Giovanni Russo, socialista, capolista alle scorse elezioni comunali della lista dei Riformisti pomiglianesi, è stato tra gli otto consiglieri della minoranza che, firmando il loro atto di dimissioni dinanzi ad un notaio, insieme con cinque della maggioranza, ha contribuito alla caduta della giunta Del Mastro e lo scioglimento del consiglio comunale. Dopo alcune settimane di silenzio in esclusiva rilascia alla nostra testata un’intervista ricca di spunti interessanti ed anche inediti.
Perché lo ha fatto? Che cosa l’ha spinto a staccare la spina ad un governo cittadino che pure si era presentato con forti aspettative e corpose prospettive di cambiamento?
Semplice: bisognava mandare a casa una giunta incapace ed una maggioranza ormai inesistente, spaccata e lacerata al suo interno. La legge lo permette. L’art.141 comma 1 punto b3 del TUEL riconosce proprio questa possibilità. Il legislatore stesso ha adeguatamente previsto questa opzione, proprio nel caso di maggioranze rissose e di esecutivi cittadini imbelli e inadeguati. Nulla di illegale, dunque. E nulla di immorale. Almeno per chi dalla minoranza, come il sottoscritto, in consiglio comunale in tutti questi mesi ha con chiarezza e coerenza detto la verità: e cioè che Pomigliano stava declinando verso una situazione di ingovernabilità, con pezzi della maggioranza palesemente in contrasto con il sindaco. In una guerra di tutti contro tutti. Certo, sarebbe stato meglio sfiduciare la giunta in consiglio comunale. Lo avevo suggerito ai colleghi della minoranza. È prevalsa la linea più radicale. Non ho però avuto mai dubbi. Sono sereno. La maggioranza dei pomiglianesi ha apprezzato. Ho avuto ragione: due anni e mezzo fa, quando con i socialisti di Pomigliano non aderimmo al fantomatico “laboratorio politico”, avevo previsto quello che è poi accaduto in questi giorni
Cosa pensa oggi del sindaco sfiduciato?
Penso che avrebbe fatto bene a dimettersi prima che il suo vicesindaco decidesse di liquidarlo. Il sindaco sapeva bene di non avere da tempo più una maggioranza a lui favorevole. Ha voluto di proposito sfidare i suoi avversari interni. E ha perso. Atto di forte presunzione e di insipienza politica.
Cosa faranno i Riformisti pomiglianesi, ora. Confluiranno in Italia Viva come si mormora da più parti?
No. I Rifomisti non confluiranno, almeno per il momento, in Italia Viva. Anche se a livello nazionale e regionale esistono forti sinergie e concordanze di vedute tra il mondo socialista e il partito di Renzi. I riformisti pomiglianesi si presenteranno con una propria lista alle prossime elezioni comunali, collocandosi pienamente nel perimetro politico del centro sinistra. Saremo propositori di idee forti e sostenitori di un candidato sindaco autorevole, assertivo, conoscitore della macchina amministrativa. In una parola una persona perbene, in grado di assumersi le proprie responsabilità senza essere sottomesso ad alcuno della propria compagine politica
Ha letto della proposta che ha fatto Felice Iossa di un fronte unico con Lello Russo e Eduardo Riccio assieme?
L’onorevole Iossa ha sicuramente fatto ricorso ad un’iperbole. Tutti sappiamo che l’ex sindaco e l’ex vicesindaco della giunta Del Mastro sono antitetici! Certo la politica è l’arte dell’impossibile………vedremo
Che poi chi farebbe il sindaco?
Penso che il ricorso alle primarie, sebbene ormai manchino circa sessanta giorni alle elezioni, sia l’unica strada più democratica da percorrere per identificare il candidato sindaco delle forze progressiste e di centro sinistra. Se si vuole si possono organizzare in 15 giorni.
Secondo lei come finirà questa partita?
La politica è fatta di accelerazioni e di improvvise illuminazioni. La cosa importante è che gli elettori, oggettivamente sfiduciati dal sovrapporsi di non pochi problemi a cui l’amministrazione dimissionaria non è stata in grado di dare una risposta, tornino a votare e sappiano determinare una svolta, nel segno della novità e della competenza. I Riformisti pomiglianesi sono in campo. Faranno valere le loro ragioni. Al servizio della nostra città.
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