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DECRETO LAVORO: UNA SPERANZA IN PIU’ PER L’ECONOMIA ITALIANA

Giovanni Passariello • 3 maggio 2023

Lo scorso 1° maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Lavoro 2023. Un decreto che avvia una nuova fase sul piano dell’economia nazionale, i cui risultati, ovviamente, potrebbero essere evidenti, speriamo positivamente, nei prossimi mesi e anni. Tra le misure adottate, vi è al posto del Reddito di Cittadinanza, una nuova misura di sostegno economico e di inclusione sociale, cioè l’assegno di inclusione (ADI) dedicato ai “non occupabili” che sarà attivo dal 1 gennaio 2024.

Lo scorso 1° maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Lavoro 2023. Un decreto che avvia una nuova fase sul piano dell’economia nazionale, i cui risultati, ovviamente, potrebbero essere evidenti, speriamo positivamente, nei prossimi mesi e anni. Tra le misure adottate, vi è al posto del Reddito di Cittadinanza, una nuova misura di sostegno economico e di inclusione sociale, cioè l’assegno di inclusione (ADI) dedicato ai “non occupabili” che sarà attivo dal 1 gennaio 2024. Inoltre, rispetto alla prima bozza, dal Decreto spariscono GAL (Garanzia per l’attivazione lavorativa) e PAL (Prestazione di accompagnamento al lavoro) e lasciano il posto a una sola prestazione denominata “Strumento di attivazione al lavoro” (SDA) che consiste di un’indennità di partecipazione, di 350 euro, per la sola durata di eventuali corsi di formazione, altre misure di politica attiva, il servizio civile, i lavori socialmente utili, valido per non più di 12 mesi. Inoltre, il testo – ancora non pubblicato in Gazzetta Ufficiale – introduce anche novità su assunzioni per giovani under 30, voucher lavoro, APE sociale e assegno unico.


Vediamo nel dettaglio cosa prevede il decreto.


1) NUOVO TAGLIO DELLE TASSE SUL LAVORO

Arriva il nuovo taglio del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti con redditi medio bassi, già previsto nel DEF 2023 e confermato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si tratta di un taglio sui contributi dovuti dai lavoratori dipendenti del 6% per chi ha un reddito inferiore a 35.000 euro e del 7% per chi ha un reddito inferiore a 25.000 euro lordi. In sostanza si tratta di un aumento del taglio del cuneo fiscale che era già stato introdotto con la Legge di Bilancio dal 1° gennaio 2023 (era del 2% o 3%). Sarà attivo dal 1° luglio 2023 e fino al 31 dicembre 2023. Il taglio serve a garantire più soldi in busta paga ai lavoratori, in media fino a circa 100 euro in più per i redditi più bassi.

Mentre si attende la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legge Lavoro, per fare i conti esatti di quanto aumenterà la busta paga con il nuovo taglio del cuneo, martedì 2 maggio il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha illustrato nelle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato le linee guida del disegno di legge delega per la riforma del fisco, annunciando che tra le ipotesi allo studio c’è che nel 2024, oltre alla riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3, potrebbe arrivare un taglio delle tasse sulle tredicesime.

 

2) ADDIO RDC, ARRIVA L’ASSEGNO DI INCLUSIONE

Come sopra accennato, dal 1° gennaio 2024 arriva una nuova misura che andrà a sostituire il Reddito di Cittadinanza ma che è valida solo per i “non occupabili”. Si tratta dell’Assegno di inclusione (ADI). L’assegno è di entità non inferiore a 480 euro al mese a cui può essere integrata la quota di affitto, pari a 280 euro extra mensili, fino a un massimo di 3.360 euro all’anno. È erogabile per massimo 18 mesi, ma può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per ulteriori 12 mesi.

Tale misura è destinata alle famiglie in possesso di determinati requisiti – relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno del richiedente, alla durata della residenza in Italia e alle condizioni economiche – al cui interno si trovano almeno: una persona disabile oppure un minore oppure un ultra 60enne o una persona titolare di invalidità civile. Per ottenere l’ADI occorre possedere un ISEE non superiore a 9.360 euro all’anno, un reddito sotto i 6 mila euro annui (salvo eccezioni) e un valore del patrimonio immobiliare non superiore a 30.000 euro (esclusa la prima casa, se ha un valore non superiore a 150mila euro). Il Governo per questa misura ha previsto una spesa di 5,6 miliardi di euro nel 2025 e 2026.

 

3) STRUMENTO DI ATTIVAZIONE AL LAVORO

Dal 1° gennaio 2024 arriva un sussidio per gli occupabili che si trovano in povertà assoluta. Si tratta dello strumento di attivazione al lavoro (SDA) che dà diritto a un’indennità di partecipazione pari a 350 euro. È destinata agli “occupabili” (persone che hanno età compresa tra 18 e 59 anni e sono in condizioni di lavorare) inseriti in misure di politica attiva del lavoro (programma GOL), inclusi lavori socialmente utili e servizio civile. Gli occupabili devono avviare un percorso di ricerca attiva del lavoro con un Centro per l’impiego. L’assegno decade nel caso di rifiuto di un’offerta di lavoro ma l’obbligo di accettazione tiene conto di diversi vincoli tra cui la distanza da casa, la durata e la tipologia del contratto di lavoro (tempo indeterminato o determinato). Ad esempio se il luogo di lavoro non dista più di 80 km da casa e il contratto ha una durata pari a un anno, scatta l’obbligo di accettazione, pena la decadenza del sussidio. La mini indennità era stata prevista già dalle prime bozze del Decreto e chiamata prestazione di accompagnamento al lavoro (PAL), scomparsa poi dal testo dell’ultima bozza, proprio come è accaduto per la GAL, la garanzia di attivazione lavorativa. Per la misura è prevista una spesa di 276 milioni di euro nel 2023 e ulteriori 2,1 miliardi di euro nel 2024.

 



4) PIATTAFORMA DIGITALE PER CERCARE LAVORO

Il Decreto prevede l’avvio del SIISL, il nuovo Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa. Si tratta di una piattaforma digitale del ministero del Lavoro in grado di far dialogare con Regioni e Centri per l’impiego, mettere in rete tutti i dati di chi è povero e cerca un posto di lavoro. La piattaforma – le cui regole di funzionamento saranno definite da un apposito Decreto – prevede anche l’interazione con le Agenzie private del lavoro, di cui saranno fornite le offerte di impiego. Ogni percettore di ADI e SDA, infatti – come confermata rispetto alle prime versione del testo – ha l’obbligo di sottoscrizione del Patto di attivazione digitale e di iscrizione al SIISL. Si prevede, cioè, uso della piattaforma e delle specifiche app per garantire di trovare lavoro ai percettori.


5) TORNA LA PENSIONE DI CITTADINANZA

L’assegno di inclusione ADI sarà più alto per i nuclei familiari con over 67 e disabili e arriverà a quota 630 euro. L’ultima versione del Decreto lavoro 2023, prevede in sostanza, il ripristino della pensione di cittadinanza, assorbita dal RdC qualche anno fa.

 

6) PIÙ CONTROLLI SUI NUOVI ADI E SDA

Al fine di consentire un efficace svolgimento dell’attività di vigilanza sulla sussistenza di circostanze che comportano la decadenza dall’ADI e dal SDA, nonché su altri fenomeni di violazione in materia di lavoro e legislazione sociale, il Decreto lavoro 2023 intensifica i controlli. Il personale ispettivo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro avrà a tal fine accesso: a tutte le informazioni e le banche dati, sia in forma analitica che aggregata, trattate dall’INPS; alle informazioni collegate ai requisiti e alle condizioni per accedere e conservare il beneficio.

Con Decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, saranno definiti criteri e modalità. Intanto, il Governo prevede anche l’avvio di un piano triennale di contrasto all’irregolare percezione dell’ADI, contenente le misure di contrasto e la strategia dell’attività ispettiva. Ciò in linea con quanto previsto dal Piano Nazionale lotta al Lavoro Sommerso.


7) STRETTA SUI FURBETTI

Previste anche pene più severe per i furbetti, ossia i trasgressori delle nuove regole. Un esempio sono colore che prendono i nuovi sussidi mentre lavorano in nero oppure chi usa documenti falsi per rientrare nei requisiti di accesso al nuovo assegno. In particolare le pene vanno da 2 a 6 anni per false dichiarazioni e da 1 a 3 anni per l’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini del mantenimento del beneficio.


8) NUOVI INCENTIVI ALLE ASSUNZIONI

Il Decreto lavoro 2023 prevede degli incentivi per chi assume, specie a favore dei disabili. Inoltre, la norma introduce un nuovo bonus assunzione giovani under 30, ovvero un contributo per le assunzioni di giovani under 30 effettuate nel secondo semestre 2023, ossia dal 1° giugno al 31 dicembre 2023. In pratica, ai datori privati che assumono under 30 Neet, registrati al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”, viene riconosciuto un incentivo per un periodo di 12 mesi pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. Lo sgravio viene confermato anche per i contratti di somministrazione e apprendistato. Si conferma l’esonero totale dai contributi dovuti (escluso INAIL) ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’ADI con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche mediante contratto di apprendistato. Se volete ulteriori dettagli per come funziona lo sgravio fiscale introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 per chi assume coloro che sono beneficiari del RdC, vi consigliamo di leggere questo focus, la nuova agevolazione sarà molto simile.

Ancora, viene confermato l’esonero contributivo per l’assunzione di giovani fino ai 35 anni e disoccupati nelle Regioni del Mezzogiorno e nelle Isole (centro – sud Italia).


9) PIÙ CONTROLLI PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

Il Governo, nel testo del Decreto lavoro 2023 ha introdotto anche nuovi obblighi e regole di controllo più severe per garantire la sicurezza dei lavoratori. Il testo prevede, a tal fine, una serie di modifiche al Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 su condizioni sanitarie, monitoraggio e formazione. Previste nuove tutele assicurative anche per il personale interno ed esterno delle scuole paritarie, degli ITS e di tutti gli istituti di formazione legalmente riconosciuti.


10) INDENNIZZO PER STUDENTI DECEDUTI

Il testo del Decreto lavoro 2023 stanzia in un nuovo fondo realizzato ad hoc pari a 10 milioni di euro per l’anno 2023 e 2 milioni di euro annui, a decorrere dal 2024, per garantire indennizzi alle famiglie di studenti deceduti durante la formazione. Ciò vale per gli studenti delle scuole o istituti di istruzione di ogni ordine e grado, anche privati, comprese le strutture formative per i percorsi di istruzione e formazione professionale e le Università.


11) NUOVI AUMENTI PER L’ASSEGNO UNICO FIGLI

Il nuovo Decreto prevede la maggiorazione di 30 euro per gli orfani con un solo genitore lavoratore (vi rimandiamo alla nostra guida di approfondimento per tutti i dettagli sulle novità). Il rialzo vale per chi ha un ISEE pari o inferiore a 15.000 euro (poi l’importo cala).


12) SALE SOGLIA FRINGE BENEFIT PER CHI HA FIGLI MINORI

Come già annunciato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il testo del Decreto lavoro prevede l’arrivo dell’aumento della soglia di non imponibilità per i fringe benefit, il cui valore sale, per questi ultimi mesi del 2023, dagli attuali 258 euro circa fino a 3.000 euro, ma solo per i lavoratori dipendenti con uno o più figli minori.


13) NUOVI FONDI PER IL BONUS TRASPORTI

Il testo prevede nuovi fondi per il bonus trasporti 2023 relativamente alle richieste di rimborso pervenute al Ministero del lavoro e delle politiche sociali oltre la data del 31 dicembre 2022 ed entro il 28 febbraio 2023.


14) CAMBIANO LE REGOLE DEI CONTRATTI A TERMINE


Sebbene bisognerà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per avere certezza sulle misure previste dal Decreto lavoro, il Cdm chiarisce che le nuove causali per i contratti a termine sono quelle che seguono:

-     particolari esigenze previste dai CCNL, sottoscritti dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, oppure dalle rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria;

-     particolari esigenze di ambito tecnico, organizzativo e produttivo rintracciate dalle parti in mancanza della previsione della contrattazione collettiva, previa certificazione delle stesse presso una delle apposite commissioni;

-     necessità di sostituzione di altri dipendenti.

 

15) PROROGA CONTRATTO ESPANSIONE PENSIONE

Il Decreto lavoro 2023 decide anche per la proroga del contratto di espansione per pensione anticipata. La misura, che vi illustriamo in questa guida, sarà valida fino al 2025. Permetterà di uscire da lavoro 5 anni prima del previsto tramite un accordo con l’azienda. Il contratto di espansione vale per le aziende con un limite minimo di 50 unità lavorative in organico

.

16) POTENZIATO IL FONDO NUOVE COMPETENZE

Il Decreto lavoro in fase di redazione incrementa il Fondo nuove competenze nel periodo di programmazione 2021 2027 con le risorse rivenienti dal Piano nazionale Giovani, donne, lavoro, cofinanziato dal Fondo sociale europeo +, identificate in sede di programmazione.

 

di Giovanni Passariello


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