La grave crisi demografica che si sta verificando in Italia ormai da parecchi anni, a causa di una preoccupante diminuzione delle nascite (il nostro e` il Paese del mondo in cui nascono meno figli in assoluto), evidenzia la necessita` e l’urgenza di elaborare un progetto ampio ed organico di cui e` parte una politica della natalita`.
La nascita di un figlio non e` solo un fatto privato, ma e` cosa che riguarda la societa` intera, lo Stato che ha il dovere, prima ancora che il diritto, di farsi carico dei problemi connessi. Lo Stato infatti non esaurisce la sua funzione solo in relazione ai cittadini attualmente esistenti, ma deve pensare ed agire per la tutela e l’interesse delle generazioni future.
Assolutamente critiche sono le conseguenze della denatalita`che si possono concretizzare in uno squilibrio dei rapporti tra fasce d’eta` che rendono urgente una politica della popolazione che riesca, in termini di tempo ragionevoli, ad invertire l’attuale tendenza alla denatalita` , riportando ad una situazione di equilibrio demografico prima che gli effetti negativi del calo delle nascite conducano ad un punto di non ritorno.
La situazione nel mondo
Secondo le attuali teorie, le dinamiche demografiche delle popolazioni del nostro pianeta sono caratterizzate da una fase «pretransizionale», durante la quale la quantita` della popolazione e` stabile, con alti tassi di nascite e morti, da una fase «post-transizionale», contrassegnata da tassi di natalita` e mortalita` molto bassi, e da una fase «transizionale», di passaggio appunto tra le due suddette.
La fase di transizione non e` iniziata ovviamente dappertutto nello stesso momento essendo condizionata da molte variabili di natura culturale ed economica.
La situazione europea e` caratterizzata da una stabilizzazione delle popolazioni in Francia, Olanda e Gran Bretagna, mentre Italia, Germania e Spagna sono in continua diminuzione numerica.
In Italia
L’Italia e` ormai in una fase «post-transizionale», in quanto la natalita` e` diminuita al punto da alterare l’equilibrio della popolazione , amplificando il cd. «tasso di dipendenza», ovvero il rapporto tra popolazione attiva e popolazione passiva. Così se oggi cento persone attive mantengono trentuno anziani, nel 2040 cento persone attive ne dovranno mantenere settantaquattro, con un onere sull’economia, sul sistema previdenziale e su quello sanitario evidentemente insostenibile.
Condizionamenti
In Italia, come nel resto d’Europa, la diminuzione della fecondita` e` da attribuire al fatto che la coppia, nella societa` d’oggi,
non e` incentivata ad avere figli perche` mancano le condizioni sotto molteplici profili . Il calo demografico infatti e` la conseguenza di una certa cultura materialistica ed edonistica, ma anche e soprattutto di condizionamenti sociali ed economici, che oggi penalizzerebbero chi ha figli.
Anche la diminuzione dei matrimoni influisce sul calo della fecondita`, poiche` nella societa` italiana restano piuttosto rare le nascite fuori dal matrimonio.
Si impone anche moralmente un cambio di rotta della legislazione italiana che deve intervenire assolutamente con nuove prospettive sulla famiglia non penalizzando la stessa con figli in quanto detrazioni fiscali ed assegni familiari sono scarni in rapporto ai costi reali.
E` insomma un dato di fatto che in Italia oggi una coppia che vuole avere figli e` svantaggiata ed a tale proposito esiste un dato ISTAT che rileva come il tenore di vita di una famiglia scenda all’aumentare del numero dei figli.
Da una societa` dove viene dato sempre piu` spazio all’economia a scapito dei valori, bisogna ritornare ad una visione politica organica affinche` l’interesse particolare e l’immediato non compromettano irrimediabilmente il futuro di cui facciamo tutti parte, compresi coloro che ritengono di non dover sopportare alcun sacrificio per le generazioni future. Ma, poiche`, se esistono interessi individuali, esistono anche interessi della societa`, che balzano all’occhio nello specifico campo della natalita`, lo Stato ha il diritto-dovere di armonizzare queste due sfere di interessi, in modo che le scelte delle famiglie non siano di danno alla collettivita` – presente e futura – e che le esigenze della societa` non condizionino negativamente quelle delle coppie.
Lo Stato ha il dovere di gestire non solo il presente, ma anche di preparare il futuro; percio` deve definire una seria politica demografica indicando gli obiettivi a medio e lungo termine ed i mezzi per il loro conseguimento
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