Letta pare abbia polarizzato il confronto tra lui e Meloni. In un contesto simile che ruolo gioca il Centro?
In questa campagna elettorale il Terzo Polo è la vera novità dello scenario politico, siamo gli unici ad essere credibili quando parliamo di continuità con il metodo che Mario Draghi ha perseguito nell’azione di governo e siamo determinati a fare la differenza. A partire da un punto innegoziabile: il Pnrr non va modificato ma va attuato, e guai a chi pensa che le risorse destinate ad investimenti possano invece essere ritradotte in spesa corrente.
Nella polarizzazione Enrico Letta è perdente e sbaglia, così come ha sbagliato la costruzione delle alleanze: non si può dire noi con Draghi e poi allearsi con chi non ne ha mai sostenuto i provvedimenti.
Temo che all’origine di tutto questo ci sia il calcolo, autolesionista, di chi è rassegnato ad andare all’opposizione perché sa bene, per aver gestito male la costruzione delle alleanze, di non avere i numeri della vittoria e dunque gioca di rimessa, con l’obiettivo prioritario di mantenere una posizione anche dopo il 26. Il tentativo di polarizzare il conflitto è tutto ideologico, giocato sulla mozione degli affetti - rosso contro nero, sinistra conto destra - piuttosto che nel merito delle cose e delle risposte da dare al Paese. Ma le persone non hanno bisogno di chiacchiere. Vogliono sapere come fare ad arrivare a fine mese; come riempire il carrello della spesa; come difendersi dall’inflazione; affrontare e superare la crisi energetica; avere un fisco più semplice ed equo; trovare lavoro all’altezza delle aspettative e della formazione ricevuta; aprire un’impresa, fosse pure un bar, senza dover aspettare anni per mettere a frutto l’investimento. Una campagna elettorale dovrebbe essere utile a dare queste risposte in modo chiaro. Noi lo stiamo facendo.
Ognuno di loro sa chi sarà il premier in caso di vittoria. Il vostro qual è?
#italiasulserio è l’unica forza che con chiarezza sta dicendo: proseguire con l’impianto messo in atto da Mario Draghi. Non abbiamo dubbi: costruire le condizioni perché la competenza, l’autorevolezza, la capacità di Draghi siano ancora il miglior biglietto da visita per il nostro Paese. E’ l’unico voto utile per la vita dei cittadini e per la qualità del governo del Paese.
D’altra parte siamo proprio sicuri che Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia siano felicemente concordi su Meloni premier? Non mi sembra e non lo darei per scontato. La caduta del Governo Draghi, che oggi si conferma ancora di più devastante e scellerata vista la crisi energetica e l’inflazione galoppante, è stata voluta da Berlusconi e Salvini, complice Conte che altrimenti sarebbe scomparso dai radar elettorali, per minare la leadership di Meloni prima che Fratelli d’Italia finisse di drenare consensi da tutto il centro destra e consegnasse Salvini alla più completa irrilevanza. In questo il ruolo di Conte è stato determinante. D’altra parte me lo ricordo quando insieme a Salvini sorrideva fiero per l’approvazione dei Decreti Sicurezza. E ricordo anche come Salvini non avesse nulla da obiettare né sull’abolizione della povertà annunciata dal Balcone di Palazzo Chigi, né su un reddito di cittadinanza costruito esclusivamente come misure assistenziale e che è stata la merce di scambio per Quota100, con un effetto micidiale sulle finanze pubbliche e nessun esito positivo, nemmeno la tanto sbandierata staffetta generazionale. Fallimento certificato non da uno qualsiasi, ma dallo stesso presidente Tridico nel 2021, con l’analisi del take up della misura. Sa come diciamo dalle mie parti? compari una volta, compari sempre.
Cosa vi contraddistingue?
Intanto, per quanto mi riguarda, un’esperienza di governo dove non ho mai millantato crediti o distribuito promesse ma ho sempre lavorato senza sosta per garantire quanto credevo necessario al Paese. Oggi tutti scoprono quanto l’Italia sia vulnerabile sul versante energetico eppure nel 2016 all’epoca del referendum sulle trivelle, fui l’unica a metterci la faccia per difendere un interesse nazionale perché nel partito dove ero allora, il Pd, nessuno era disposto ad andare in video a difendere quelle infrastrutture energetiche. E la stessa cosa è accaduta per Tap, che io ho difeso mentre subivo, ad opera dei 5Stelle e di chi anche nel Pd come nel centro destra preferiva cavalcare l’onda, una violenza politica e nelle piazze inaudita, di cui porto ancora i segni.
Quanto alle cose fatte?
Solo per fare alcuni esempio: da Ministra delle Politiche agricole l’istituzione del Fondo emergenze alimentari che nel periodo Covid ho portato a 400milioni e che lavorerò per portare a 1 miliardo; l’istituzione del Fondo ristorazione con 600 milioni per saldare filiera agroalimentare e settore della ristorazione; il Fondo filiere che nella Legge di bilancio 2020 ho dotato di 150milioni di euro. Ma anche, nella successiva esperienza al Mims da Viceministra, il lavoro sulle Zes con il Decreto da 630milioni; i 5miliardi destinati a rafforzare e migliorare la mobilità ferroviaria lungo la linea adriatica; l’impegno a sostegno dell’autotrasporto.
D’altra parte ha presente Italia Shock, sbloccare le opere ferme da anni, fare ripartire cantieri e investimenti, rispondere alla domanda più urgente del Paese e che si chiama lavoro? Quando dicevamo: un euro in sicurezza un euro in cultura, o mettevamo in campo Italia Sicura per contrastare il dissesto idrogeologico? È la forza della concretezza e della competenza per dare soluzioni ai problemi invece che limitarsi a enumerarli imbastendo proposte velleitarie o promesse irrealizzabili. Se quella Struttura di missione invece di essere smantellata dal governo Conte-Salvini avesse continuato a lavorare dopo i risultati eccellenti maturati, quest’estate saremmo stati molto più preparati alla crisi climatica e all’emergenza idrica, perché molte delle infrastrutture necessarie le avremmo già a disposizione. Il riformismo non è un’opzione teorica o un orpello retorico ma è pratica di governo, qui e ora, che affronta le criticità per migliorare la vita delle persone, ha a cuore le nuove generazioni, mette a dimora il futuro.
Esiste un’agenda Draghi e cosa contiene?
Su questo lo stesso Presidente del Consiglio è stato chiarissimo. L’agenda Draghi è soprattutto un metodo di lavoro sperimentato, ad esempio, nella campagna vaccinale, nell’attuazione del Pnrr con il rispetto di tutti gli obiettivi indicati, nella posizione inossidabile difronte al conflitto bellico, nella richiesta ferma di un price cap europeo per il gas. Profondità di analisi e coraggio di azione: è il metodo di governo di cui il Paese ha bisogno e che il Presidente Draghi ha più volte rimarcato. E’ questa la continuità che serve all’Italia, come l’invito perentorio a dire la verità, insieme alla capacità di rassicurare i cittadini con risposte chiare e concrete. I difficili e complicati mesi che ci troveremo a vivere non hanno bisogno di illusioni, di promesse, di formule magiche ma di rigore, responsabilità, affidabilità, verità. Non è solo un metodo di governo; è l’unica strada che la politica e le classi dirigenti hanno a disposizione per riconquistare credibilità e fiducia.
E se dovesse individuare un punto che ha caratterizzato il lavoro di questi mesi?
L’intreccio irrinunciabile tra rilancio del Paese, investimenti e riforme. È il cuore del Pnrr che Mario Draghi ha sempre difeso, da cui non si può prescindere. Faccio mio il messaggio che proprio Draghi ha consegnato dopo l’approvazione del Decreto Aiuti bis: risposte pronte ai problemi che si presentano, interventi, riforme. Mi permetto di citarlo: «è questione di credibilità, sul fronte interno e internazionale, perché avere il credito internazionale alto come lo ha l’Italia oggi è importantissimo per la crescita interna, per il benessere, per la prosperità, per l’equità sociale, per poter fare tutte le riforme che sono necessarie senza avere il vincolo esterno che è ostile». La lezione di Mario Draghi è questa. È la ragione per cui riteniamo che quel lavoro debba proseguire.
Rincari alle stelle per le famiglie: chi governerà dovrà affrontare uno tsunami sociale. In che modo lo affrontereste?
Esattamente perseguendo quel metodo: risposte pronte ai problemi, interventi, riforme. Saranno mesi molto complicati, è vero, ma dobbiamo essere capaci anche di mettere a valore quanto abbiamo a disposizione, che non è poco.
Noi parliamo di Piano nazionale di ripresa e resilienza ed è sacrosanto perché a disposizione, se sapremo proseguire l’azione avviata e rispettare i tempi, possiamo contare su 209miliardi il cui obiettivo strategico è – mai dimenticarlo – la riduzione dei divari sociali e fisici, ma non è unica leva che dobbiamo agire. Solo per il Mezzogiorno, nei prossimi anni avremo a disposizione qualcosa come 213miliardi, inclusi gli investimenti del Pnrr. Risorse ingenti a cui si affiancheranno naturalmente le risorse nazionali ordinarie. Ecco perché dobbiamo essere capaci di integrare strumenti e risorse muovendo sempre più verso azioni strutturali capaci di portare l’Italia fuori dalle secche. E’ vero, la guerra in Ucraìna ha modificato totalmente lo scenario mondiale: a maggior ragione per questo al Governo sono necessarie persone competenti, capaci, rigorose, responsabili.
Se è vero, come dice Carlo Calenda, che il nostro è un Paese che si innamora delle mode, allora io dico: facciamo andare di moda la competenza!
È chiaro che non avete i numeri per governare da soli. In caso di “non vittoria” della destra o della sinistra, come vi comporterete?
Siamo gli stessi che con le dimissioni mie, di Elena Bonetti e di Ivan Scalfarotto abbiamo mandato a casa Conte e impedito la cosiddetta operazione dei responsabili che aveva fatto del Parlamento un mercato. L’Italia ha bisogno di proseguire sulla strada delle riforme, per realizzare gli investimenti previsti metterne in campo di nuovi, rispondere all’emergenza lavoro. Il nostro obiettivo è un risultato che non porti a Palazzo Chigi né i sovranisti e questa destra, né i populisti.
La vostra posizione spuria vi consentirà allearvi con chiunque?
Assolutamente no. Il nostro discrimine è netto. E non condivido il termine spurio. La differenza è un valore, e noi lo siamo. E a questo proposito le dico che ho molto apprezzato l’analisi di Alessandro Barbano in una sua recente intervista. Intanto quando smentisce l’idea di un quadro polarizzato ma soprattutto quando riflette sul fatto che noi siamo l’unica alternativa che può fare evolvere la democrazia italiana dinanzi a schieramenti espressione della paralisi della democrazia, ostaggio delle microcorporazioni a cui rispondono.
Ci sono tante questioni irrisolte, crisi aziendali, disoccupazione, inflazione etc. Era il caso di andare ad elezioni?
Lo chiede a me? Dovrebbe chiederlo a chi irresponsabilmente ha prodotto questa situazione.
Quanto stimate di prendere?
Non sono abituata a fare previsioni, so come stiamo lavorando con serietà, determinazione, passione e sono convinta che questo darà buoni frutti.
Resiste la convivenza con Calenda?
E’ la direzione verso cui ci muoviamo. #italiasulserio non è un cartello elettorale ma un obiettivo programmatico. Con una ambizione fortissima: rimotivare al voto e alla politica chi in questi anni ha scelto scheda bianca o di restare a casa il giorno delle elezioni.
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