Neapolis, la Napoli dalle origini greco-romane

Vera Dugo Iasevoli • 26 giugno 2023

Nel IV sec. a. C., Roma ritenne opportuno garantire la sua protezione alla città di Neapolis, nella speranza di frenare e contrastare la crescente espansione del rozzo e bellicoso popolo Sannitico. Infatti, all’interno della città vi erano abitanti di stirpe greca ma anche molti di stirpe sannitica, per cui, nel 328 a. C., la città dichiarò guerra a Roma. Ovviamente le speranze dei napoletani di poter risultare vincitori contro le potenti legioni Romane furono ben presto disattese; tuttavia, benché Neapolis avesse perso la guerra, anche per il tradimento di alcuni suoi abitanti, alla fine, riuscì a concludere una pace vantaggiosa con Roma, divenendone, addirittura, alleata, pur conservando integri i propri usi e costumi e le proprie tradizioni di origine greca.

di Vera Dugo Iasevoli


Nel IV sec. a. C., Roma ritenne opportuno garantire la sua protezione alla città di Neapolis, nella speranza di frenare e contrastare la crescente espansione del rozzo e bellicoso popolo Sannitico. Infatti, all’interno della città vi erano abitanti di stirpe greca ma anche molti di stirpe sannitica, per cui, nel 328 a. C., la città dichiarò guerra a Roma. Ovviamente le speranze dei napoletani di poter risultare vincitori contro le potenti legioni Romane furono ben presto disattese; tuttavia, benché Neapolis avesse perso la guerra, anche per il tradimento di alcuni suoi abitanti, alla fine, riuscì a concludere una pace vantaggiosa con Roma, divenendone, addirittura, alleata, pur conservando integri i propri usi e costumi e le proprie tradizioni di origine greca.


Con tale pace, Neapolis ebbe prosperità economica, supremazia portuale e di commercio e divenne centro degli “otia”, ovvero della villeggiatura dei patrizi romani, incrementando lo sviluppo di arti e artigianato a ciò collegate, come l’oreficeria, il lavoro del marmo, ecc..

Inoltre, le tre Platee di origine greca, restarono alla base dell’impianto cittadino col nome di Decumani; rispettivamente: Decumano Superior, corrispondente a via Sapienza e Anticaglia, Decumano Maior, corrispondente a via dei Tribunali e Decumano inferior, corrispondente a via S. Biagio dei Librai, tagliati tutti ortogonalmente dagli antichi Stenopoi di origine greca, rinominati dai romani Cardi.



Nella vecchia Agorà greca, trasformata poi in Foro, sorse inoltre la Basilica, i cui resti sono stati rinvenuti, parte sotto piazza San Gaetano e parte sotto la chiesa di San Lorenzo; altri avanzi della vecchia città romana li abbiamo ancora ben visibili nelle due colonne residue del Tempio dei Dioscuri, situate sul davanti della chiesa di San Paolo Maggiore; inoltre, al di sotto della chiesa di San Gregorio Armeno, si scorge ancora una parte del muro del Tempio di Cerere, alle cui spalle, sempre al di sotto dell’attuale livello stradale, sorgono i resti dell’Odeon, nell’antichità piccolo teatro coperto.


Tuttavia, sicuramente il più insolito reperto archeologico della nostra città, risalente all’epoca romana, è ciò che resta del grande Teatro scoperto, tuttora ancora visibile, in parte, nella via Anticaglia.

Oltre a tali edifici civili e religiosi che sorgevano nel cuore della città, erano stati eretti all’esterno delle mura, anche un Anfiteatro, delle Terme, uno Stadio e un Ippodromo. La città, infatti, venne ricostruita, in epoca romana, in modo moderno e all’avanguardia per quei tempi, con edifici a due ed anche a tre piani, nella zona centrale interna alle mura; mentre, nelle zone residenziali, come la collina di Posillipo, vennero edificate le cosiddette “villae di otio” e di piacere, splendide dimore ricche di ninfei, di exedrae di peschiere e di banchine per attracco delle imbarcazioni; anche di tali abitazioni restano ancora oggi visibili alcuni resti archeologici, lungo le coste di Posillipo.





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