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Pozzuoli: casa protetta dai pitbull ma non basta. Carabinieri arrestano 39enne

mag 28, 2024

Si attendeva il momento propizio e ieri sera i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Pozzuoli notano, a via Monteruscello, il 39enne a bordo della propria auto. L’Alt permette la perquisizione e l’uomo viene trovato in possesso di 3 dosi di cocaina pronte per essere vendute. Per i militari tanto basta e si va nell’abitazione popolare con giardino. I cani da guardia sono legati e mansueti alla vista del padrone, inizia la perquisizione.

I Carabinieri lo avevano puntato e quel movimento di persone sotto casa sua, un 39enne incensurato, sapeva di illecito ma la situazione era difficile. L’uomo si muoveva bene e a controllare l’abitazione al piano terra di via Pasolini c’erano sempre i suoi due pitbull pronti a proteggere la proprietà da qualsiasi intruso.


Si attendeva il momento propizio e ieri sera i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Pozzuoli notano, a via Monteruscello, il 39enne a bordo della propria auto.
L’Alt permette la perquisizione e l’uomo viene trovato in possesso di 3 dosi di cocaina pronte per essere vendute. Per i militari tanto basta e si va nell’abitazione popolare con giardino. I cani da guardia sono legati e mansueti alla vista del padrone, inizia la perquisizione.


Vengono rinvenuti e sequestrati 1 bilancino di precisone e diverso materiale per il confezionamento dello stupefacente oltre a 120 grammi di sostanza da taglio. Non solo droga però, ma un arsenale. I carabinieri puteolani infatti trovano e sequestrano una pistola a tamburo 357 magnum con matricola abrasa e 80 proiettili di diverso calibro tra 7,62, 357 magnum, cartucce a palla e a piombo spezzato.


L’uomo è stato arrestato e trasferito in carcere con buona pace dei molossi (c’è chi si prenderà cura di loro) mentre la pistola sarà sottoposta ad accertamenti balistici per verificare il suo eventuale utilizzo in fatti di sangue o altri reati.


Sala Stampa - Comando Provinciale Carabinieri di Napoli

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Autore: Marianna Marra 23 set, 2024
L’arte africana , con la sua capacità di semplificazione senza impoverimento, la genialità nell’astrazione dei soggetti, la piena efficienza del realismo, l’idoneità di assolvere al ruolo specifico della committenza, con una creatività fuori dal comune, grazie alla maestria dei suoi poliedrici artigiani, si è guadagnata il rispetto che le era dovuto. Intorno al 1906, il pittore e scultore Henri Matisse iniziò a collezionare opere africane; la prima fu acquistata per 50 franchi in un negozio di antiquariato parigino. L’incontro con l'Africanismo condizionò anche la sua produzione.
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Che fare? E' il refrain leniniano ultradecennale che ci domandiamo ogni volta. Riaprire le casematte del potere e della competenza: i partiti politici e farli funzionare come tali, ossia palestre di formazione civile e politica in cui, con un filo di democraticità, si svolga un sano challenge tra chi è il migliore della classe. Selezione, merito, competitività, fornace di carisma e machiavellismo. Non più uno spogliatoio per mannequins col gallone di onorevoli.
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Dietro la facciata dei titoli di studio, in Italia vi è spesso una drammatica carenza di conoscenze e competenze . Il dato che meglio la sintetizza – lo prendo dall’ultimo Rapporto Invalsi - è che alla vigilia della maturità, al termine di un ciclo scolastico durato 13 anni, uno studente su due non raggiunge un livello accettabile di apprendimenti in matematica; e la quota arriva addirittura intorno al 70% in alcune regioni del Sud. Le percentuali di studenti che non raggiungono una soglia adeguata di competenze sono altissime. Soprattutto fra quelli che provengono da ambienti sociali e culturali svantaggiati, con il rischio non solo di faticare a trovare un lavoro soddisfacente, ma anche di non diventare cittadini in grado di partecipare con pienezza alla vita della comunità. Oggi la nostra scuola non garantisce efficacia ed equità nell’apprendimento : l’ascensore sociale si è arrestato. E si è arrestato, in particolare, dopo la terza media: a 14 anni si è obbligati, infatti, a scegliere l’indirizzo degli studi superiori.
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"Io Dono 2024" non è stata solo una manifestazione sportiva, ma un inno alla vita, un evento capace di lasciare un segno profondo nei cuori di chi ha partecipato e di chi, anche solo per un attimo, ha pensato a quanto sia importante il dono della vita. Al termine della giornata, mentre il sole tramontava su Lioni, c’era una sensazione di pace e di compiutezza. Le biciclette riposavano, ma l’eco di quelle pedalate risuonava ancora, forte e chiaro: donare è un gesto che fa vivere, in tutti i sensi. E in quell’ultimo raggio di sole, sembrava che Lioni avesse trovato una nuova luce, quella della solidarietà, pronta a illuminare il cammino di chiunque scelga di donare una parte di sé per salvare una vita.
Autore: Vittorio Schiavone 25 ago, 2024
Che ve lo dico a fare, allora? Perché questo discorso si inserisce in un discorso più ampio sulla nostra professione e su come essa viene percepita. In questa particolarissima accezione, lo psichiatra è una sorta di fast food dei processi mentali. La dinamica è quella di problema-soluzione: io te lo porto, tu me lo risolvi. Sarebbe come se al personal trainer noi gli portassimo la panza e lui ci restituisse, senza sforzo alcuno, un fisico palestrato. Nella realtà dei fatti, il fisico ce l’ha lui, mentre a noi resta la panza. Lo psichiatra non solo non ha tutte le risposte ma, di certo, non ha una vita perfetta, benché nell’immaginario del paziente sia così.
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Parla il famoso make-up Artist: " In controtendenza rispetto ai canoni di piatta perfezione uniformante espressi dal mondo digitale a colpi di filtri e di modelli creati dall’intelligenza artificiale, noi ci facciamo paladini della bellezza autentica, che dall’imperfezione della realtà trae la sua linfa. Il trucco non deve mai essere una maschera, ma serve a esaltare la personalità, e quindi la bellezza, di un volto. Così è per tutta l’estetica, che deve aiutarci a essere noi stessi al meglio, senza rincorrere proiezioni falsate della propria immagine. Basta eccessi e virtuosismi barocchi, benvenuto tutto quello che aiuta a sentirsi bene e belli nella propria pelle”.
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