Quando si sente parlare di “malattia mentale” e “malati mentali” la gente arriccia il naso e non vuole averci a che fare, nonostante siamo nel 2022. La gente ha paura, immagina quelle scene viste nei documentali o nei film, dei vecchi manicomi di una volta. E’ vero che ci sono varie tipologie della malattia mentale, ci sono malattie alienanti con disturbo della personalità,che sono disagi molto gravi, come c’è il Disturbo Bipolare che è non e’ una patologia alienante ma è un disturbo dell’umore, cioè quando un malato non riesce ad avere la volonta’ di controllare i propri stati d’animo. E’ vero che una volta i malati d'umore, come si chiamava allora “psicosi maniaco-depressiva,” avevano poca speranza, come ci sono stati anche i personaggi famosi come scrittori o artisti che finivano la vita in un manicomio o morti suicida.
Con la scoperta del litio che è efficace per stabilire l’umore e anche con l’arrivo di antidepressivi e antipsicotici, la situazione dei malati anche gravi è molto cambiata negli ultimi decenni.
Si dice che circa 2-2,5% della popolazione e’ affetta da questa patologia, e non siamo pochi, e circa 70% dei malati con la cura adeguata puo’ condurre una vita normale, il restanti 30% sono persone che non si curano, o si curano male o sono farmaco resistenti.
Ok, c’è la malattia e ci sono i farmaci. Quello che è difficile per le malattie mentali è che i farmaci sono tanti, e spesso si devono associare più farmaci, da un paio a prendere anche 6-7 tipi di farmaci: direi che non c’è nessuno che abbia la stessa cura dell’altro, ognuno deve avere il cocktail di farmaci fatta su ,come un vestito cucito addosso. Quasi tutti i malati di DB all’inizio si oppongono ai farmaci, fanno il grave errore di abbandonare la cura perché all’inizio non funziona e non si crede alla cura farmacologica, per cui spesso dopo un’altra ricaduta grave si corre di nuovo dallo psichiatra. Ogni cura prima che funzioni sul paziente ha bisogno di alcune settimane, e gli psichiatri non hanno la bacchetta magica e devono andare a tentoni , e prova su prova si arriva alla cura adatta e spesso ci vogliono anni prima che un paziente possa riavere la stabilità con l’umore anche con il rischio di più ricadute.
Ci vuole molta molta pazienza e perseveranza oltre a tanta sofferenza.
La gente comune non sa, che nella società ci sono tanti bipolari che insegnano, curano o assistono i malati come medici e infermieri, ingegneri, fisici imprenditori ecc., in tutte le categorie lavorative, ci sono anche bravi papà e brave mamme e i pluri-laureati più o meno stabili che spesso non possono fare outing della malattia per evitare la discriminazione o il declassamento sul lavoro, ma combattendo con l’umore bacillante danno le proprie risorse nella società nascondendo la malattia, cosa che non è affatto facile.
E’ una grande impresa stare a galla con una malattia cronica invalidante. Per chi non sa cosa sia il Disturbo Bipolare, anche per le cattive informazioni da parte dei media, spesso siamo considerati come ultimi, persone da evitare, persone pericolose, invece siamo solo “diversamente normali” ma abbiamo più difficoltà delle persone che non hanno questa patologia, dobbiamo faticare anche il doppio, il triplo e in realtà siamo dei veri combattenti.
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