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Se non c'è giustizia, ne risente l'economia del Paese

Francesco Urraro • 15 settembre 2022

Se non c'è giustizia, ne risente l'economia del Paese

Negli ultimi anni si è accresciuto l’interesse per il funzionamento dei sistemi giudiziari nell’ambito delle discussioni sulle politiche strutturali volte a sostenere la competitività del sistema economico e a migliorare il contesto in cui si svolge l’attività di impresa. Si sono moltiplicate le analisi economiche del sistema giudiziario, con forte impegno nella costruzione di fonti statistiche omogenee più complete per la valutazione comparata della performance delle varie giurisdizioni.

La difesa dei diritti di proprietà e il rispetto dei contratti costituiscono gli elementi essenziali per il buon funzionamento delle economie di mercato, che risultano rilevanti ai fini dello studio dell’impatto del sistema giudiziario sull’economia. Un altro aspetto frequentemente sottolineato dalla letteratura in materia è quello della durata dei processi.


L’eccessiva lunghezza dei procedimenti nel nostro Paese ha indotto alcuni osservatori a parlare di crisi endemica della giustizia civile. Occorrerà ancora del tempo per valutare gli interventi adottati, sebbene il miglioramento nella disponibilità dei dati relativi agli ultimi anni giudiziari già riferita ai singoli uffici, integrata con indicatori sulla dotazione di risorse umane e finanziarie.

La letteratura economica ha iniziato da alcuni anni a indagare sul nesso tra il funzionamento del sistema giudiziario e la crescita economica nel medio-lungo periodo, evidenziandone i possibili canali di trasmissione. Gli studi hanno riguardato principalmente singoli paesi, mentre le analisi cross-countries sono meno numerose, anche per la relativa scarsità di dati comparabili, almeno fino al recente passato.


La letteratura economica sottolinea tre qualità desiderabili in un sistema giudiziario: 1) l’efficienza, intesa come la capacità, date le risorse finanziarie disponibili, di risolvere le controversie in un tempo ragionevole; 2) la qualità delle sentenze, intesa come l’accuratezza e certezza delle decisioni; 3) l’indipendenza del giudizio. Gli studi empirici hanno indagato soprattutto il nesso tra l’efficienza del sistema giudiziario e il funzionamento del sistema economico nell’ambito di modelli di equilibrio economico parziale relativi a un singolo paese. Uno studio su 15 paesi europei, analizzando dati a livello di impresa, evidenzia che i sistemi giudiziari più efficienti sono associati a dimensioni maggiori delle imprese e che questo effetto è maggiore per le imprese a bassa intensità di capitale. Il fenomeno si spiega con il fatto che un sistema giudiziario più efficiente può contribuire a proteggere le attività patrimoniali immateriali, come la reputazione e il rapporto con la clientela.


Evidenza empirica che la qualità del sistema giudiziario abbia un impatto positivo sulla dimensione delle imprese è stata ricavata da studi riguardanti il Messico, la Spagna e il nostro Paese. Con riferimento all’Italia, la riduzione della lunghezza dei procedimenti giudiziari esercita un effetto positivo sulla dimensione media delle imprese italiane. Secondo questo studio, se la lunghezza media dei procedimenti si riducesse del 10 per cento, la dimensione media delle imprese italiane crescerebbe di circa il 2 per cento.


Il funzionamento dei mercati. – Gli studi mostrano che un tempestivo enforcement dei contratti favorisce la concorrenza, consentendo a nuove imprese, prive di reputazione pregressa, di entrare nei mercati e di avviare relazioni commerciali con nuovi clienti. In uno studio sull’Italia, riguardante gli appalti pubblici gli autori trovano che laddove l’inefficienza del sistema giudiziario è maggiore, gli appalti vengono concessi più frequentemente alle aziende più grandi (con servizi legali interni che limitano i costi da sostenere in caso di contenzioso) a discapito di quelle medie e piccole. L’analisi rileva anche che i ritardi nell’esecuzione dei lavori pubblici sono associati alla lunghezza dei procedimenti civili. Le imprese appaltatrici conterebbero sulla lentezza dei processi per allungare i tempi di consegna (se ciò è per loro profittevole), prevedendo che le stazioni appaltanti siano meno incentivate a escutere la penale e a correre il rischio di intraprendere contenziosi laddove i tribunali siano inefficienti.


Questo è un esempio di comportamento “opportunistico” degli agenti economici, indotto dall’inefficienza eventuale della giustizia. Peraltro, anche il comportamento delle stazioni appaltanti si modifica in conseguenza dell’inefficienza dei tribunali. Infatti, la quota di compenso liquidata dopo la consegna è maggiore laddove la durata dei procedimenti è più elevata, al fine di aumentare il costo di inadempimento per l’impresa aggiudicatrice.

Uno studio relativo al mercato degli affitti immobiliari in Spagna evidenzia come l’inefficienza del sistema giudiziario nell’imporre il rispetto dei contratti di affitto costituisca una delle cause della scarsa ampiezza del mercato degli affitti degli immobili residenziali, in un paese dove le abitazioni di residenza sono per circa l’88 per cento di proprietà.


Gli investimenti e la specializzazione. – Alcuni studi evidenziano che una minore lunghezza dei procedimenti favorisce la specializzazione in quei settori dove più importanti sono gli investimenti specifici nell’ambito di relazioni contrattuali tra imprese (relationship-specific investments). In molta parte della letteratura economica, un’ampia quota di abitazioni principali di proprietà è considerata uno scenario non desiderabile, essendo associata a una minore mobilità degli individui e dei lavoratori, finendo per costituire, quindi, un potenziale elemento di inefficienza dell’economia.


Pertanto la qualità del sistema legale è un fattore determinante per attrarre investimenti dall’estero. In uno studio recente sui paesi appartenenti al Consiglio d’Europa, gli autori valutano l’impatto dell’efficienza del sistema giudiziario (in termini di durata dei processi e dimensione degli arretrati) su due variabili economiche: il tasso di natalità delle imprese (numero di nuove imprese sul totale delle imprese settoriali) e il flusso di investimenti esteri in entrata nel paese. Riforme volte a razionalizzare l’organizzazione dei tribunali – aumentando ad esempio il grado di informatizzazione – e a introdurre incentivi alla riduzione del tasso di litigiosità, attraverso forme di Alternative Dispute Resolution (ADR) hanno effetti positivi sugli investimenti esteri in entrata e sui tassi di natalità delle imprese. Sarà necessario quindi monitorare questi dati ed elementi soprattutto nella delicata fase di attuazione delle recenti riforme della Giustizia nei singoli Distretti di Corte di Appello 



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