di Giovanni Messina* e Maria Ida de Stefano*
Uno stile di vita salutare, in particolare una corretta alimentazione, ha notevole impatto sulla prevenzione delle patologie croniche degenerative. Una dieta, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, proteine a medio e basso potere biologico, acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi, può contribuire a ridurre il rischio di sviluppare cancerogenesi, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 ed obesità. Alcuni stili di vita sani possono aiutare a ridurre tale rischio, mentre alcune sostanze cancerogene presenti nell'ambiente o nella dieta possono aumentarlo.
Gli alimenti introdotti nel nostro organismo, grazie all’apparato digerente vengono scissi in unità semplici (componenti bromatologiche) non solo i macronutrienti (carboidrati, lipidi, protidi) e micronutrienti (sali minerali, vitamine), ma anche sostanze xenobiotiche, sostanze di origine naturale o sintetica, compresi i farmaci, gli inquinanti ambientali, i pesticidi, gli additivi alimentari, ecc.
Tra gli additivi alimentari, nell’ultimo periodo è ritornato sotto stretta attenzione non solo dei social e/o mass media, ma anche della comunità scientifica, l’aspartame, comunemente utilizzato come edulcorante (dolcificante), pur tuttavia non essendo completamente considerato una sostanza xenobiotica, il suo consumo è soggetto a regolamentazioni e normative tale da garantirne l’uso in modo da poterlo far metabolizzare alla persona in modo da non creare danni per la salute. Infatti, per quanto la letteratura può essere discordante, ci sono studi che definiscono l'aspartame sicuro per la maggior parte delle persone, quando consumato nei limiti delle dosi giornaliere raccomandabili stabilite dalle agenzie di regolamentazione, come la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti e l'European Food Safety Authority (EFSA) in Europa.
In Francia, dal 6 al 13 giugno scorso, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell'Oms ha effettuato un’ulteriore valutazione della cancerogenicità dell'aspartame inserendolo nella categoria Gruppo 2B; nello stesso gruppo sono presenti anche l'estratto di aloe vera e l'acido caffeico contenuto nel thè e nel caffè; pertanto, l’effetto di ogni sostanza è sempre da considerarsi in funzione della dose introdotta. La dose giornaliera considerata sicura dall’ European Food Safety Authority (EFSA) è di 40 mg per kg di peso corporeo al giorno.
La struttura chimica dell'aspartame è composta da due amminoacidi: l'acido aspartico e la fenilalanina. L'aspartame è ampiamente utilizzato come dolcificante in quanto a basso contenuto calorico in prodotti alimentari, come bevande analcoliche, dolciumi, prodotti da forno, chewing-gum, gelati, ecc. Pertanto nelle concentrazioni sopra riportate è considerato sicuro per la maggior parte delle persone, ma in alcuni casi, come in una malattia genetica quale la fenilchetonuria (PKU) il consumo di aspartame è vietato in quanto la persona affetta non è in grado di metabolizzare la fenilalanina presente nell'aspartame.
La sicurezza dell'aspartame durante la gravidanza è un argomento anch’esso molto dibattuto in quanto le sue componenti possono influenzare la crescita, la funzionalità, ecc. della placenta con ripercussioni sul feto come dimostrato in animali da laboratorio da Huang et all. su The Journal of Nutritional Biochemistry a marzo 2023. In sintesi, una dieta sana e uno stile di vita attivo possono aiutare a prevenire molte malattie e a migliorare la salute; conoscere gli alimenti e i loro potenziali effetti benefici e/o dannosi può essere di grande aiuto nel mantenere una perfetta omeostasi, quindi, parafrasando Paracelso, è la dose che fa il veleno. In conclusione condurre uno stile di vita sano e una dieta equilibrata con un giusto apporto di macro e micronutrienti deve rappresentare il punto cardine per il raggiungimento dello stato di benessere.
* Giovanni Messina, Specialista in Scienza dell’Alimentazione ed in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico, Professore Ordinario di Fisiologia presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Foggia
* Maria Ida de Stefano, Dottoranda in Biotechnology and smart practices for a sustainable management of natural resources, food and agriculture - Università di Foggia
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