Ammainate le bandiere sventolanti, le frasi di rito propagandistico ed il corollario delle buone intenzioni, il sindaco che sarà eletto il 15 maggio dovrà fare i conti con le cose concrete. Un bel bagno di realtà da affrontare appena insediato. Il lascito del Laboratorio è stato gramo, anzi, il più della sua attività è stata cagionevole per la salute delle casse dell’Ente. Ci sono tante faccende da affrontare proprio nei primi mesi d’esordio del sindaco eletto.
A partire dalle partecipate, tranne l’Enam che l’altro giorno ha approvato il bilancio, ma ha problemi di servizio visto che la raccolta differenziata è scesa in quasi 3 anni da 71% a 60%, e sarà dura risalire. Il neo grosso riguarda l’Asm sia perché con l’aumento del costo dell’energia, le società chiedono di pagare in anticipo, sia perché la governance ha fatto andare in prescrizione una serie di fatture, non hanno richiesto il pagamento di alcune fatture e quindi hanno dovuto cancellare dal loro bilancio un credito. Anche se quest’anno si riuscisse a sistemare la parte contabile, ci saranno ulteriori problemi. Il passivo si aggira intorno ai 4 mln ma il bilancio verrà approvato solo a giugno. Spetterà alla nuova amministrazione, in qualità di socio unico, approvare questo bilancio.
Questione Fondazioni: la Fondazione Pomigliano Infanzia da due anni ha un problema di liquidità che si porta dietro dal periodo del Covid quando gli asili erano chiusi e non hanno incassato. Ci sarebbe inoltre un dislivello tra la spesa e l’entrata, si spende più di quanto s’incassa. Va fatta, dunque, una rivisitazione della spesa. Poi c’è la nuova Fondazione, Officine delle Culture, per la quale bisognerà andare in consiglio comunale e approvare un contratto di servizio con la fondazione che gli affida la gestione della biblioteca e le aule di studio a Palazzo dell’Orologio anche per consentire ai dipendenti della Fondazione Vittorio Imbriani di essere assorbiti e riprendere il lavoro.
Il bilancio consuntivo sarà approvato dal commissario, perché scade il 31 maggio e non ci sono i tempi per la politica per gettare le basi di un proprio bilancio. Ci sarà modo di variare alcuni capitoli di spesa con lo strumento delle variazioni di bilancio, ma non sarà il vero bilancio progettato e studiato dalla nuova amministrazione.
Poi c’è la questione dei debiti fuori bilancio, una serie di debiti che arrivano da lontano, frutto di espropri non pagati, Parco Partenope, Città del Fare col quale c’è un contenzioso che il Comune probabilmente perderà. Parliamo di cifre importanti.
Poi ci sono gli adempimenti per il PNRR. Il Comune ha avuto finanziabili circa 25 milioni di euro dei progetti approvati, anche se sono stati presentati altri progetti di cui non si sa l’esito. Ci sono vari progetti: rigenerazione urbana, digitalizzazione e il sociale. Ci sono una serie di attività da fare come le gare e quindi entra il discorso del CUC, Centrale Unica di Committenza. Anche questa è una decisione che il nuovo sindaco dovrà prendere, perché l’accordo che finora è stato fatto con l’Agenzia Nolana era valido per gestire solo due gare. Il PNRR si gestisce solo attraverso il CUC.
In ultimo, la macchina comunale. Bisogna mettere mano all’organizzazione degli uffici. Sono state assunte una ventina di persone soprattutto giovani, ma non sono sufficienti, siamo ancora troppo sottodimensionati. Al 31 dicembre 2022 le unità del personale erano 136 compresa la polizia locale, i tempi determinati e il segretario generale. Siamo pochi se considera che il Comune di Acerra, sicuramente più esteso, ha quasi 400 dipendenti. Si dovranno prendere almeno 20 persone nei prossimi 3 anni e diversificare le assunzioni secondo quanto dice la legge. Un bel cahier de doleances dunque che impone lavoro e rigore quando i coriandoli delle buone intenzioni il 15 maggio saranno volati via.
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