di Felice Massimo De Falco
Dacia Maraini, crede che in questa fase il lessico della politica sia esondato dai limiti del bonton istituzionale? Pensi allo scambio tra Meloni e De Luca
Un linguaggio appropriato non lo chiamerei bon ton, ma senso della responsabilità e rispetto verso l’altro, anche se si tratta di un avversario. Il linguaggio esprime il pensiero e quando si usa un linguaggio sciatto e insultante, vuol dire che il pensiero è scaduto a brutalità e intolleranza.
A sinistra e nei circoli culturali denunciano un clima da censura. Ma secondo lei Antonio Scurati è stato censurato?
Non conosco i dettagli del caso Scurati. Ma constato che i censori vengono sempre puniti dall’effetto opposto che ottengono. Se fossi una politica eviterei in tutti i modi di censurare, ma anche di rispondere ai critici e ai vignettisti. Da qualunque parte politica si sia, l’effetto è sempre controproducente. Certamente c’è stata una censura su Scurati che ha scritto delle verità scomode su Mussolini e il suo regime. Ma la democrazia esige libertà di parola e di pensiero. Se ci si indigna di fronte a un serio libro di un serio scrittore, vuol dire che si vuole limitare a democrazia nelle sue libertà.
Cosa pensa dell’esclusione di Saviano e di alti scrittori dalla Buckmesse di Francoforte?
Quando ho ricevuto l'invito da Francoforte pensavo che fosse concordato fra i responsabili del Bookmesse e l’Italia. Pare non sia così. Ma anche questa volta la esclusione porta a creare casi politici. Io stimo Saviano e penso che andasse assolutamente invitato. Sono contenta che alla fine sarà invitato comunque dagli editori tedeschi.
Sente falcidiata la libertà di pensiero in questa fase storica?
Non c’è dubbio che tira un’aria di chiusura illiberale verso le novità sociali e culturali. E questo non solo in Italia ma in tutto il mondo. Non so se questo ritorno alla Reazione, sia dovuto a paure inconsce, a una cattiva influenza degli strumenti tecnologici che stanno svuotando e modificando i rapporti umani, oppure se si tratti, come ho scritto, di una nuova aspettativa, sentita sopratutto dai giovani che sono disgustati dai cattivi risultati delle politiche attuali, verso un futuro diverso, semplificato e severo, fatto di ordine e gerarchie prestabilite. Per quanto mi riguarda ho paura che si tratti di un momento pericoloso di irrazionalità estesa e condivisa. Ma il buon governo e la buona convivenza non possono nascere da una specie di anarchico messianismo
Tra poco si vota. Lei ha scritto sul Corriere della Sera che bisogna andare a votare per non lasciare vuoti ai prepotenti. Chi sono i prepotenti oggi?
I prepotenti sono coloro che si proclamano rappresentanti del Popolo, e in nome del popolo pretendono di cambiare le regole della democrazia. Ma ricordiamo che, per lo meno per le ultime elezioni, la sedicente maggioranza rappresenta la maggioranza di una minoranza. Mezzo Paese non ha votato. E andrebbero semmai capite le ragioni di questo rifiuto e non approfittarne per dichiararsi rappresentanti di tutto il popolo italiano.
In base a quali considerazioni farà la sua scelta di voto?
Voto PD, anche se sono amareggiata dalla frammentazione della sinistra. Se non ci fossero tanti personalismi e tante risse ideologiche la sinistra avrebbe vinto le elezioni. Ho stima per i Verdi, per la Bonino, per Calenda e altre brave persone, ma i loro voti sono dispersivi. Non si poteva costruire una grande unità delle sinistre? Necessaria sopratutto in questo momento di avversione nei riguardi della democrazia e dei diritti civili.
Cosa pensa delle contestazioni di massa dei collettivi studenteschi contro Israele?
Penso che abbiano ragione. Nethaniayu in questo momento sta facendo del male al suo paese e al suo popolo. Ha sostituito lo spirito di giustizia con quello di vendetta e le vendette sono sempre controproducenti perchè non fanno che suscitare altre vendette e altre violenze. Il pericolo però sta in coloro che fanno di tutta l'erba un fascio e tirano fuori una nuova forma di antisemitismo. Il popolo israeliano non è tutto d’accordo col suo capo del momento, anzi lo sta fortemente contestando. Basta leggere le parole sagge e allarmate dei suoi intellettuali che gli gridano di fermarsi. Io sono per due paesi indipendenti, di pari dignità, la Palestina e Israele. Anche Hamas non rappresenta tutti i palestinesi, e anche lui sta facendo il male del suo popolo. I suoi metodi sono repellenti e inumali. Ora tutti chiedono a gran voce la pace, ma come? e a quali condizioni? Per me una soluzione seria potrebbe venire dall’Onu che rappresenta tutti i paesi del mondo e quindi ha una autorità riconosciuta. Ma la regola della unanimità e del veto di alcuni paesi non è democratica perchè porta all’immobilismo e all’impotenza. Se all’ONU si votasse a maggioranza penso che la condanna contro Nethaniayu sarebbe corale e aiuterebbe a creare un accordo. Ma così siamo bloccati.
Il Papa, rivelatosi l’idolo degli orfani di Marx, con la sua recente gaffe, anche se si è scusato, manifesta un pensiero vero all’interno della Chiesa?
Il Papa certamente è caduto nella disinvoltura di un linguaggio orecchiato in una lingua straniera. Ma comunque penso che abbia fatto male, perchè ogni funzione ha la sua responsabilità linguistica. Se sei una persona che rappresenta una religione, una istituzione, un governo, uno Stato, devi utilizzare un linguaggio all’altezza della carica, devi dare un esempio di saggezza e pudore, anche linguistico. Sono sicura comunque che il Papa volesse riferirsi a un fenomeno diffuso nella Chiesa. Ma dovrebbe chiarire: l’omosessualità è una scelta oggi considerata legittima che va rispettata. Mentre la pedofilia, purtroppo spesso presente fra docenti e discenti nell’ambito della Chiesa, deve essere fortemente condannata. E aggiungo in coda: perchè la Chiesa rimane così arroccata sulla sua misoginia, non dando spazio politico e rappresentativo alle donne che oggi sono preparate e responsabili?
Ha un consiglio per Giorgia Meloni?
Devo dire che mi sono rallegrata quando ho saputo della sua elezione. Vuol dire che una donna può rappresentare un paese e questo è un buon segno. Purtroppo ho l’impressione che Giorgia Meloni si dimentichi di rappresentare un paese, e pensi di essere ancora all’opposizione, quella della fiamma che continua a splendere sulle bandiere dei Fratelli d’Italia. Il nome Fratelli d’Italia fa pensare al Risorgimento, un momento molto importante per la storia del nostro paese. Ma è stato un movimento di liberazione e di costruzione della democrazia, non la costruzione di un potere gerarchico e restrittivo. Più che consigliarla, la pregherei di riflettere sulla sua funzione:
Cara Giorgia, lei ha l’onore di rappresentare tutto il paese, non solo quello della fiamma nostalgica del fascismo. Lei crede alla democrazia come forza e anima del paese o vorrebbe svuotarla dall’interno per arrivare a uno stato autoritario e militaresco? Vorrei ricordarle che lei ha giurato sulla Costituzione e non su un libro si Evola o del pur moderato Gentile. La saluto con rispetto perchè credo che anche fra avversari ci si debba rispettare. Ritengo che ci si debba confrontare sulle idee e lasciare da parte le offese, le ripicche, gli insulti, tutti segni di intolleranza e l’intolleranza non aiuta a convivere. Siamo tutti italiani e dobbiamo trovare un modo di convivere senza scannarci, rispettando le regole che i più saggi e i più coraggiosi avversari di ogni totalitarismo ci hanno insegnato.
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