sTRUtto & parruCCO
Ideata e a cura di Marianna Marra
Rubrica emozionale a 360 gradi
Make-up Cucina Styling
Benvenuti e bentrovati su sTRUtto & parruCCO.
Oggi ho l'onore, e il piacere di ospitare, per la seconda volta, nella mia rubrica, Michele Magnani Global Senior Artist di M.A.C Cosmetics.
Nella prima parte della mia unconventional Interview (vi invitiamo a leggerla qualora ve la foste persa cliccando su questo link: https://www.lavoceimpertinente.it/intervista-a-michele-magnani-global-senior-artist-di-m-a-c-cosmetics-di-marianna-marra), ho voluto trattare, insieme a Michele Magnani, tematiche importanti come: Autostima, concetto del sé, validazione emotiva dello studente, nell’ambito di un percorso di formazione professionale, creatività, massificazione del make-up e “Bulimia da click”.
Oggi continua il nostro interessante viaggio di introspezione con l’uomo e con il professionista così come nessuno, forse, prima di ora, ve lo aveva mai raccontato, buona lettura.
- Sei impegnato in moltissimi progetti, tra cui numerose masterclass in giro per il mondo e tutte sold out.
Cosa provi quando, attraverso le tue masterclass, ti interfacci agli altri e cosa cerchi di trasmettere a tutti coloro che vi partecipano?
“Sempre una grande emozione perché so, che in quel momento, potrei cambiare la giornata delle persone in positivo, ma anche in negativo, se non fossi all’altezza, della loro aspettativa. Per questo è, ogni volta, una sfida notevole per me, che si tratti di una masterclass piccola o di una da 400 persone; soprattutto, cerco di insegnare loro qualcosa che non è stato insegnato a me, ossia come non sbagliare nel fare le cose; perché gli errori portano anche a porte in faccia e quindi, a sofferenza e alla perdita di autostima o a una svalutazione del concetto del sé, e possono scatenare, tantissime reazioni a catena. Per questo io cerco di proteggere le persone, perché ho sbagliato tante volte, e ho imparato dai miei errori, ma quello che voglio fare, con il mio lavoro, è facilitarle in questo processo”.
- Contesto storico e Make-up sono come trama e ordito in un tessuto: l’ordito regge la tensione elastica del telaio facendo da sostegno, la trama invece può essere considerata come una sorta di “riempitivo” del disegno, ciascuno non può prescindere dall’altro. Ti va di raccontarci un’epoca che ha sortito o sortisce in te particolare interesse e spiegarci il perché?
"Sono affascinato dalle atmosfere che mi trasmettono le epoche, perché io mi immagino il backstage, non tanto il look finale. Ho una grande stima dei truccatori delle epoche passate perché avevano meno strumenti, e questo mi fa amare tutte le decadi, perché comprendo le difficoltà che c’erano nel ricreare un make-up ben eseguito, e soprattutto, duraturo; adesso esistono i prodotti a lunga tenuta, all’epoca non esistevano, era una chimica fatta di stratificazioni, di utilizzo quasi scientifico. Negli anni ‘60 c’erano dei film con Esther Williams, dove faceva nuoto sincronizzato, e il trucco rimaneva perfetto, pensa alla fatica che veniva fatta al tempo. Inoltre, venendo io dal mondo della moda e avendo trascorso, gran parte della mia vita, nei backstage dove abbiamo rispolverato, riadattato e aggiornato i make-up di tutte le epoche, sono affascinato anche dalle suggestioni. Più in generale, sono ammaliato non solo dal make-up ma anche dalle silhouette degli abiti e dalla loro modernità, perché quello che vediamo è la parte ultima, quella patinata, ma il popolo non vestiva così e non si truccava così per cui, in quelle immagini, vivo un poco la poesia di una favola, che si crea intorno a un momento storico, e che mi è stata raccontata”.
- Frugando nei libri di storia dell’evoluzione del make-up e del costume, puoi farci il nome di un truccatore, che in modo particolare, ti ha ispirato o ti ispira tutt'ora?
“Kevin Aucoin mi è stato di grande ispirazione quando ho iniziato, poi posso dirti Stefano Anselmo per i trucchi che ha realizzato su Mina. Ci sono tantissimi make-up artist che continuano a ispirarmi, non ce n’è uno in particolare. I fotografi mi ispirano moltissimo per la loro duttilità nell’affiancare tanti make-up artist diversi, e per la loro capacità di catturare un’immagine, con le sue luci e le sue ombre, immortalando un momento”.
- Lo psicologo americano Albert Bandura, nella sua teoria dell’apprendimento sociale, ha definito l’autoefficacia come la percezione della propria competenza nei confronti di un’attività o un ruolo. Quanto ti senti autoefficace nel tuo lavoro? Cosa ti ha reso tale?
“Non so quanto la mia autoefficacia sia sviluppata, io non sono mai contento dei lavori che faccio, ecco perché ti dicevo che voglio sempre migliorarmi, non per ricercare la perfezione, ma per cercare di sbagliare meno. Credo che un mio punto di forza sia il non avere maschere, posso essere amato e odiato, allo stesso tempo, dalle persone, per questo non so quanto possa essere efficace Michele Magnani, chi mi vuole mi prende per come sono e non vuole essere presunzione”.
- Che rapporto hai con la tua immagine?
“Vivo bene con me stesso, considerando tutte le pecche, i difetti, le fragilità e tutto quello che comporta la personalità di un uomo, di più di 50 anni, che ha sulle spalle tanta esperienza, e tante cose, che vuole ancora scoprire. Non credo si arrivi a una pacifica convivenza con sé stessi senza sofferenza”.
- Credi che l’immagine che hai di te stesso sia in sintonia con l’immagine che gli altri hanno di te?
“No perché sicuramente io non ho l’illusione di sembrare più giovane, ma ho la certezza di sentirmi più giovane perché riesco a sorprendermi, purtroppo non sempre positivamente, e finché posseggo lo stupore non mi è di interesse sembrare più giovane. So di dimostrare la mia età e non me ne importa niente, convivo benissimo in questa parte perché diventa secondaria, ho la consapevolezza di essere giovane dentro, ancora. Non ho l’illusione di voler sembrare un ragazzino, (che poi finisci per diventare soltanto una caricatura di te stesso quando vuoi fare il ragazzino), ma ho la certezza di vivere con quello spirito; grazie, anche, al mio team di lavoro, dove sono tutti più giovani, perché mi nutro della loro energia, e mi faccio mille domande, e gli faccio mille domande, sono molto assetato di capire il loro punto di vista che per me è prezioso”.
- Funzione rieducativa della pena. Tocchiamo un argomento molto sensibile: quello delle carceri e dei diritti alla persona. Se fosse consentito, nel rispetto dei principi costituzionali. Ti piacerebbe dare un tuo contributo personale partecipando a delle giornate, magari in team, dedicate all’apprendimento/valorizzazione della professione (in questo caso quella del truccatore) come mezzo di riqualificazione al lavoro con i detenuti all’interno delle carceri, o di altre comunità, finalizzate al recupero? Magari, perché no, anche proprio con MAC?
"Assolutamente sì, sono molto favorevole su questo tipo di impegno. SÌ, noi già facciamo con MAC e Anlaids Lombardia ETS tantissimo volontariato, anche per i malati di AIDS, per persone discriminate; di questo ne parliamo, sempre, il 1 dicembre perché è l'unico giorno nel quale comunichiamo, alcune delle attività, che facciamo durante l’anno. In MAC c’è una social responsibility, una social mission, molto forte. MAC, per esempio, ha una social mission legata alla vendita del rossetto Viva Glam, voluta dai nostri fondatori, iniziata nel 1994, (quest'anno compie 30 anni), quando fare una social mission per i malati di AIDS era, per l’opinione pubblica dell’epoca, molto scomodo. La vendita del rossetto, dal 1994 a oggi, ha raccolto e devoluto, in tutto il mondo, a tantissime associazioni, più di 525 milioni di dollari, salvando la vita di milioni di persone, perché il 100% (esclusa IVA), e questo va specificato perché l’IVA è una tassa dello stato, del ricavato della vendita del rossetto Viva Glam è devoluto a favore di : comunità LGBTIQ+, donne, uomini, di persone affette direttamente o indirettamente da HIV, AIDS, devoluto per combattere la discriminazione, lo stigma e molto altro. Grazie a questo impegno, sono stati realizzati ospedali, è stato possibile far nascere bambini sani da madri sieropositive e tanto altro. 365 giorni all'anno, nei nostri negozi, sono disponibili questi rossetti, uno più bello dell’altro. Abbiamo avuto degli Spokesperson incredibili, legati alla vendita del Viva Glam, da Lady Gaga a Rihanna, Elton John, Ricky Martin, il primo è stato RuPaul, insomma un’infinità. In Italia abbiamo lavorato con Medici senza frontiere, lavoriamo costantemente con Anlaids Lombardia ETS, con cui facciamo uno spettacolo di beneficenza che si chiama Italy Bares, dove io sono Key Make-up Designer dello spettacolo, a cui partecipano, e hanno partecipato tantissimi attori e personaggi e tutti lo hanno fatto gratuitamente, proprio per il supporto della causa, anzi se volete, vi invitiamo a visitare il sito di www.iltalybares.it per saperne di più sulle iniziative benefiche, e per conoscere, l’immenso panorama artistico di cui si è composto il cast : con ben 100 Performer , 8 coreografi, 100 Artisti Tecnici Organizzatori, 1.700 spettatori, con il Patrocinio del Comune di Milano, Anlaids SEZIONE LOMBARDIA ETS, Compagnia della Rancia, Stage ENTERTAINMENT e Sostenitori, partner tecnici e media partner. Ci sono moltissime cose che MAC fa, e anche per questo, è un Brand così speciale.
Dalla mia Rubrica sTRUtto & parruCCO per oggi è tutto.
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Io e Michele Magnani vi diamo appuntamento, alla settimana prossima, per la terza parte della mia intervista. Come sempre grazie per essere stati in nostra compagnia, e a presto.
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