- Dott. Minopoli, che idea si è fatto a poco meno dei 100 giorni del governo Meloni?
Tranne inciampi marginali, la Meloni si e’ messa nel solco della continuità con la politica di Draghi e dell’asse con l’Europa. Ha spiazzato l’opposizione e parte della sua maggioranza. Un capolavoro
- Quanto resisteranno Salvini e Berlusconi in condizioni di subalternità alla Meloni?
Resisteranno. Perche’ non hanno alternative o uno schema B. Per qualche tempo ancora, una caduta del governo porterebbe acqua al mulino di Meloni. Salvini e Berlusconi si limiteranno a qualche virgola.
- Intanto la premier gode della fiducia dei sondaggi. Alla lunga sarà in grado di preservare questo patrimonio elettorale?
In Italia la mobilità elettorale e’ un dato. Ma i rapporti di forza attuali non sara’ facile rovesciarli in poco tempo. Mentre Meloni si consolida come forza di governo, le opposizioni si frantumano e perdono credibilità. Sara’ dura.
- Sarà una stagione di riforme?
La vera differenza la fara’ l’inflazione. Se non si arresta, ma si arresta la crescita peggioreremo. Ma se si doma l’inflazione e l’economia non arretra, la luna di miele di questo governo sara’ lunga
- Che Paese avremo fra meno di 5 anni?
Spero un paese con meno contrasti, meno inflazione e me no dipendente sull’energia. Ma e’ dura.In Italia l’arte di galleggiare e’ forte sotto tutte le latitudini. E le riforme sono impopolari. Ma la Meloni mi pare animata da un’ambizione: non limitarsi a durare. Speriamo
- Quella sulla giustizia, per ora solo annunciata, fa molto discutere. Sarà abile il governo a non imbracciare una sfida con la magistratura come fu con Berlusconi?
Al governo non conviene il braccio di ferro con la Magistratura, ma anche quest’ultima sta facendo i conti con una politica piu’ autonoma e meno supina. Ne guadagneremo tutti
- Lei che idea ha sulla regolamentazione delle intercettazioni?
La linea secondo cui le intercettazioni devono restare ma eliminando abusi, mi pare talmente ovvia da non avere alternative. Il resto e’ fuffa e polemica perditempo.
- Un cenno al Pd alle prese col congresso: servirà a sanare i mali di questo partito?
Il Pd ha sbagliato tutta la linea dopo le elezioni di settembre. Ha drammatizzato la sua crisi; ha fatto una seduta distruttiva di autocoscienza in luogo di un normale congresso; vuole cambiare tutto tranne il proprio linguaggio, la Koiné’ ( come la chiamano, un sillabario di luoghi comuni e parole fatte che unisce i gruppi dirigenti del Pd al di là’ delle profondissime divisioni personali e di corrente. Se pero’ vince Bonaccini, vincerà’ una linea di normalita’ e sobrieta’ e il Pd, forse, tornerà’ ad essere un partito normale e non una Comunita’ di marziani. Sara’ un passo giusto.
- Intanto Conte gongola: è lui l’anti Meloni?
Conte sfrutta una piccola rendita di posizione: la crisi del Pd. E’ il politico che ha fatto in soli 5 anni le politiche piu’ opposte- destra centro(sinistra) e sinistra. Basterà’ che il Pd torni a fare politica che la vacuità’ e inconsistenza del 5 Stelle esploda. E Conte perdera’ la rendita di posizione. Ad oggi con la Meloni non c’è’ partita
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