Classe '96, Anna Adamo è nata a Napoli e vive tra Roma e Milano. Dopo la laurea in giurisprudenza e il Master in Criminologia e Scienze Forensi ha deciso di dedicarsi totalmente al giornalismo, attività a cui si dedica da quando aveva quattordici anni.Collabora con diverse testate giornalistiche locali e nazionali e programmi televisivi Mediaset e Rai.
Tre anni fa è stata vittima di Revenge Porn e ha deciso di raccontare la sua storia per sensibilizzare sul tema e sui rischi della rete
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Ciao Anna , mi racconti quanto e come sei diventata una vittima di revenge porn ?Dopo quello che ti è successo,oggi, come ti senti a riguardo?
Ho scoperto di essere stata vittima di Revenge Porn tre anni fa, a causa del mio ex fidanzato che ha deciso di prendere una mia foto da instagram, modificarla in modo da farmi apparire nuda e diffonderla sui suoi profili social e su diversi siti porno.
Mi sono resa conto del fatto che avesse modificato la foto, perché ho un tatuaggio visibile solo se sono in costume, nuda o indosso vestiti piuttosto scollati, ma nella foto da lui diffusa il tatuaggio non c'era.
Non ho parole per descrivere quanto mi abbia fatto soffrire questo avvenimento,ma oggi posso dire di stare finalmente bene per davvero. Vedo quello che mi è successo come un episodio che mi ha fatta crescere, capire quanto valgo, cosa merito e soprattutto chi non merita di far parte della mia vita.
Quando hai scoperto che le tue foto erano state condivise senza il tuo consenso, come hai reagito?
I primi giorni li ho trascorsi chiusi in camera, non ho mangiato, dormito. Non facevo altro che piangere. Credevo che determinate cose accadessero solo alle influencer, ai personaggi noti, facevo davvero fatica a credere che fosse capitato proprio a me che sono una ragazza qualunque.
Chi è stata la prima persona con la quale hai condiviso questo problema?
Più volte, grazie ai miei studi e al mio lavoro, mi sono ritrovata, anche se non in prima persona, faccia a faccia con questo tipo di reati. Ciò mi ha permesso di capire subito come muovermi. La prima cosa che ho fatto, infatti, non è stato parlarne con qualcuno, ma rivolgermi direttamente alle autorità competenti e denunciare. Solo dopo aver denunciato ne ho parlato con la mia famiglia, non per chiedere loro aiuto, ma solo per informarli, per evitare venissero a saperlo da altre fonti. Ho chiesto loro di restarne fuori, perché volevo evitare che provassero tanto dolore. E con il senno di poi, ritengo di aver fatto la scelta migliore, dovermela cavare da sola in una situazione più grande di me mi ha resa più forte.
Hai avuto difficoltà nel tuo ambiente di lavoro o sociale a causa delle immagini che sono state diffuse ?
Ho avuto ed ho ancora difficoltà nel mio ambiente lavorativo e nel sociale, purtroppo.
Ho perso un' importante opportunità lavorativa che mai nessuno mi restituirà mai. Ho perso amicizie. Per molti, sono la poco di buono di turno.
A lavoro, ancora oggi, per qualcuno sono la "raccomandata", quella che va avanti solo "grazie ai soldi di papà", quella che raggiunge qualche obiettivo "grazie a quelle foto, perché utilizza il suo corpo".
In alcuni casi mi sento fortemente avvolta dal pregiudizio.
Hai preso delle misure per proteggerti?hai trovato il giusto supporto dalle autorità competenti?
Ho preso delle misure per proteggermi, se non le avessi prese non avrei mai potuto superare il tutto.
Dalle autorità competenti inizialmente non ho ricevuto il giusto supporto, ai loro occhi ero la ragazzina che "se l' era cercata", poi, però, ho cercato di far capire la situazione e fortunatamente ho incontrato professionisti eccellenti che mi hanno supportata nel miglior modo possibile.
Mi sarei aspettata maggiore supporto da amici e persone che dicono di essere paladine dei diritti delle donne, ma non ho ricevuto nulla di tutto questo, anzi, nel momento del bisogno non hanno fatto altro che contribuire a farmi del male. Ma, non fa nulla. Cose del genere possono essere comprese solo da chi ha un animo nobile e purtroppo non tutti ce l' hanno.
Hai mai sentito il bisogno di un supporto psicologico ?
No, mai, probabilmente perché ho sempre saputo di non avere colpe, perché sono forte di mio e soprattutto perché sapevo come muovermi. Ciononostante, l' aiuto ad un certo punto è arrivato senza che lo chiedessi e l' ho accettato fino a quando ho sentito di non averne più bisogno per davvero.
Hai qualche idea su come si possa prevenire il reato di revenge porn ?
Sulla base della mia esperienza mi sento di dire che purtroppo il Revenge Porn non si possa prevenire. O meglio, si può prevenire in parte, evitando di inviare foto o video intimi ad altre persone. Se poi, come nel mio caso, qualcuno decide di modificare benissimo tue foto in modo da farti apparire nuda, non si può fare altro che prendere atto della situazione che non dipende da te e rivolgersi alle autorità competenti.
Hai qualche consiglio per le persone che potrebbero trovarsi nella tua stessa situazione?
Mi sento di dire loro di rivolgersi subito alle autorità competenti e denunciare.
Di non lasciarsi scoraggiare dalla vergogna o dalla convinzione di essere colpevoli, perché non lo sono. Deve vergognarsi chi certi reati li commette e non chi li subisce.
Dopo essere stati protagonisti di un reato come il Revenge Porn si può e si deve ricominciare a vivere, ad amare, anche solo per il gusto di non darla vinta a chi avrebbe voluto vederti distrutta.
Oggi che tipo di sentimenti provi nei confronti del tuo carnefice ?
Sarei una bugiarda se dicessi che mi è indifferente, del resto è la persona con la quale ho condiviso gran parte della mia adolescenza, quando ci siamo fidanzati avevo 16 anni, ero una ragazzina che dell' amore sapeva poco più del nulla!
Grazie al modo in cui si è comportato ho capito cosa non è l' amore.
Non lo odio. Non potrei mai odiare una persona che ho amato.
Conservo tutto ciò che c'è stato tra noi, senza rancore, ma con memoria.
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