Tornando a noi… quel viaggio a Roma era servito certo a distrarmi e a non eliminare i legami interiori che ognuna aveva costruito per sé.
Ho sempre pensato che tra amiche fosse essenziale prestarsi a colmare quei vuoti che spesso gli uomini e i loro silenzi lasciano nelle nostre piccole anime
.Una pratica tutta femminile fatta di abbracci, pianti, dolci sorrisi: “Credi che ritorni?” … quasi sempre si costruisce così, col sogno, con il desiderio di una minore cinicità ed un abbandono alla speranza in un futuro romantico o, se vogliamo, ancora infantile.
Una pratica fatta dei rituali della casa: quasi sempre le confidenze “serie” tra amiche avvengono tra le mura della casa dove si chiacchiera si beve del caffè e poi si ingurgita di tutto
!E così fu…
“ Io non sono ne diffidente ne polemica!” esclamai ad un certo punto “Ma se glielo dicessi mi prenderebbe per pesante, insistente e con aspettative!
”Si perché gli uomini, che hanno una struttura mentale semplificativa rispetto a quella di una donna, finiscono quasi sempre col pensare non appena una ha una qualche cosa da dire… cioè non appena una donna non usa la tattica del “far finta di niente” il lui di turno conclude che quella donna nutre aspettative troppo alte.
“Ci sono modi – continuai– che non mi danno la tranquillità e il “segno” dell’ “esserci” di una qualunque situazione. Per esempio quando Lui dice ti chiamo domani e non lo fa, io in maniera elementare penso che non lo abbia potuto fare… Certo lo potrebbe fare dopo domani! Ma dentro di noi sappiamo bene il senso del “sono impegnato ti richiamo” !!! Se mi richiama davvero ha un senso, se non lo fa, non ne ha!
”E quindi arrivavo alla conclusione di non piacergli abbastanza… ma poi mi correggevo e lasciavo spazio alla fiducia ed al tempo, nel senso che ad un certo punto cominciavo a pensare che non tutti abbiamo gli stessi tempi e che forse lui aveva ragione a pensare che io corressi. Beh ma in fondo chi lo sa… è vero che una scintilla scocca o non scocca… ma è anche vero che qualche volta nel tempo due persone si innamorano o forse no
.La verità era che cominciavo a capire che nell’amore come nella vita le regole non esistono. Così come spesso esistono tempi differenti. Si! Insomma, come imboccare la stessa autostrada in momenti e in corsie di marcia diversi. Il necessario è che almeno il verso sia lo stesso!
In realtà sentivo che eravamo fatti l’uno per l’altro. Ma che forse non eravamo figli di una stessa tempistica. Ossia incontrare l’uomo o la donna giusta nel momento non opportuno… in un momento in cui l’uno o l’altro non sono pronti. Questo ovviamente mi dava la sensazione che ci fosse qualcosa di precluso, non dichiarato, falso. Un’altra donna o comunque un altro amore
.Per una donna in realtà è difficile concepire l’istinto puramente libero e libertino di un uomo. Cioè è quasi impossibile pensare che un uomo, dinanzi alla donna eventualmente giusta, dichiari sciopero! E chissà se questo ha poi realmente un senso…
Credo piuttosto che ogni uomo per natura si trovi più comodo e al sicuro in una condizione di routine e che la dia per scontata, e soprattutto la “routine” è quella che vive in un dato momento. Cioè nessun uomo stravolge la sua vita all’improvviso se non è passato per via naturale da un concetto all’altro! Mi spiego: se becchi un uomo in un momento di vita in cui le sue priorità sono alcool, sesso e amici, con approcci alle donne in senso generico… dicevo, nessun uomo è disposto ad abbandonare quello status di stabilità per qualcosa di diverso! E se quel qualcosa è rappresentato da una donna che pure gli offre stabilità ma fatta di altre prerogative, beh non è pronto! Addirittura intravede in quella solidità la più grande monotonia e metterebbe in discussione tutta una vita pur di non approdare a quello che schematizzano come: liceo, università, lavoro matrimonio famiglia, figli! O mio Dio! Cioè noi la chiamiamo solidità, loro la chiamerebbero “inalterabilità” o addirittura “fissità”. E ne fanno una vera e propria fissazione!! Rimanendo fermi a questo concetto qualcuno per molti anni della vita… altri, ahimè, per sempre!
E noi che vorremmo fargli comprendere com’è bella la vita a due!? Com’è bella la sensazione di prendersi cura l’uno dell’altro!? E più questo accade e più loro pensano di perdere la libertà! Quale libertà poi? Quella di banali risate, qualche birra e magre scopate? Certo perché in questo gli uomini sono quelli che guidano! Cioè guidano la loro vita e devono sempre avere la sensazione di guidarla… Beh questione di gusti. Potrebbe essere la paura di amare?
Per me la fiducia si sviluppava all’inizio di ogni tipo di rapporto, nascendo dai piccoli gesti di conferma.
Tutto nasce “nel tempo” è vero, ma quando il tempo è avvalorato dalla continuità.
“Quella che lui chiama fretta, io la chiamo sollecitudine ossia semplice volontà di conoscenza, frequentazione e meglio ancora “interesse”. E quando mi accorgo che queste cose non ci sono è mia abitudine lasciare che il mondo vada per la sua strada ed io per la mia!... “non si piange sulla propria storia, ma si cambia rotta”! Anche Spinoza lo dice”
In realtà quello che volevo esprimere era il fatto che non avrei avuto problemi ad accettare un no per quella mia cara teoria filosofica per cui al mondo ogni individuo era necessario ma nessuno indispensabile…
Ero troppo orgogliosa per elemosinare alcuna conoscenza, e fermamente convinta della necessità della reciprocità. Ma avrei dovuto sistemare il tutto nel tempo e nella pazienza…
Ma la pazienza mi veniva meno quando attendevo quelle gradite ma “lunghissimamente lontane” telefonate.
Che poi se vogliamo una telefonata ogni due giorni non era poi così lontana. Se si pensa che qualcuno chiama una volta ogni 15 giorni. Devo tra l’altro aver letto in qualche libro che ci sono uomini a cui per mesi passi dalla mente e che poi d’un colpo… ops… “ciao sono io, come va” , si insomma richiamano senza problemi e come se nessun tempo fosse stato causa di assenza…
“Una telefonata e quattro parole sono un modo per conoscersi perché due persone che si rapportano mettono a confronto modalità differenti e per far si che ci si comprenda si esprimono i diversi punti di vista. E il motore è la volontà. Lui verso me non ha volontà!”
“Chiara, - rispondendomi – non può essere semplicemente che sia uno dai tempi biblici?!”
Nel senso che forse in quella situazione avevo di fronte un uomo, che nonostante i suoi 37 anni, era un “immaturo” sentimentale… ossia uno di quegli uomini che a quell’età ancora non sapeva se legarsi o meno e ancora non avrebbe deciso di trascorrere del tempo con una ed una sola donna.
Si insomma di quelli che ad ogni donna che incontrano dichiarano a se stessi che il giardino del vicino è sempre il più bello. Di quelli per cui la gonna era solo un oggetto di transizione, per cui il mondo “è una gonna che voglio alzare”… di quelli a cui piaceva tenere aperta ogni possibilità in modo da non esporsi e non rendersi vulnerabile come amandone solo una… di quelli che considerano pericolosa la conoscenza profonda! Poteva Claudio essere un degno rappresentante di questa tipologia di uomo. O forse no!
“ Piuttosto non sa cosa vuole! La presenza si coltiva. E per me la chiarezza è una forma di rispetto per l’altro chiunque esso sia!”
A quel punto mi resi conto dei toni un po’ acidi. Mi accomodai sul divano alzai gli occhi al soffitto e sospirai.
Poi dissi: “E se avesse già deciso che non gli piaccio abbastanza? O semplicemente che non vuole alcuna forma di conoscenza? Non voglio essere giudicata sulla base di così poco!! Ma questo problema lui certo non se lo pone!”
“Su dai… via Chiara!” – Francesca mi consolava abbracciandomi ed asciugandomi qualche leggera lacrima.
“Vedrai che ti richiama, ne sono certa!” – continuando.
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