- Una lista contro i “soliti noti”. Occorrebbe fare una disamina politica della città per chiederla a cosa serve una lista come la vostra
Innanzitutto una precisazione. Per formazione e storia di ciascuno di noi, non siamo “contro” le persone. La rete politica si chiama PER, vuol dire che vogliamo costruire, innanzitutto. Quando diciamo che si preannuncia una competizione elettorale tra i “soliti noti”, stiamo cercando di fare presente a tutti gli attori in campo quanto sia forte il rischio di un astensionismo alto, perché i cittadini, specie quelli “fuori dal giro”, i giovani, i nuovi pomiglianesi, i residenti da pochi anni, sono disillusi, distanti e indifferenti, specie dopo gli ultimi accadimenti ma anche per il clima generale in città. Il voto potrebbe risolversi in una conta tra quei pochi che detengono una posizione elettorale “storica”: ma questo non ci sembra nell’interesse della città. Una realtà come la nostra serve per dire a tanti ormai distanti che c’è ancora la possibilità di fare politica senza chiedere il permesso, anche rischiando
- Quali benefici ne trarrebbe la città da una svolta generazionale?
Più che svolta generazionale, sarebbe più corretto parlare di un lavoro di “apertura” della politica alla città. La sensazione è che per la classe politica pomiglianese la vita della città si risolve nelle quattro strade principali del centro. Le periferie sono fuori dai processi decisionali. Le nuove generazioni anche. Numerosi professionisti e tecnici stanno ormai alla larga dalla politica come si sta lontani da un’infezione. Per quanto sia difficile, occorre provare a fare una campagna elettorale che parli alla città e la coinvolga, altrimenti sarà solo una sfida tra individui.
- Sa bene che l’elettorato pomiglianese, per lo più, è poco attento alle novità?
Certo. Però noi siamo abituati a pensare a una sola Pomigliano, ben definita negli spazi e nelle persone di riferimento. C’è anche un’altra Pomigliano che sta fuori dai radar. Noi vorremmo parlare soprattutto a chi osserva distrattamente e da lontano le vicende della città.
- Mi fa l’identikit del “solito noto”
Diciamo che i “soliti noti” corrispondono a coloro che in questi giorni si autocandidano esplicitamente o implicitamente alla guida della città. Sono tanti, lo sa meglio di me. Abbiamo sicuramente più autocandidati a sindaco che idee e progetti per Pomigliano.
Tommaso Iasevoli - Coordinatore della lista "PER le persone e la Comunità"
Perché siete diversi?
Non vogliamo vantare alcuna diversità né metterci nel filone sterile dell’antipolitica. La peculiarità di PER è che persone che si sono sempre spese per il bene comune nel servizio discreto e gratuito ai più deboli oggi vogliono dare una connotazione pubblica al loro impegno. Molti sono laici credenti e, in qualche modo, interpretano l’impegno come un dovere, una risposta da dare in un momento molto difficile per Pomigliano e non solo.
- Da chi sarà composta questa compagine?
La rete politica è composta da persone che provengono dall’associazionismo e dal volontariato, cattolico e laico. Per nostra stessa natura, non abbiamo pretese autoreferenziali ma ci mettiamo in dialogo con le forze politiche che possono condividere con noi alcune priorità.
- Qual è la piattaforma programmatica con cui si presenta?
PER le Persone e la Comunità si è presentata anche alle Regionali del 2020 incassando quasi 27mila voti e con una Carta dei valori in cui le priorità sono la centralità della persona, l’attenzione sociale ai più deboli, il ruolo delle comunità (la famiglia, la scuola e il Terzo settore in primis) e la cura del Creato. Ma con un metodo fatto di ascolto e realismo.
- Correte da soli?
Come detto, siamo pronti al dialogo con chi condivide le nostre priorità, non siamo autoreferenziali. Poi la situazione è così caotica che nessuno può escludere nulla.
- Hanno un nome e cognome i notabiliati politici da sconfiggere?
Non vogliamo personalizzare la nostra campagna elettorale. Ma sul punto abbiamo risposto: è un fatto che a Pomigliano di politica si occupano troppe poche persone e sempre le stesse.
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