Le “Accademie d’arte” sorsero come espressione delle mutate condizioni sociali dell’artista, ormai lontano dalla formazione tecnico-artigianale della “bottega”.
La loro nascita, però, rispose pure all’esigenza di dare all’artista una formazione artistico-culturale completa, basata sulla pratica fondamentale del disegno e della pittura ma, anche, sull’insegnamento di materie scientifiche, come anatomia, prospettiva, geometria, e letterarie, quali storia, filosofia, storia dell’arte.
La più antica tra le “Accademie delle Belle Arti”, intesa come “Istituto delle Arti e del Disegno”, fu fondata a Firenze nel 1563 da Cosimo I, per consiglio del Vasari, dell’Ammannati e del Bronzino. Giorgio Vasari, infatti, aveva avuto per primo l’intuizione di fondare una Accademia di Belle Arti, con l’intento di elevare al livello delle “arti liberali” la scultura, la pittura e l’architettura, che appartenevano, invece, alle cosiddette “arti meccaniche” ed erano apprese esclusivamente all’interno delle “botteghe”.
Ma, nonostante la "Accademia del Disegno" di Firenze avesse avuto breve durata, fu, però, grazie a questo primo, lodevole esempio, che gli artisti poterono cominciare a rendersi indipendenti, gradatamente, dalle Corporazioni medievali, come nel caso della "Accademia di S. Luca", fondata a Roma nel 1593 da Federico Zuccari.
A Bologna intanto, nel 1585, era stata fondata la “Accademia”, detta in un primo tempo “del Naturale e del Disegno”, poi "Accademia dei Desiderosi" e, infine, "Accademia degli Incamminati". Essa era nata con carattere di associazione privata fra pittori ad opera dei fratelli Agostino e Annibale e del loro cugino Ludovico Carracci e aveva lo scopo di educare all’arte “rinnovata” una serie di giovani artisti, che furono avviati dalla “Accademia” stessa ad “incamminarsi sulla retta via” di un’arte ispirata al classicismo.
Infatti, vi prevaleva la pratica della copia dalle sculture classiche, dal modello umano maschile o femminile in posa e dalle incisioni di dipinti celebri, ma vi si davano anche lezioni di carattere scientifico-letterario. Gli insegnamenti tendevano a selezionare le caratteristiche artistiche di alcuni grandi pittori del '500, quali: Correggio, Raffaello, Michelangelo, ecc., per cui questo tipo di pittura fu poi definita “Manierista”, in quanto gli artisti, ispirandosi ai “Grandi” del Rinascimento, tendevano quindi a dipingere “alla maniera di…”.
In seguito, nacquero tante altre Accademie, ad essa ispirate, come ad esempio quella di Perugia e di Venezia. Sull’esempio, poi, delle “Accademie d’Arte” italiane sorsero anche le più importanti accademie europee, tra le quali la “Accademia di Francia” o la "Académie Royale".
I principali committenti, quali la Chiesa e la Monarchia, però, avevano fatto di questi artisti “accademici” gli strumenti di maggiore glorificazione del loro potere, per cui l’individualità dell’artista venne spesso costretta entro quei ristretti “canoni accademici”, contro i quali solo alcuni di essi tentarono di ribellarsi. In seguito, con l’avvento della poetica del Neoclassicismo, che propugnava un’idea della bellezza fondata su canoni di valore universale classico, si crearono, invece, condizioni più favorevoli ad una espressione artistica di stampo classicista, per cui in quel periodo vi fu in tutta l’Europa un rinnovato fiorire delle accademie.
La Rivoluzione francese prima e l’Impero Napoleonico poi determinarono In Italia la trasformazione di molte norme riguardanti l’insegnamento artistico e le Raccolte d’Arte delle Accademie, che divennero, pertanto, di proprietà dello Stato, cioè ordinate in musei (come ad esempio la Pinacoteca di Brera a Milano).
Durante il Romanticismo, poi, vi sarà un capovolgimento completo dei canoni e dei criteri fino ad allora propugnati, con un’accesa difesa dell’assoluta libertà espressiva dell’artista, concetto questo che prevarrà anche nel periodo seguente in cui si affermerà l’arte contemporanea, per principio nettamente “antiaccademica”.
Nonostante tutto ciò, in epoca moderna, sorsero tuttavia le vere e proprie “Accademie di Belle Arti”, in qualità di enti regolarmente costituiti, sempre riconosciuti e, generalmente, sussidiati dallo Stato, con propri statuti e regolamenti. Questi Enti, particolarmente in Italia, si sono oggi trasformati in veri e propri istituti di insegnamento artistico, che hanno conservato il nome di "Accademia di Belle Arti", il cui titolo di “Diploma Accademico” è equipollente a quello di “Diploma di Laurea”.
Attualmente le Accademie di Belle Arti sono, infatti, istituti a livello universitario, cui si accede col diploma di maturità del Liceo Artistico o di altri Licei, previo però severi esami di ammissione. I Corsi, attivi nelle Accademie di Belle Arti, sono quelli di: Pittura, Scultura, Decorazione e Scenografia; essi hanno la durata di 4 anni, durante i quali si devono sostenere numerosi esami di materie sia artistiche che culturali. Fra le numerose e più importanti “Accademie” in Italia, vanno ricordate quelle di Venezia, Roma, Torino, Napoli, Milano, Bologna, Firenze, Palermo e Carrara.
di Vera Dugo Iasevoli
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