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Vico Equense: furto in chiesa, è lo stesso arrestato dai carabinieri 2 giorni prima

mag 28, 2024

Passano poco meno di 48 ore e l’uomo ripercorre le strade della splendida città di costiera. E’ sera e nella chiesa dei Santi Ciro e Giovanni si sta celebrando la santa messa. Tra i fedeli c’è anche il 29enne che evidentemente sottovaluta il settimo comandamento e scruta i movimenti dei presenti.
 C’è una donna impegnata nella preghiera. La signora ha 76 anni e in quell’istante china il capo per la liturgia eucaristica. L’attimo viene colto dal 29enne che prende la borsa della donna riposta sulla panca e si dilegua.

Non sono passati neanche 2 giorni dall’ultimo arresto che il nome di Francesco Sannino, 29enne del posto già noto alle forze dell’ordine, ritorna nella cronaca vicana.
 
Siamo a Vico Equense e il 29enne si era reso protagonista di una rocambolesca fuga sulla statale 145 sorrentina. In quel caso i carabinieri lo avevano arrestato per furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale.
 
Passano poco meno di 48 ore e l’uomo ripercorre le strade della splendida città di costiera. E’ sera e nella chiesa dei Santi Ciro e Giovanni si sta celebrando la santa messa. Tra i fedeli c’è anche il 29enne che evidentemente sottovaluta il settimo comandamento e scruta i movimenti dei presenti.
 
C’è una donna impegnata nella preghiera. La signora ha 76 anni e in quell’istante china il capo per la liturgia eucaristica. L’attimo viene colto dal 29enne che prende la borsa della donna riposta sulla panca e si dilegua.
 
Pensa di averla fatta franca e, scese le scale della chiesa, si dirige verso la vicina piazzetta. Peccato per lui che proprio lì ci fossero i carabinieri della locale stazione e gli agenti della municipale. L’uomo – per ovvie ragione – era conosciuto ma a tradirlo è stata proprio quella borsa portata a tracolla.
 
Il 29enne viene perquisito e nella borsa vengono rinvenuti soldi e documenti della 76enne. Scattano le manette mentre il maltolto viene restituito alla pia vittima. Non si parlerà certamente di un miracolo ma anche ieri una buona azione è stata fatta.

 
Sala Stampa - Comando Provinciale Carabinieri di Napoli

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L’arte africana , con la sua capacità di semplificazione senza impoverimento, la genialità nell’astrazione dei soggetti, la piena efficienza del realismo, l’idoneità di assolvere al ruolo specifico della committenza, con una creatività fuori dal comune, grazie alla maestria dei suoi poliedrici artigiani, si è guadagnata il rispetto che le era dovuto. Intorno al 1906, il pittore e scultore Henri Matisse iniziò a collezionare opere africane; la prima fu acquistata per 50 franchi in un negozio di antiquariato parigino. L’incontro con l'Africanismo condizionò anche la sua produzione.
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Che fare? E' il refrain leniniano ultradecennale che ci domandiamo ogni volta. Riaprire le casematte del potere e della competenza: i partiti politici e farli funzionare come tali, ossia palestre di formazione civile e politica in cui, con un filo di democraticità, si svolga un sano challenge tra chi è il migliore della classe. Selezione, merito, competitività, fornace di carisma e machiavellismo. Non più uno spogliatoio per mannequins col gallone di onorevoli.
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Dietro la facciata dei titoli di studio, in Italia vi è spesso una drammatica carenza di conoscenze e competenze . Il dato che meglio la sintetizza – lo prendo dall’ultimo Rapporto Invalsi - è che alla vigilia della maturità, al termine di un ciclo scolastico durato 13 anni, uno studente su due non raggiunge un livello accettabile di apprendimenti in matematica; e la quota arriva addirittura intorno al 70% in alcune regioni del Sud. Le percentuali di studenti che non raggiungono una soglia adeguata di competenze sono altissime. Soprattutto fra quelli che provengono da ambienti sociali e culturali svantaggiati, con il rischio non solo di faticare a trovare un lavoro soddisfacente, ma anche di non diventare cittadini in grado di partecipare con pienezza alla vita della comunità. Oggi la nostra scuola non garantisce efficacia ed equità nell’apprendimento : l’ascensore sociale si è arrestato. E si è arrestato, in particolare, dopo la terza media: a 14 anni si è obbligati, infatti, a scegliere l’indirizzo degli studi superiori.
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"Io Dono 2024" non è stata solo una manifestazione sportiva, ma un inno alla vita, un evento capace di lasciare un segno profondo nei cuori di chi ha partecipato e di chi, anche solo per un attimo, ha pensato a quanto sia importante il dono della vita. Al termine della giornata, mentre il sole tramontava su Lioni, c’era una sensazione di pace e di compiutezza. Le biciclette riposavano, ma l’eco di quelle pedalate risuonava ancora, forte e chiaro: donare è un gesto che fa vivere, in tutti i sensi. E in quell’ultimo raggio di sole, sembrava che Lioni avesse trovato una nuova luce, quella della solidarietà, pronta a illuminare il cammino di chiunque scelga di donare una parte di sé per salvare una vita.
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Che ve lo dico a fare, allora? Perché questo discorso si inserisce in un discorso più ampio sulla nostra professione e su come essa viene percepita. In questa particolarissima accezione, lo psichiatra è una sorta di fast food dei processi mentali. La dinamica è quella di problema-soluzione: io te lo porto, tu me lo risolvi. Sarebbe come se al personal trainer noi gli portassimo la panza e lui ci restituisse, senza sforzo alcuno, un fisico palestrato. Nella realtà dei fatti, il fisico ce l’ha lui, mentre a noi resta la panza. Lo psichiatra non solo non ha tutte le risposte ma, di certo, non ha una vita perfetta, benché nell’immaginario del paziente sia così.
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Parla il famoso make-up Artist: " In controtendenza rispetto ai canoni di piatta perfezione uniformante espressi dal mondo digitale a colpi di filtri e di modelli creati dall’intelligenza artificiale, noi ci facciamo paladini della bellezza autentica, che dall’imperfezione della realtà trae la sua linfa. Il trucco non deve mai essere una maschera, ma serve a esaltare la personalità, e quindi la bellezza, di un volto. Così è per tutta l’estetica, che deve aiutarci a essere noi stessi al meglio, senza rincorrere proiezioni falsate della propria immagine. Basta eccessi e virtuosismi barocchi, benvenuto tutto quello che aiuta a sentirsi bene e belli nella propria pelle”.
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