Risulta che il Governo stia lavorando per contrastare il fenomeno delle “culle vuote”. Conferma?
I numeri Istat sulla natalità sono allarmanti: nel 2022 i nuovi nati sono stati meno di 400.000. È il dato più negativo di sempre anche a livello europeo, peggio di noi solo Spagna e Malta. Per tale ragione è stato messo in primo piano nell’agenda del Governo la proposta del Ministro Giorgetti, a cui ne è seguita anche una mia; un sistema di detrazioni fiscali a favore delle famiglie, non solo per gli infanti, ma per tutti i figli a carico. Un’iniziativa importante che dovrà trovare attuazione, tenendo conto che l’assegno unico universale introdotto lo scorso anno è stato già di fondamentale innovazione. Ha però inglobato la detrazione per figli a carico che attualmente è pari a 950 euro annuali per ogni figlio
La proposta lanciata dal Ministro Giorgetti “meno tasse per chi fa più figli” costerebbe 1 miliardo. Secondo Lei è fattibile?
Dal mio punto di vista emergeranno risorse a sufficienza nella prossima nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (NADEF), alla luce degli ottimi risultati che stanno affiorando in molti settori trainanti per l’economia Italiana. Per esempio il settore del turismo che incide per il 13% del PIL nazionale, registrerà risultati migliori rispetto a quelli del 2019 pre pandemia, così come tutto il settore delle esportazioni legato al made in Italy, dell’agroindustriale, e dell’industria del tessile. Non parliamo poi della meccanica, della chimica e in ultimo del comparto dell’edilizia, settore propulsivo che ha avuto un importante impulso ed è trainante per l’economia nazionale. Ritengo assolutamente prioritario aiutare le famiglie e combattere la denatalità. Tenendo conto che il sistema complessivo delle tax expenditures consta di 400 bonus e agevolazioni varie cresciute a dismisura nel periodo del covid, credo che un naturale riordino e semplificazione possa far emergere le risorse necessarie.
Anche lei ha lavorato a una sua proposta, vuole illustrarla?
La mia proposta reintroduce un sistema di detrazioni per carichi di famiglia. Un’agevolazione fiscale già conosciuta dai contribuenti che prevede una detrazione per figli a carico. Io ho parlato di 10mila euro ma anche se fosse la metà, agevolerebbe già le nostre famiglie. Volendo fare un esempio pratico, un lavoratore dipendente con un reddito di 35mia euro e 3 figli a carico si vedrebbe ridurre la base imponibile su cui applicare le aliquote Irpef da 35 a 20mila euro più quella da lavoro dipendete. È facile intuire come la tassazione per una famiglia con quel reddito e quelle detrazioni sarebbe molto bassa. L’effetto sarebbe visibile subito in busta paga, con un cuneo contributivo e cuneo fiscale a favore delle famiglie e un maggior reddito netto percepito mensilmente.
Quali sono, secondo lei, le cause del calo delle nascite: economiche, culturali, emancipazione femminile o mancanza di reali sistema di welfare?
Le nostre economie mature hanno sempre sofferto di questo problema, a differenze dei paesi emergenti e del terzo mondo. Il tema ovviamente ha più risvolti economici, culturali, di carattere sociale e di welfare italiano. E’ chiaro che nei paesi in cui c’è un sistema che aiuta le famiglie a contenere i costi, le donne riescono a gestire la propria vita senza dover decidere tra lavoro e casa e occupano ruoli chiave.
L’immigrazione regolare potrebbe aiutarci?
II governo sta già ragionando su come modificare il prossimo decreto flussi, che è l’unico canale di ingresso regolare. Valuteremo le quote, alla luce delle domande dell’ultimo provvedimento e per rispondere prontamente alle richieste che arrivano dal mondo produttivo e tenendo conto del tema dell’occupazione giovanile.
L’Istat stima che fra cinquant’anni saremo un paesello di 30 milioni di abitanti. È una prospettiva possibile?
Sono stime che indicano quanto importante sia invertire su questo trend negativo. La crisi demografica e la denatalità si combattono con lo sviluppo e il sostegno alle famiglie. Tutto questo è al centro della nostra agenda politica.
E in conclusione?
Nei prossimi provvedimenti economici, tra il riordino delle tax expenditures e nuove entrate, dovranno essere individuate le risorse da destinare alle famiglie, prendendo sempre come esperienza positiva quella dell’assegno unico universale, che tiene conto dei soggetti incapienti a livello fiscale.
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