Acque agitate nel Movimento Cinque Stelle pomiglianese. Le imminenti elezioni comunali, piuttosto che ricompattare il gruppo, pare stiano sortendo l’effetto opposto. Il pomo della discordia è la scelta del candidato sindaco. A fronteggiarsi sono due posizioni. Una vorrebbe che la scelta ricadesse su Marco Iasevoli, quarantaduenne giornalista cattolico, redattore di Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, con un passato di responsabilitá nel mondo dell’associazionismo cattolico.
Per lui si sono mossi personaggi di indubbia caratura qualitativa, come l’ex presidente di Azione Cattolica e filosofo Franco Miano, come pure diversi esponenti della chiesa diocesana. Anche i vertici provinciali del Movimento, a partire da Roberto Fico, gradirebbero la scelta e avrebbero convinto parte degli attivisti locali, a partire da Antonio Mattiello, a sostenere la candidatura del giornalista come leader nella corsa al comune di Pomigliano.
Però una buona parte della base non è affatto contenta. Minaccia anche la rottura. Perché quella di Marco Iasevoli sembra una proposta con troppe similitudini con il passato: leggi Gianluca Del Mastro. Una brava persona, professionalmente magari pure valida. Ma da qui a essere un buon leader politico ce ne passa, e proprio il papirologo maranese l’ha appena dimostrato.
Dopo la rovinosa caduta del Movimento targato Di Maio, transitato dalla sera alla mattina verso Insieme per il futuro (e la poltrona, speravano) ma letteralmente evaporato dopo le elezioni politiche del settembre 2022, i pentastellati pomiglianesi, con una partecipazione del tutto rinnovata rispetto alle vecchie facce dell’era Giggino-Valeriona, avevano ricominciato un percorso che partiva dalla riscoperta dei momenti assembleari.
Una cesura netta rispetto alle stanze del potere in cui si erano rinchiusi i Di Maio Boys. Sembrava pure funzionare, nel senso che alcune delle migliori espressioni del Movimento pomiglianese (per citarne uno tra tutti, Gennaro Scialò, ex presidente del Centro La Pira ma sempre molto attivo sul piano delle iniziative culturali) avevano rilanciato un discorso di elaborazione politica su temi molto concreti e immediatamente percepibili.
Se dovesse ora concretizzarsi la scelta di Marco Iasevoli, calata dall’alto, si rischia di spaccare definitivamente quel che resta del Movimento. Perché una buona fetta di attivisti si metterebbe fuorigioco, sentendosi demotivata del perpetuarsi di prassi che hanno dato pessima prova di sé.
Il quadro è talmente sfilacciato che qualcuno arriva a prevedere che, alla fine, neppure si riuscirá a mettere insieme lista e candidato sindaco, sotto il simbolo del Movimento di Giuseppe Conte.
di Francesco Cristiani
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