- La scelta di rompere con Letta si sta rivelando provvidenziale. In effetti gli state mangiando l’elettorato
Noi abbiamo semplicemente difeso la nostra dignità politica e le nostre battaglie.
Abbiamo dato priorità a temi come il salario minimo, il caro bollette (mente tutti parlavano di armi), il super bonus. Evidentemente gli italiani e in particolare gli elettori di centro sinistra ci stanno riconoscendo una coerenza e una determinazione che vedono mancare altrove
- Dopo le elezioni lei crede che si possa rinnovare il dialogo col Pd?
Con gli attuali vertici del Pd è impossibile qualsiasi dialogo. Politicamente si sono schiacciati sull’agenda Draghi buttando a mare i temi sociali e innovativi portati in dote dal Movimento. Hanno abbracciato Di Maio, Tabacci, ci hanno provato perfino con Calenda.
Scelte per noi incomprensibili e lontane dalla nostra visione politica e di Paese.
- Grillo è stato il primo a parlare di transizione ecologica. Quella interpretata da Cingolani vi soddisfa?
La transizione ecologica non affronta solo il tema energetico ma anche il rapporto, tutto da rinnovare, tra essere umano e ambiente.
Quest’ultimo aspetto, altrettanto fondamentale, è totalmente mancato nell’agenda di Cingolani.
- Siete tornati alle origini, arcigni oppositori al sistema. È questa la vostra collocazione?
La nostra collocazione è sempre stata quella di portare a casa quanti più risultati possibili che migliorassero le condizioni di vita dei cittadini.
Se questo significa opporsi ad un sistema che ascolta maggiormente le lobbies e meno i bisogni delle persone, sicuramente lo abbiamo fatto e non avremo paura di continuare a farlo.
- I sondaggisti dicono che la vera sorpresa è Giuseppe Conte. Se lo sarebbe aspettato dopo la scissione di Di Maio?
Personalmente non mi sorprende. Giuseppe Conte durante il difficile periodo della pandemia ha saputo essere un riferimento non solo nel nostro Paese ma anche a livello europeo, dando un lustro all’Italia che non si vedeva da anni.
È stato forse il Presidente del Consiglio più amato degli ultimi anni.
- Cosa pensa di Di Maio?
Luigi Di Maio ha fatto una scelta, che è quella di continuare a fare politica. Personalmente non ne ho condiviso motivazioni e modalità.
In tanti, fuorusciti dal Movimento, credono che fondando un proprio partito possano comunque avere dei buoni risultati e un seguito: a mio avviso non è così.
- Le piacerebbe un premier donna?
Assolutamente sì, è grave che a 80 anni dalla nomina del primo Presidente del Consiglio questo Paese non abbia mai visto una donna salire a Palazzo Chigi. È anche vero però che chiunque sia chiamato a svolgere questo ruolo dovrebbe portare con sé determinati principi e abilità come empatia, capacità di ascolto, sensibilità, difesa dei più deboli e opporsi a qualsiasi forma di discriminazione.
- Quali sono le priorità del Paese secondo il M5S?
Poco prima che cadesse il Governo, avevamo consegnato al Presidente Draghi una lettera con nove punti che ben descrivevano le nostre priorità. Abbiamo una visione di Paese volta all’uguaglianza e alla dignità della persona, dei lavoratori. Valorizzazione delle fasce giovanili che oggi sono più che mai attente alle tematiche ambientali, altro tema a cui abbiamo dato e daremo sempre centralità.
- Perché avete mandato via Draghi?
Come già detto noi abbiamo semplicemente rivendicato l’importanza dei temi che stavamo portando avanti, ricordo il salario minimo, i problemi con l’ecobonus, il blocco dell’ inceneritore di Roma. Siamo stati ignorati: stare al Governo significa ascoltare le posizioni di tutti i partiti che sostengono la maggioranza e da un certo punto in poi Draghi ha smesso di farlo.
Il Parlamento non è composto da sudditi ma da rappresentanti del popolo che avrebbero meritato molto più ascolto e rispetto.
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