempio proprio di recente abbiamo potuto riscontrare segnali eccellenti nel campo dell’enogastronomia dove i segnali di crescita sono notevoli, si parla addirittura di una nuova economia del DOP, così come l’export in molti settori come la tecnologia e la moda stanno dando importanti risultati. Dobbiamo alimentare questi processi e affiancare altri settori come quello turistico che sta dando indicazioni altrettanto positive.
- Confesercenti lancia l’allarme: nel 2023 chiuderanno il 20 per cento delle attività produttive, specie nel Meridione. Come si può capovolgere questa tendenza?
Non basta una misura unica e soprattutto c’è bisogno che tutti i soggetti istituzionali e privati voghino nella stessa direzione come un’unica squadra di canottaggio. Certamente oggi si cominciano ad avvertire anche le conseguenze delle tre crisi che si sono succedute negli ultimi anni: pandemia, guerra e inflazione con la crisi energetica hanno rappresentato una tempesta perfetta che al Sud sta portando molti a dover chiudere le saracinesche. Per questo motivo anche il nostro gruppo bancario si sta attivando per tenere i tassi sotto controllo, per favorire le idee anche se non sempre rientrano nei rigidi algoritmi bancari dettati dalla BCE, insomma guardiamo al territorio con una cura e una attenzione per farci cogliere quelle opportunità di sostenere i progetti che hanno la possibilità di camminare sulle proprie gambe. E non sono poche.
- Sono in arrivo i fondi del PNRR a Napoli. Fosse Manfredi, come li spenderebbe?
I fondi del PNRR sono già destinati e si riferiscono al miglioramento infrastrutturale non a nuove opere come si sa. Il piano è stato presentato e al massimo si potranno fare piccole variazioni soprattutto in termini di adeguamento ai costi dovuti all’energia. Il miglioramento della vita quotidiana dei cittadini, come gli asili nido e direi anche una maggiore cura e attenzione al verde urbano che migliora la vita quotidiana e soprattutto la tutela dell’ambiente saranno al centro dell’attenzione così come favorire tutto ciò che attiene alla cultura e al turismo che a Napoli rappresentano la vera chiave della crescita. È chiaro poi che il Sud paga un deficit in termini infrastrutturali e migliorare strade e ferrovie rappresentano una priorità ma ciò riguarda non solo Napoli.
- Si parla con insistenza di autonomia differenziata. Quali sarebbero le ricadute sociali ed economiche su Napoli e il Meridione?
Dobbiamo vedere il testo finale della riforma che al momento mi sembra molto contrastata anche all’interno del governo con posizioni molto differenti. Ovviamente non è accettabile la versione che vede il Sud completamente penalizzato, anzi bisognerà fare fronte comune con le istituzioni per evitare che ciò accada. Bisogna fare molta attenzione a come si coniuga l’autonomia differenziata per esempio in campo sanitario e scolastico. Credo che siamo ancora lontani da un progetto concreto e mi sembra che al momento le forze in campo stiano verificando la possibilità di trovare un equilibrio che al momento mi sembra danneggiare troppo il Mezzogiorno, vedo troppi escamotage per esempio per superare quel limite del 40 % degli investimenti dedicati ai nostri territori. Si dovrà fare una battaglia trasversale in tal senso per evitare problematiche che affosserebbero il Paese perché un Sud debole peserebbe sulla crescita di tutta l’Italia.
- Qual è la dote della napoletanità che al Nord dovrebbero invidiarci?
Ci invidiano la creatività abbinata all’efficienza che quando realizzata è una straordinaria arma che rende infatti molto spesso i napoletani fuori città i migliori nel loro campo.
- La sua banca, BCC Napoli, investe molto sui giovani e nelle giovani attività. Con quali risultati?
Ottimi perché stiamo lavorando proprio in direzione dei giovani favorendo il loro rientro o aiutandoli a restare al Sud attraverso progetti e incentivi di varia natura che stanno cominciando a dare i loro effetti anche se è vero che c’è ancora molto da fare per invertire questa tendenza.
- Come si pone la sua banca davanti all’Umanesimo 4.0? Che ruolo avrà l’uomo nella graduale robotizzazione delle sue funzioni?
Vede il nostro modello prevede l’uomo al centro del progetto con le sue proposte. Il rating umano, l’algoretica, ovvero una etica non strettamente legata ai calcoli matematici, sono le chiavi per dare credito a progetti che possono funzionare. Noi sul territorio lo abbiamo dimostrato e abbiamo un livello di sofferenze bancarie bassissimo, pressoché inesistente. Ciò dimostra che l’intelligenza artificiale per quanto importante non sempre rappresenta uno strumento vincente. Vedo progetti di successo che secondo quei principi non sarebbero neanche potuti nascere e noi invece, conoscendo il territorio, abbiamo dato credito a queste idee e abbiamo fatto crescere la ricchezza del nostro territorio.
- In che modo l’Intelligenza Artificiale cambierà il sistema bancario?
Nella direzione che noi saremo capaci di indicare perché è sempre l’uomo che deve comandare i processi e non il contrario. E comunque ciò sicuramente continuerà ad accadere nel credito cooperativo che vede sempre l’uomo al centro. L’AI rappresenta uno strumento molto utile, ma pur sempre e solo uno strumento.
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