di Velleca Donato (sociologo)
Il sionismo è un'ideologia politica il cui fine è l'affermazione del diritto alla autodeterminazione del popolo ebraico e il supporto a uno Stato ebraico in quella regione che dalla Bibbia, è definita: "Terra di Israele". Più legato alla sfera religiosa e antropologica è l'antisemitismo. L'antisemitismo, chiamato anche giudeofobia; antigiudaismo e antiebraismo è il pregiudizio, la paura o l'odio verso i giudei, cioè gli ebrei.Tali ideologie storicamente hanno creato attrito, lotte e guerre fra i popoli arabi e Israele. I primi impegnati a cancellare il popolo ebraico, anche per motivi religiosi, e impossessarsi dei territori che secondo le loro credenza appartengono in esclusiva al popolo palestinese, i secondi a combattere e difendersi per la loro esistenza e autodeterminazione.
La propaganda pro-Gaza che trova terreno fertile anche nei collettivi studenteschi nelle nostre università, sembra non conoscere confini e ignora la storia passata e recente. Il massacro e la brutalità su civili inermi e bambini è sempre deprecabile da qualsiasi parte essa provenga, per cui le manifestazioni in unica direzione di Bologna e la bandiera palestinese sulla facciata del Duomo di Milano forse sono il punto di non ritorno di una presa di posizione, a mio avviso sbagliata, a favore dell'ipocrisia e della violenza di Hamas. Nel fervore, giusto dal punto di vista umano ma sbagliato politicamente, di protestare a favore del popolo palestinese, ci si dimentica dell'assalto disumano del 7 ottobre ai civili ebraici, alla presa di ostaggi e delle torture subiti da altri bambini.
Hamas tiene volutamente e scientemente la popolazione palestinese come scudo a sua difesa dalle forze israeliane nella speranza che gli eccidi coinvolgano altri paesi arabi nella disputa che, data la situazione geopolitica, non sembra possibile.
In un contesto mondiale attraversato da un marasma economico, politico, sociale e religioso che non permette visioni chiare e lungimiranti, Israele ha il diritto all'autodifesa come il popolo palestinese al suo Stato senza Hamas. Bene ha fatto il Qatar a minacciare di chiudere l'ufficio politico di Hamas nella capitale Doa se il gruppo non accetterà l'accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi come proposto da Stati Uniti e Israele.
Nella dichiarazione di Netanyahu si legge che “le condizioni di Israele per porre fine alla guerra non sono cambiate: la distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas, la liberazione di tutti gli ostaggi e la garanzia che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”. In base alla proposta, Israele continuerà a insistere sul rispetto di queste condizioni. Ogni popolo lotta per la difesa del suo spazio vitale e per la libertà. Israele è una democrazia moderna e suoi cittadini ne hanno consapevolezza. I palestinesi devono prendere coscienza che la storia non è sempre la stessa, che i mondo si evolve e che solo la creazione di uno stato palestinese territorialmente definito, universalmente riconosciuto e democraticamente gestito potrà portare alla pacifica coesistenza e al benessere di una popolazione che soffre da lungo
tempo e non per colpa solo di Israele.
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